Docente
|
FERRERO MARCO
(programma)
La didattica si sviluppa in 120 ore tra lezioni ed esercitazioni progettuali.
Lezioni ed esercitazioni si svolgono in modo integrato, affiancando i contributi del docente alle ricerche svolte dagli
studenti, che sono divisi in gruppi di lavoro. Pertanto fin dall’inizio del corso e per tutta la sua durata gli studenti sono
coinvolti in prima persona. Ove possibile, secondo un calendario adattabile alle necessità organizzative, vengono anche
effettuati seminari con la partecipazione di esperti esterni.
Per quanto riguarda gli argomenti trattati, una prima parte del corso è dedicata all’analisi delle principali opere in pietra
italiane del novecento, cogliendone caratteri di continuità e caratteri d’innovazione rispetto alla tradizione costruttiva del
passato. Le opere prese in considerazione si considerano significative sia rispetto allo sviluppo dell’architettura del nostro
paese, sia rispetto alla tecnologia dei materiali lapidei in generale, vista la centralità della produzione italiana a livello
internazionale.
Quindi si passa alla produzione contemporanea, analizzata attraverso aree tematiche che corrispondono ad altrettante
strutture sintattiche del linguaggio della pietra, quali acqua, natura, colore, monumento, curvatura, materiale,
immateriale, pellicolare, ecc.; particolare rilievo è dato al concetto di “sfida” tecnologica, riconoscibile in modo esplicito o
implicito in molte delle realizzazioni. Il campo di indagine, in questa fase, è quali tutto al di fuori dell’Italia.
La terza e ultima parte del corso è specificamente tecnica e approfondisce i principali problemi legati alla produzione e
alla posa in opera dei materiali lapidei: dai tipi di pietra naturale ai lapidei compositi e/o riciclati, dai procedimenti
costruttivi tradizionali in pietra portante a quelli più innovativi, comprendendo le tecniche dei rivestimenti e delle facciate
continue, dei pavimenti, degli elementi per l’arredo urbano e anche degli organismi completi; lo studio delle tecniche di
estrazione e delle lavorazioni in stabilimento è affiancato da visite alle aziende di produzione. Vengono affrontati, inoltre,
argomenti particolari come la stereotomia e il problema del degrado e dei dissesti.
L’attività progettuale avviene in forma di laboratorio (“atelier”), ovvero direttamente in aula, in gruppo, con l’assistenza
del docente e dei collaboratori. Tema di lavoro è la realizzazione di un complesso strutturato di organismi modulari,
progettati dai singoli gruppi, nell’ambito di un masterplan fornito dai docenti; ciascun modulo si caratterizza in relazione a
uno degli argomenti sviluppati nella parte teorica del corso. Il risultato dell’attività dell’atelier viene presentato a fine anno
nel corso di una mostra-evento, che corrisponde all’esame di profitto. Ciascun gruppo elabora alcune tavole di sintesi
nelle quali viene descritto il proprio modulo sia dal punto di vista formale che tecnico-costruttivo, arrivando di regola
all’analisi di dettaglio 1:20 (con eventuali approfondimenti a scala maggiore). Viene anche realizzato un plastico di ciascun
modulo, con regole comuni che permettano il montaggio di tutti gli elementi su di una base planimetrica complessiva.
Successivamente, lo stesso materiale viene elaborato e predisposto per essere presentato all’annuale edizione di
Marmomacc.
Marco Ferrero, Pietra Linguaggio Architettura, Melfi LE (Librìa, 2018)
|