Docente
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SALVATORE ANDREA
(programma)
Le origini dell’anarchismo filosofico
Prima di venire alla ribalta come movimento politico che avrebbe segnato profondamente la storia non solo europea degli ultimi due secoli, l’anarchismo nasce in ambito filosofico, e come teoria precipuamente filosofica, nella prima metà dell’Ottocento. E nasce non già come movimento, bensì come sfida radicale – e in chiave radicalmente individualistica – ai sistemi di pensiero e alle teorie politiche allora dominanti. Ben prima di Nietzsche, è infatti Max Stirner con la pubblicazione de L’Unico e la sua proprietà nel 1844 a lanciare il più veemente atto d’accusa contro la civiltà europea, colta (e impallinata) nelle sue due radici: cristiana e idealistica sul piano speculativo, liberale e socialista su quello politico. Da quello che potrebbe definirsi il nichilismo libertario di Stirner si distingue, pur nella condivisa indagine circa il significato più autentico del concetto di libertà, l’individualismo anarchico che, esattamente negli stessi anni, trova espressione negli Stati Uniti con il saggio Civil disobedience di Henry David Thoreau (1849). La prospettiva anarchica ottocentesca verrà da ultimo messa a confronto con il saggio di Étienne de La Boétie Discours de la servitude volontaire (1576), che affronta una delle questioni cruciali in ottica libertaria, quella dell’assenso alle prescrizioni con forza di legge.
Max Stirner, L’unico e la sua proprietà (qualsiasi edizione).
Henry David Thoreau, Disobbedienza civile (qualsiasi edizione).
Étienne de La Boétie, Discorso sulla servitù volontaria (qualsiasi edizione).
Andrea Salvatore, L’anarchismo. Teoria, pratica, storia, DeriveApprodi, Roma 2020 (capitoli 1, 2, 3, 4).
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