Modulo: SCIENZE TECNICHE MEDICHE APPLICATE
(obiettivi)
PROGRAMMA E OBIETTIVI: Il ruolo del medico così come dello specialista, consiste nel definire, progettare e realizzare i percorsi assistenziali; nell’ambito delle malattie rare questa esigenza è massima. Si tratta di individuare una figura di medico: • competente: la competenza significa conoscenza diretta della patologia; • motivato: l’attenzione alle patologie rare richiede una particolare disposizione mentale del medico il quale deve concepire l’assistenza al malato di patologia rara come un’assistenza medica “allargata” che comporta spesso il carico di compiti non prettamente medici quali la soluzione di difficoltà di comunicazione. • disponibile: poiché la cura dei malati rari richiede un tempo superiore al normale standard dedicato ad altre patologie per la necessità di documentazione. • innovativo: il medico deve essere pronto ad attivare comportamenti nuovi sotto il profilo diagnostico, terapeutico e gestionale. La salute del cavo orale in taluni pazienti assume una grandissima importanza e rappresenta una vera e propria sfida per il personale odontoiatrico; soprattutto stabilire delle linee guida semplici e ripetibili per poter meglio approcciare e curare le affezioni orali ad essi correlati. L’immaginazione, l’ingegnosità e la flessibilità sono, quindi, necessarie per coloro che sono coinvolti nel trattamento delle persone disabili; la modificazione di procedure usuali associate a pazienza, calma e gentilezza sono le chiavi di approccio per questi speciali pazienti. L’odontoiatra e il suo staff possono dare un contributo importante al benessere e al valore personale di un paziente disabile; egli deve avere degli obiettivi ben precisi, che sono: • Motivare il paziente e colui che se ne occupa. Sviluppare, cioè, delle pratiche per la cura personale della cavità orale, volte al mantenimento dei tessuti orali sani. • Contribuire alla salute generale del paziente, poiché la salute orale ne è parte integrante. La prevenzione della perdita degli elementi dentali giova alla masticazione, che, a sua volta, è essenziale per prevenire la malnutrizione e aumentare la resistenza alle infezioni. • Prevenire la necessità di grandi interventi, che il paziente non sia in grado di sopportare, a causa di una riduzione della resistenza fisica o per la poca collaborazione. • Ultimo scopo, ma non meno importante, aiutare a migliorare l’estetica e quindi contribuire all’accettazione sociale. La maggior parte dei pazienti disabili, o almeno coloro che presentano un grado di collaborazione accettabile, possono essere curati in ambiente ambulatoriale in via del tutto sicura, sia per loro stessi, che per il professionista che li tratta. I gradi di collaborazione sono vari. Nella maggior parte dei casi risulta indispensabile, però, l’aiuto dei genitori, di ulteriori operatori o di ausili particolari per aumentare il loro grado di collaborazione come farmaci sedativi. Tra gli operatori ausiliari ci avvaliamo anche di personale socio-sanitario professionale, il quale, attraverso la clown terapia, collabora nella gestione del paziente, distogliendo l’attenzione dalle pratiche sanitarie e dalle emozioni negative, mutandole verso positività e collaborazione. Il problema principale da affrontare è il mantenimento della stessa, legata ovviamente alle mancanze del paziente, sia fisiche, che psichiche; in questo caso il ruolo dei genitori o di chi si occupa del paziente è fondamentale. Grande importanza, durante la prima visita, assume la capacità comunicativa nei confronti dei genitori. E’ bene porre loro delle questioni relative all’igiene orale e alle abitudini quotidiane e consigliare loro delle pratiche che possano giovare alla salute orale del paziente special need. E’ bene abituare il paziente special need all’utilizzo autonomo, laddove sia possibile, dello spazzolino affinchè i sentimenti di autostima e il raggiungimento dell’obiettivo costituiscano un netto vantaggio a livello psicologico. Questo è molto importante anche per il professionista, perché il paziente raggiungendo l’autostima diviene più motivato ad eseguire qualsiasi trattamento odontoiatrico. Vari sono i sussidi alternativi che tali pazienti possono utilizzare a casa loro in funzione delle capacità manuali che essi presentano. Quindi il primo passo, fondamentale, ai fini di una buona igiene orale è la rimozione del tartaro; essa può essere anche utile come approccio al paziente stesso. Seduto in poltrona al paziente può essere illustrato e descritto ogni singolo strumento; il paziente venendo a conoscenza dello strumentario sarà senz’altro meno timoroso e più motivato. Questa è la cosiddetta tecnica del “TELL-SHOW-DO”, cioè dire-mostrare-fare. Tale tecnica consiste in una spiegazione preliminare al piccolo paziente del funzionamento dello strumentario e delle sensazioni che potrebbe sentire, con dimostrazione pratico-clinica. Dovranno essere utilizzati termini comprensibili e accettabili psicologicamente dal bambino. Nei casi di pazienti meno collaboranti, spesso risulta necessaria l’utilizzo di una sedazione farmacologica, tramite benzodiazepine; oltre ad avere un effetto “calmante”, sul paziente, determina anche una riduzione della tonicità muscolare e amnesia post-intervento.
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Lingua
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ITA |
Corso di laurea
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Scienze delle professioni sanitarie tecniche assistenziali |
Programmazione per l'A.A.
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2019/2020 |
Anno
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Secondo anno |
Unità temporale
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Primo semestre |
Tipo di attestato
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Attestato di profitto |
Crediti
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2
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Settore scientifico disciplinare
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MED/50
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Ore Aula
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20
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Ore Studio
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-
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Attività formativa
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Attività formative caratterizzanti
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Canale Unico
Docente
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SFASCIOTTI GIAN LUCA
(programma)
PROGRAMMA E OBIETTIVI:
Il ruolo del medico così come dello specialista, consiste nel definire, progettare e realizzare i percorsi assistenziali; nell’ambito delle malattie rare questa esigenza è massima. Si tratta di individuare una figura di medico:
• competente: la competenza significa conoscenza diretta della patologia;
• motivato: l’attenzione alle patologie rare richiede una particolare disposizione mentale del medico il quale deve concepire l’assistenza al malato di patologia rara come un’assistenza medica “allargata” che comporta spesso il carico di compiti non prettamente medici quali la soluzione di difficoltà di comunicazione.
• disponibile: poiché la cura dei malati rari richiede un tempo superiore al normale standard dedicato ad altre patologie per la necessità di documentazione.
• innovativo: il medico deve essere pronto ad attivare comportamenti nuovi sotto il profilo diagnostico,
terapeutico e gestionale.
La salute del cavo orale in taluni pazienti assume una grandissima importanza e rappresenta una vera e propria sfida per il personale odontoiatrico; soprattutto stabilire delle linee guida semplici e ripetibili per poter meglio approcciare e curare le affezioni orali ad essi correlati. L’immaginazione, l’ingegnosità e la flessibilità sono, quindi, necessarie per coloro che sono coinvolti nel trattamento delle persone disabili; la modificazione di procedure usuali associate a pazienza, calma e gentilezza sono le chiavi di approccio per questi speciali pazienti. L’odontoiatra e il suo staff possono dare un contributo importante al benessere e al valore personale di un paziente disabile; egli deve avere degli obiettivi ben precisi, che sono:
• Motivare il paziente e colui che se ne occupa. Sviluppare, cioè, delle pratiche per la cura personale della cavità orale, volte al mantenimento dei tessuti orali sani.
• Contribuire alla salute generale del paziente, poiché la salute orale ne è parte integrante. La prevenzione della perdita degli elementi dentali giova alla masticazione, che, a sua volta, è essenziale per prevenire la malnutrizione e aumentare la resistenza alle infezioni.
• Prevenire la necessità di grandi interventi, che il paziente non sia in grado di sopportare, a causa di una
riduzione della resistenza fisica o per la poca collaborazione.
• Ultimo scopo, ma non meno importante, aiutare a migliorare l’estetica e quindi contribuire all’accettazione sociale.
La maggior parte dei pazienti disabili, o almeno coloro che presentano un grado di collaborazione accettabile, possono essere curati in ambiente ambulatoriale in via del tutto sicura, sia per loro stessi, che per il professionista che li tratta. I gradi di collaborazione sono vari. Nella maggior parte dei casi risulta indispensabile, però, l’aiuto dei genitori, di ulteriori operatori o di ausili particolari per aumentare il loro grado di collaborazione come farmaci sedativi. Tra gli operatori ausiliari ci avvaliamo anche di personale socio-sanitario professionale, il quale, attraverso la clown terapia, collabora nella gestione del paziente, distogliendo l’attenzione dalle pratiche sanitarie e dalle emozioni negative, mutandole verso positività e collaborazione. Il problema principale da affrontare è il mantenimento della stessa, legata ovviamente alle mancanze del paziente, sia fisiche, che psichiche; in questo caso il ruolo dei genitori o di chi si occupa del paziente è fondamentale. Grande importanza, durante la prima visita, assume la capacità comunicativa nei confronti dei genitori. E’ bene porre loro delle questioni relative all’igiene orale e alle abitudini quotidiane e consigliare loro delle pratiche che possano giovare alla salute orale del paziente special need. E’ bene abituare il paziente special need all’utilizzo autonomo, laddove sia possibile, dello spazzolino affinchè i sentimenti di autostima e il raggiungimento dell’obiettivo costituiscano un netto vantaggio a livello psicologico. Questo è molto importante anche per il professionista, perché il paziente raggiungendo l’autostima diviene più motivato ad eseguire qualsiasi trattamento odontoiatrico. Vari sono i sussidi alternativi che tali pazienti possono utilizzare a casa loro in funzione delle capacità manuali che essi presentano.
Quindi il primo passo, fondamentale, ai fini di una buona igiene orale è la rimozione del tartaro; essa può essere anche utile come approccio al paziente stesso. Seduto in poltrona al paziente può essere illustrato e descritto ogni singolo strumento; il paziente venendo a conoscenza dello strumentario sarà senz’altro meno timoroso e più motivato. Questa è la cosiddetta tecnica del “TELL-SHOW-DO”, cioè dire-mostrare-fare. Tale tecnica consiste in una spiegazione preliminare al piccolo paziente del funzionamento dello strumentario e delle sensazioni che potrebbe sentire, con dimostrazione pratico-clinica. Dovranno essere utilizzati termini comprensibili e accettabili psicologicamente dal bambino. Nei casi di pazienti meno collaboranti, spesso risulta necessaria l’utilizzo di una sedazione farmacologica, tramite benzodiazepine; oltre ad avere un effetto “calmante”, sul paziente, determina anche una riduzione della tonicità muscolare e amnesia post-intervento.
durante il corso verranno forniti articoli scientifici inerenti alle tematiche svolte
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Date di inizio e termine delle attività didattiche
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Modalità di erogazione
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Tradizionale
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Modalità di frequenza
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Obbligatoria
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Metodi di valutazione
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Prova scritta
Prova orale
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