Docente
|
MARIANO CARMELA
(programma)
Programma del Laboratorio
Premessa: le motivazioni di una scelta progettuale
L’assunzione delle nuove teorie della “complessità” ha generato, intorno negli anni ’80 e ’90, una riflessione sulle “specificità” della città contemporanea (le sue dimensioni, le sue forme, le sue relazioni interne, le sue culture, etc) con importanti ricadute sulle basi teoriche e operative della disciplina urbanistica. Tale riflessione ha aperto infatti una fase di revisione degli strumenti urbanistici che operano alle varie scale di intervento sulla città (dalla pianificazione generale alla pianificazione attuativa) con la sperimentazione di nuovi strumenti di pianificazione generale (piani strategici e piani strutturali) da un lato e nuovi strumenti operativi dall’altro (i programmi complessi).
Il termine “progetto urbano” (PU) viene associato comunemente alla famiglia dei predetti “programmi complessi”, termine utilizzato per indicare quella particolare serie di strumenti urbanistici attuativi (i programmi di recupero urbano PRU, i programmi di riqualificazione urbana PRIU, i programmi integrati PRINT, i programmi di riqualificazione urbanistica e di sviluppo sostenibile del territorio PRUSST) contrapposti, per contenuti, procedure, soggetti, forme di finanziamento, agli strumenti urbanistici attuativi tradizionali (piani particolareggiati PP, piani di lottizzazione PdL, piani di recupero PdR) previsti dalle legge urbanistica generale del 1942 e dalle sue successive integrazioni (legge-ponte del 1967, etc).
A differenza dei piani attuativi tradizionali che si muovono unicamente entro una logica deduttiva dal piano regolatore generale (esiste un piano regolatore generale con le sue norme tecniche di attuazione NTA che gli strumenti urbanistici attuativi devono rispettare), il PU contempla un governo continuo del progetto, dalla sua impostazione generale fino alla realizzazione e gestione, come condizione determinante nella costruzione di parti complesse di città e per il raggiungimento di esiti qualitativi soddisfacenti.
Il P.U. è piuttosto un procedimento, una metodologia di costruzione di un progetto di trasformazione urbana, una dimensione in parte metaprogettuale che definisce anche le successive modalità di intervento. Nonostante i tentativi di dare una definizione univoca del termine il progetto urbano continua a restare una “frontiera ambigua tra architettura e urbanistica”(Gasparrini, 1999). Ciò che risulta determinante e innovativo è la sua scala intermedia fra il piano urbanistico generale (sia tradizionale che strutturale) e gli strumenti attuativi, cioè a dire fra urbanistica e architettura: si parla così non più di progettazione urbanistica e di progettazione architettonica ma di progettazione urbana. Il progetto urbano non dipende dalla sua scala. Un progetto è urbano quando è generatore non di una singola soluzione architettonica ma di una struttura morfologica urbana, grande o piccola che sia, ma precisamente relazionata al contesto (Spigai, 1999). Una struttura suscettibile di raccogliere e indirizzare i contributi di una successione, prefigurabile anche nel lungo periodo, di progetti architettonici.
Il progetto urbano è tipico di un nuovo modo di intervenire sulla città: la costruzione della città sulla città è tipica della fase più recente delle trasformazioni delle città, profondamente diversa da quella fase di crescita urbana caratterizzata dalla grande espansione con nuovi quartieri autosufficienti. La costruzione del progetto urbano non può fondarsi dunque che sulla ricerca del dialogo con il contesto fisico e sociale, per definire un insieme organico di interventi sulla città che parte dalle opportunità che il luogo propone e che vanno individuate. Il progetto urbano non può esistere se non produce contesto; in altre parole se non produce tessuto urbano. In questo processo di integrazione riveste un ruolo importante l’immagine del progetto, il segno urbano, la capacità di generare identità, riconoscimento e senso di appropriazione da parte dei cittadini. La città contemporanea è soggetta ad una condizione contraddittoria: da un lato in essa sono in atto vasti processi di omologazione che la unificano, non solo strutturalmente e formalmente, ma soprattutto culturalmente (tutte le città tendono a somigliarsi sempre di più); dall’altro proprio questo processo stimola una reazione uguale e contraria volta al recupero e alla esaltazione dell’identità. Compito del progetto urbano è allora quello di promuovere l’omologazione (che è processo irreversibile) salvando l’identità o ricercando nuove identità. Pertanto riveste una notevole importanza l’attenzione progettuale alla definizione dello spazio vuoto (pubblico o di uso pubblico), flessibile, variabile, adattabile e utilizzabile da modelli sociali in costante e rapido mutamento, capace di recepire l’articolazione e la varietà delle esigenze, dei comportamenti e delle nuove pratiche sociali tipiche della città contemporanea.
Organizzazione del laboratorio
L’attività del laboratorio, che si svolgerà prettamente in aula, consisterà in una esercitazione di progettazione che sarà affrontata attraverso le seguenti fasi:
Fase di analisi e valutazione critica del territorio
1. Approfondimento conoscitivo del territorio
Gli elaborati, redatti in scala 1:10000 e 1:5.000, riguardano l’analisi e la comprensione del territorio esistente e del suo assetto programmato con l’obiettivo di individuare gli elementi strutturali del territorio suddivisi per sistemi (il sistema paesaggistico-ambientale e dei valori storico-culturali; il sistema insediativo e gli elementi caratterizzanti la morfologia urbana; il sistema della mobilità e il sistema delle dotazioni territoriali). Gli elaborati dovranno essere corredati da schemi di approfondimento su singoli tematismi e dovranno prevedere lo studio delle relazioni dell’area in esame con il contesto, evidenziando il sistema dell’accessibilità all’area dai principali punti di aggregazione sociale e dalle principali funzioni urbane localizzate nel settore e il sistema dei percorsi e delle direttrici.
2.Valutazione critica del territorio
Allo stesso tempo gli elaborati affronteranno:
- conoscenza del territorio articolata in modo da consentire la comprensione dei fenomeni e delle caratteristiche relativi all’area urbana prescelta per l’esercitazione con riferimento al contesto insediativo e territoriale di appartenenza, e riguardante: il sistema paesaggistico-ambientale e dei valori storico-culturali; il sistema insediativo e gli elementi caratterizzanti la morfologia urbana; il sistema della mobilità e il sistema delle dotazioni territoriali, ecc.
- individuazione dei valori/qualità esistenti sui quali fondare il “progetto” di riqualificazione;
- individuazione dei problemi e delle situazioni negative per le quali il “progetto” è chiamato a trovare idonee e adeguate soluzioni;
- individuazione delle potenzialità riconoscibili in alcune componenti e/o aggregazioni di componenti (secondo le relazioni che intercorrono tra queste) che possono rappresentare delle significative opportunità da “sfruttare” nel “progetto”;
- individuazioni dei rischi e delle situazioni negative potenziali riconosciute in alcune componenti e/o porzioni del territorio che il “progetto” dovrà correggere, orientare e/o eliminare
Fase della pianificazione
3. Strategie, obiettivi e interventi. Schema di Assetto preliminare
Questo elaborato, redatto in scala 1:5.000 ha lo scopo di:
- individuare le strategie e gli obiettivi di azione del programma integrato, distinguendo l’elenco degli interventi pubblici e privati
- individuare uno schema di organizzazione complessiva dell’area individuando le funzioni delle singole parti e il sistema dei percorsi e degli accessi.
Fase progettuale
4. Schema funzionale e dati quantitativi dei comparti sottoposto a progetto urbano e Abaco delle Regole per l’edificazione
Questo elaborato, redatto alla scala 1:2000, comprende la zonizzazione dell’area e l’individuazione dei comparti ed è corredato delle tabelle di calcolo degli standard urbanistici e delle quantità di ogni singolo comparto. L’elaborato è, inoltre, corredato dall’Abaco delle regole di edificazione dei singoli comparti.
6. Masterplan
Questo elaborato, redatto in scala 1:2000 con eventuali approfondimenti, rappresenta la proposta finale di assetto generale del territorio sulla base dell’analisi e degli obiettivi individuati negli elaborati precedenti.
I punti di maggiore attenzione saranno:
- INTEGRAZIONE CON IL TERRITORIO CIRCOSTANTE. Occorre definire schemi di massima accessibilità e permeabilità dai quartieri circostanti e, nei limiti del possibile, soluzioni di continuità con i tessuti urbani che abbiano l’obiettivo di “fare città;”
- INTEGRAZIONE DELLE FUNZIONI perseguendo l’obiettivo della mixité;
- ATTENZIONE ALLA COSTRUZIONE DELLO SPAZIO PUBBLICO, come spazio connettivo, collettivo e socializzante;
- ATTENZIONE AL SISTEMA GERARCHICO DELLA VIABILITÀ E DELLA ACCESSIBILITÀ
- INTEGRAZIONE DEL PROGETTO DEL VERDE con il sistema insediativo e della mobilità garantendo la continuità delle componenti della rete ecologica.
L’elaborato sarà corredato dei profili dell’area e di schemi, prospettive e approfondimenti su singole parti del progetto.
Gli studenti saranno organizzati in gruppi di tre-quattro persone.
A ciascun gruppo di studenti sarà fornito:
- il materiale cartografico di base (base dwg) scala 1:10000, 1:5.000, 1:2000 gli elaborati e le Norme Tecniche di Attuazione del Piano Regolatore Generale di Roma (2008), gli elaborati del PTPR (Piano Territoriale Paesaggistico Regionale) del 2007.
- materiale di supporto per l’esercitazione
Il corso prevede oltre all’esercitazione progettuale una sezione teorica articolata in alcune lezioni introduttive, alcuni approfondimenti su esperienze significative ai fini dell’esercitazione da svolgere e alcune comunicazioni finalizzate alla costruzione degli elaborati
Modalità di esame
L’esame avverrà con una prova unica e consisterà in:
a) una illustrazione degli elaborati progettuali prodotti a livello di gruppo
b) una interrogazione individuale sui contenuti delle lezioni e della bibliografia del corso.
E’ richiesta la frequenza obbligatoria al corso. Potranno sostenere l’esame gli studenti che avranno garantito almeno il 70% della presenza durante la durata del corso.
Bibliografia
- K. LYNCH, Progettare la città, la qualità della forma urbana, Etaslibri, Milano 1990.
In particolare:
cap.2 - Cos’è la forma della città e da cosa nasce
cap.4 - Tre teorie normative
cap.8 - Il significato
- K. LYNCH, L’immagine della città, Marsilio Editore, Venezia 1990.
In particolare:
L’immagine ambientale
L'immagine della città e i suoi elementi
- L.V. FERRETTI, L'architettura del Progetto Urbano. Procedure e strumenti per la costruzione del paesaggio urbano, FrancoAngeli 2012
Un testo a scelta tra i seguenti:
- B. SECCHI , La città dei ricchi e la città dei poveri, Editori Laterza, 2013
- F. INDOVINA, La metropoli europea. Una prospettiva, Editore Francoangeli, 2014
- E. GLAESER, Il trionfo della città, Bompiani, 2013
- M. MARCELLONI, Questioni della città contemporanea, FrancoAngeli, 2005
Bibliografia
- K. LYNCH, Progettare la città, la qualità della forma urbana, Etaslibri, Milano 1990.
In particolare:
cap.2 - Cos’è la forma della città e da cosa nasce
cap.4 - Tre teorie normative
cap.8 - Il significato
- K. LYNCH, L’immagine della città, Marsilio Editore, Venezia 1990.
In particolare:
L’immagine ambientale
L'immagine della città e i suoi elementi
- L.V. FERRETTI, L'architettura del Progetto Urbano. Procedure e strumenti per la costruzione del paesaggio urbano, FrancoAngeli 2012
Un testo a scelta tra i seguenti:
- B. SECCHI , La città dei ricchi e la città dei poveri, Editori Laterza, 2013
- F. INDOVINA, La metropoli europea. Una prospettiva, Editore Francoangeli, 2014
- E. GLAESER, Il trionfo della città, Bompiani, 2013
- M. MARCELLONI, Questioni della città contemporanea, FrancoAngeli, 2005
|