Docente
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COZZO CESARE
(programma)
PARADOSSI E CONTRADDIZIONE. Le contraddizioni sono considerate inaccettabili. Eppure fin dall’antichità alcuni ragionamenti apparentemente impeccabili e inattaccabili ci hanno sorpresi o messi a disagio costringendoci ad accettare contraddizioni. Tali ragionamenti, con le loro conclusioni contraddittorie, sono detti “paradossi”. Il paradosso del mentitore e il paradosso del sorite (attribuiti a Eubulide di Mileto) risalgono al quarto secolo avanti Cristo. Più recente il paradosso di Russell. Nel modulo del primo semestre si esamineranno le caratteristiche logiche, le possibili soluzioni e le implicazioni filosofiche di questi e di altri paradossi. Un’interpretazione peculiare dei paradossi è quella di chi non condivide l’atteggiamento prevalente nei confronti della contraddizione. La maggioranza dei filosofi ritiene indispensabile mettere tesi, teorie, linguaggi al sicuro dal pericolo della contraddizione. Ludwig Wittgenstein nelle sue Lezioni sui fondamenti della matematica del 1939 afferma invece che in una contraddizione, per esempio nel paradosso del mentitore, “non c’è nulla di male”. Wittgenstein prevede “un tempo in cui vi saranno indagini matematiche di calcoli che contengono contraddizioni e la gente sarà fiera di essersi emancipata anche dalla coerenza". La previsione di Wittgenstein si è avverata. Sono state studiate logiche che consentono di ammettere contraddizioni senza rendere un sistema formale inutilizzabile. Per di più, si è sostenuto, alcune contraddizioni sono vere. L'opinione dominante sulla contraddizione viene così sottoposta a critica. Dell'agguerrito gruppo di critici contemporanei uno fra i più rappresentativi è il logico e filosofo Graham Priest. Nel modulo del secondo semestre saranno considerati e confrontati gli argomenti con cui Wittgenstein e Priest vogliono indurci a un atteggiamento diverso nei confronti delle contraddizioni.
1) M. Clark, I paradossi dalla A alla Z, Raffaello Cortina Editore, Milano 2004. (capitoli che saranno indicati durante il corso). 2) G. Priest, Che c’è di male nelle contraddizioni?, in Scenari dell’impossibile, a cura di F. Altea e F. Berto, Il Poligrafo, Padova 2007, pp. 21-44, 3) L. Wittgenstein, Lezioni sui fondamenti della matematica, Boringhieri, Torino, 1982, dalla lezione 18 alla lezione 31.
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