Docente
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KAJON IRENE
(programma)
Gli affetti umani: la tristezza e la gioia; la paura e la speranza
Il corso, che sarà svolto nei due semestri, si propone di illustrare il modo in cui alcuni filosofi che hanno posto il problema dell’uomo al centro della loro riflessione – Spinoza, Hermann Cohen, Gershom Scholem, Hans Jonas – hanno descritto gli affetti in relazione sia alla costituzione del corpo o della sensibilità sia all’uso della ragione. In particolare si analizzeranno alcuni affetti umani che si collegano sia all’arte sia alla religione.
Prima Parte. Gli affetti umani: la tristezza e la gioiaTristezza e gioia sono affetti che appartengono alla vita umana di ogni giorno. Come l’antropologia filosofica li ha considerati? Dipendono solo dal temperamento ovvero dalla costituzione psico-fisica dell’uomo, come pensava l’antica medicina greca? Oppure essi riguardano non solo i sensi e l’immaginazione, ma anche quella vita della mente che esprime il distacco dell’uomo dalla natura e il suo rivolgersi al sovrasensibile? In quale modo tali affetti entrano in relazione con altri affetti, quali l’amicizia o l’inimicizia, la pietà o l’ambizione? A quali particolari forme artistiche o esperienze religiose tali affetti si collegano? Seconda Parte. Gli affetti umani: la paura e la speranza
Paura e speranza sono affetti che appartengono alla vita umana di ogni giorno. Come l’antropologia filosofica li ha interpretati? In quale modo entrano in rapporto con la nostra idea del futuro, inteso sia come tempo a venire sia come un oltre rispetto alla storia? Quale la loro connessione con le idee della redenzione o della perdizione affermate dalla tradizione religiosa e con le manifestazioni artistiche di tali idee, in particolare nella letteratura e nella poesia? Come evitare il rischio che paura e speranza portino alla deformazione della religione, ovvero alla superstizione o al fanatismo? Quali le nuove forme che tali affetti assumono nella società contemporanea in presenza dello sviluppo del secolarismo e della tecnica? Obiettivi:Attraverso lo studio del modo in cui alcuni filosofi hanno considerato affetti quali la tristezza e la gioia, la paura e la speranza, si intende introdurre ai problemi e ai metodi dell’antropologia filosofica come auto-riflessione dell’uomo. Prerequisiti: Interesse per i temi presentati e abilità intellettuali. Metodi didattici:Letture, spiegazioni e commenti dei testi in programma; domande a partire da tali testi e tentativi di risposte. Frequenza: Partecipazione obbligatoria all’attività didattica; in caso d’impossibilità di frequentare, consultare la docente nell’orario di ricevimento in merito alla preparazione per l’esame. Metodi di valutazione: Esame orale; tesina facoltativa (max 10 cartelle). La valutazione terrà conto delle conoscenze acquisite, delle capacità argomentative e del lavoro svolto. Si consiglia alle matricole a.a. 2014-15 e a coloro che intendono acquisire 12 crediti di dividere l’esame in due parti: alla fine del primo semestre (gennaio-febbraio 2015) avrà luogo una prima valutazione sulla prima parte del programma d’esame.
 Semestre Primo Livello Laurea
Annualità 123
Programma d'esame:
Parte generale:
Klibansky, Panofsky, Saxl, Saturno e la melanconia, Einaudi, Torino 2002 (le pagine che saranno
indicate durante il corso).
Parte monografica:
Spinoza, Etica, Bompiani, Milano 2007 (edizione consigliata).
Hermann Cohen, Religione della ragione dalle fonti dell’ebraismo, Ed. S. Paolo, Milano 2004.
Semestre Secondo Livello Laurea Annualità 1
23
Programma d’esame:
Spinoza, Trattato teologicopolitico, Bompiani, Milano 2001 (edizione consigliata).
Gershom Scholem, L’idea messianica nell’ebraismo, Adelphi, Milano 2008: soltanto i saggi: Per
comprendere l’idea messianica nell’ebraismo, pp. 1345; L’idea messianica nella Qabbalah, pp.
4758; La crisi della tradizione nel messianismo ebraico, pp. 5986; La tradizione dei trentasei
giusti nascosti, pp. 245250.
Gershom Scholem, Il sogno e la violenza. Poesie, Giuntina, Firenze 2013.
Hans Jonas, Organismo e libertà, Einaudi, Torino 1999: soltanto il saggio: Immortalità ed
esistenza odierna, pp. 285304.
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