Docente
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QUARANTOTTO DIANA
(programma)
Infinito e mutamento in Aristotele.
L’infinito e il mutamento sono ‘enti’ problematici e controversi. Nell’ambito della filosofia antica, sin dall’epoca dei cosiddetti ‘Presocratici’, il loro status ontologico è stato oggetto di diverse e spesso contrastanti concezioni. Aristotele è stato il primo a formularne teorie fisico-metafisiche elaborate in cui utilizza alcuni dei principali strumenti concettuali della sua filosofia, in particolare la dottrina delle categorie, la distinzione tra potenza e atto, e quella tra materia, forma, motore e fine. La teoria aristotelica dell’infinito e quella del mutamento sono sofisticate e filosoficamente avvincenti. Entrambe sono costruite in risposta a complesse sfide teoriche. La teoria dell’infinito mira, tra le altre cose, a spiegare come l’infinito possa essere ‘contenuto’ nel finito. Quella del mutamento mira a definirne la modalità d’essere, riabilitando lo status ontologico del mutamento (anche) in risposta contrapposizione platonica tra essere e mutamento.
M. Vegetti, F. Ademollo, Incontro con Aristotele. Quindici lezioni, Torino: Einaudi 2016.
L. A. Kosman, Aristotle’s Definition of Motion, in “Phronesis” 14, 1969: 40-62.
M. Ugaglia, Aristotele, Fisica Libro III, Roma: Carocci 2012.
M. Ugaglia, The Actuality of the Movable (by the Mover): Why Aristotle’s Definition of Motion is not Circular, in “Rhizomata” 4.2, 2016: 225-256.
M. Ugaglia, Existence vs. Conceivability in Aristotle: Are Straight Lines Infinitely Extendible?, Boston Studies in the Philosophy and History of Science, 2018: 249-272.
Testi e dispense fornite durante il corso e resi disponibili per tutte le studentesse e gli studenti in una cartella dropbox e/o in classroom.
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