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ATELIER DI PUBLIC E EXHIBIT DESIGN
(obiettivi)
l'Atelier di Public ed Exhibit design è concepito come un luogo di saperi dove trovano sintesi le declinazioni del design del progetto didattico proposto nelle sequenze formative precedenti. I risultati conseguiti preparano e guidano lo studente alle attività conclusive del percorso formativo in design, indirizzando lo studente nell’ambito del tirocinio e della prova finale. Obiettivi dell’attività formativaAcquisire conoscenze teoriche e tecniche, metodologiche e strumentali sperimentando la progettazione e la realizzazione di un allestimento di uno spazio di media complessità.Saperi necessari per il raggiungimento degli obiettivi- Conoscere le metodologie atte a sviluppare proposte innovative di artefatti nel campo del Public ed Exhibit Design.- Comprendere come nell’attività progettuale, sintesi di molteplici relazioni tra discipline diverse, debbano essere calibrati gli aspetti teorici-creativi con quelli scientifico-tecnici per far sì che la morfologia del progetto sia sviluppata coerentemente con la logica realizzativa che la sottende.- Sviluppare un percorso progettuale di un progetto di allestimento - dal concept al modello - di uno spazio di media complessità, controllandone le componenti spaziali e tecnologiche, sapendolo rappresentare sia in forma sintetica che tecnica finalizzata alla realizzazione.Sequenza delle diverse fasi dell’attività formativaPer il raggiungimento di tali risultati il corso è articolato in lezioni frontali, seminari ed esercitazioni approntate in relazione ai diversi argomenti di natura teorica, metodologica, tecnica ed operativa. In particolare il corso sarà caratterizzato dalla continua relazione e rispondenza tra il momento analitico-conoscitivo e quello sperimentale.Modalità di verifica dell’apprendimentoL'apprendimento viene verificato attraverso esercitazioni continue in cui lo studente applica le conoscenze che di volta in volta vengono trasmesse attraverso le lezioni frontali e le attività d’aula.In sede di esame sarà valutato il complesso delle esercitazioni prodotte e verificata l'effettiva conoscenza e padronanza dei principali argomenti trattati e affrontati durante il corso.
Canale: 2
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Bianchi Roberto
( programma)
1. Ambito disciplinare di intervento e finalità del corso
Il corso si propone di fornire gli strumenti conoscitivi e metodologici in grado di progettare e coordinare la realizzazione di spazi (sia indoor che outdoor, sia permanenti che temporanei) destinati all’Exhibit Design, al settore delle esposizioni, degli allestimenti di spazi culturali, per il tempo libero o commerciali ed alla progettazione di componenti che saranno, necessariamente, a questi spazi connessi. L’ambito disciplinare interessa la progettazione di luoghi dedicati alla collettività e comprende la progettazione di nuovi spazi o la trasformazione di spazi dati, ovvero la progettazione di allestimenti espositivi, padiglioni, spazi pubblici, istallazioni temporanee, etc. Trattasi di vere e proprie “micro architetture”, a volte prive di un contesto, effimere nella durata e leggere nella concezione. Lo scarto tra l’oggetto di design e la micro-architettura è infatti nel rapporto dimensionale, nella creazione di un dentro e di un fuori, nella relazione tra interno ed esterno, e nella presenza di requisiti ed esigenze a cui dover fornire una risposta in termini prestazionali.
Lo studente dovrà acquisire una metodologia che sia di guida nelle scelte di natura tecnico-progettuale che si rapportano alle condizioni del contesto nel quale si interviene e che siano appropriate ad ogni caso specifico. Il risultato ultimo è quello di acquisire conoscenze teoriche e tecniche, metodologiche e strumentali per sapersi orientare all’interno dell’articolato processo progettuale. Si intende formare così una figura di progettista che sia cosciente e capace di gestire la dimensione materiale dello spazio e degli oggetti in esso contenuti, nonché la molteplicità dei rapporti relazionali tra competenze specialistiche differenti che ruotano attorno alla figura del designer. L’obiettivo del corso è quello di delineare un percorso formativo finalizzato all’acquisizione di competenze specialistiche pluridisciplinari richieste ai professionisti che operano nel settore degli allestimenti di carattere permanente o temporaneo. La didattica si articolerà attraverso comunicazioni sulla cultura del progetto di allestimento, attività seminariali su specifiche tematiche di approfondimento inerenti l’esercitazione progettuale ed esercitazioni laboratoriali approntate in relazione ai diversi argomenti di natura teorica, metodologica, tecnica e operativa.
2. Il progetto 2.1. L’occasione / il luogo Tema del corso è il progetto di uno stand per Elica all’interno di Eurocucina FTK 2018.
Fondata nel 1974, EuroCucina – il Salone Internazionale dei Mobili per Cucina – affianca il Salone Internazionale del Bagno negli anni pari all’interno del quartiere di Fiera Milano a Rho in occasione della Design Week a Milano.
Nata con intenti divulgativi, Eurocucina rappresenta oggi il luogo in cui vengono esposte principalmente le cucine di alta qualità; questo in risposta alla sempre più importante e crescente domanda di funzionalità e bellezza. All’interno di Eurocucina la sezione FTK (Technology For the Kitchen) è dedicata agli elettrodomestici da incasso e cappe d’arredo; nei padiglioni FTK viene esposto il meglio della tecnologia applicata al mondo del “cucinare” e del vivere la cucina nell’innovativa dimensione della “connectivity”.
Come tutti i padiglioni fieristici anche i padiglioni in cui si svolge Eurocucina sono suddivisi in lotti, come una micro-città. E come in una città vi sono strade principali e strade secondarie, percorsi di maggiore affluenza e percorsi di servizio. La posizione dello stand all’interno del padiglione definisce quindi il suo ruolo nello spazio: da dove si accede principalmente? da dove arrivano le persone? da dove verrà visto? dove devo mettere il logo?
All’interno di FTK Elica dispone di uno spazio fieristico la cui superficie è inscritta in un lotto di pianta quadrata di dimensioni 21x21 metri, in una posizione non baricentrica del padiglione.
2.2. Elica corporation Fondata a Fabriano (AN) nel 1970 per iniziativa di Ermanno Casoli, Elica è leader mondiale nel settore delle cappe da cucina. Sorta come un’azienda familiare nel corso degli anni, tramite acquisizioni e crescita interna, ha seguito un percorso di internazionalizzazione fino a raggiungere le attuali dimensioni di un Gruppo che è presente nel mondo con otto stabilimenti tra Italia, Polonia, Messico, Germania, India e Cina; 3.700 dipendenti e una produzione annua di circa 19 milioni di cappe.
Attualmente Elica fa parte di un gruppo denominato Elica Corporation, che opera attraverso due business principali: area cooking e area motori e diversi marchi, tra cui i principali e più noti sono Elica, Guttmann, Ariafine. Nel primo Elica è leader mondiale in termini di unità vendute nel settore delle cappe a uso domestico; nel secondo, con il marchio Fime detiene la posizione di leadership in Europa nella progettazione, produzione e commercializzazione di motori elettrici per elettrodomestici e per caldaie da riscaldamento. L’area cooking progetta, produce e commercializza cappe da cucina a uso domestico, sia a marchio proprio sia attraverso i brand dei principali produttori internazionali di elettrodomestici e cucine e, per il mercato asiatico, anche piani cottura, forni e sterilizzatori. L’area motori progetta, produce e commercializza motori elettrici per elettrodomestici, cappe e caldaie da riscaldamento a uso domestico.
http://corporation.elica.com/it
2.3. Il brand Elica Come si desume facilmente dagli strumenti di comunicazione il posizionamento del brand Elica è incentrato su tecnologia, innovazione e design.
Il design per l’azienda svolge un ruolo significativo all’interno delle strategie commerciali che interessa il design delle cappe, la comunicazione e la progettazione degli stand per eventi fieristici. Possiamo definire Elica un’azienda design oriented. Sotto il profilo tecnologico, la tecnologia necessaria per realizzare una cappa è a basso contenuto innovativo, se lo guardiamo dal punto di vista della meccanica, ma alto potenziale innovativo sotto il profilo immateriale, ovvero del controllo e della connettività. Ed è proprio su questo aspetto che Elica sta sperimentando in questi ultimi anni.
Possiamo dire che l’innovazione, che tiene insieme sia la componente design che la ricerca tecnologica, è una delle componenti principali del marchio, uno dei suoi punti di forza.
http://elica.com/IT-it
2.4. Gli obiettivi del progetto Il progetto dello stand Elica deve soddisfare quattro diverse tipologie di obiettivi che, tutti insieme, compongono il brief:
Comunicare i valori del brand Il progetto dello stand Elica per Eurocucina dovrà essere il risultato di una lettura e di una interpretazione dei valori del brand, con uno sguardo rivolto al futuro: futuro della cucina, dell’atto del cucinare, dell’atto del consumare, dei valori espressi dal brand, etc. La lettura e l’interpretazione dei valori del brand sono ovviamente personali, ma nella lettura e nel racconto la relazione tra valori del brand / interpretazione / progetto dovrà essere chiaro e lineare, come anche la visione del futuro ad essi sottesa. All’interno degli obiettivi di comunicazione vi è anche naturalmente la visibilità del marchio e del logo.
Esporre e valorizzare i prodotti Naturalmente lo stand non ha solo una funzione di comunicazione ma deve anche, e forse soprattutto, mostrare i prodotti Elica, ovvero le cappe i piani cottura. Il principale ruolo dello stand è infatti quello di supportare la commercializzazione dei prodotti, sia attraverso la comunicazione che però anche la mostra e la valorizzazione dei prodotti. Il percorso di visita, il ruolo delle cappe, dei piani cottura, la loro visibilità deve essere un elemento centrale all’interno del progetto. All’interno del corso sarà fornito un elenco dei prodotti da esporre.
Accogliere il visitatore Lo stand svolge un ruolo importante nel rapporto tra l’azienda e l’utente, un ruolo primario nell’ interfaccia con il visitatore; deve far sentire il visitatore accolto, deve farlo sentire ospite, deve dedicare al suo tempo uno spazio all’interno del mondo Elica: una cucina, uno spazio ristoro ed una zona relax svolgono un ruolo importante all’interno del progetto.
Sotto il profilo costruttivo la realizzazione dello stand dovrà necessariamente adottare tecnologie “a secco”, facilmente montabili e smontabili, possibilmente riutilizzabili. È molto importante progettare pensando alle modalità costruttive; è auspicabile inoltre che le modalità costruttive siano declinate nell’ottica del design applicato alla costruzione.
3. Obiettivi didattici Il processo progettuale dovrà affrontare contemporaneamente tutti i molteplici livelli e aspetti del progetto: dall’analisi del programma e delle sue possibili articolazioni, al design dei componenti. Diversi dunque gli obiettivi didattici del corso:
- alla scala più ampia e comprensiva consiste nell’apprendere la complessità del processo progettuale attraverso la simulazione delle principali fasi del percorso: dall’elaborazione dell’idea, ai primi schizzi fino alla verifica delle scelte materiali; in un’ottica complessiva di responsabilità e consapevolezza delle scelte effettuate; - alla scala del progetto consiste nella capacità di elaborare delle scelte e le relazioni tra loro conseguenti; ovvero tra il tema, il disegno dello spazio, della sua forma e soprattutto del suo uso; - alla scala del manufatto nella capacità di connettere un obiettivo immateriale, come la definizione di un luogo e di uno spazio, con il dato materiale; ovvero nell’acquisizione della consapevolezza che ogni progetto trova la sua traduzione in forme e che questo prende corpo solo attraverso i mezzi tecnici ovvero attraverso la scelta del materiale e della sua utilizzazione; - alla scala della presentazione del progetto nella capacità di rappresentare l’idea, di elaborare un’immagine del progetto, sia nella capacità di disegnare in due dimensioni (piante e sezioni) lo spazio progettato che nell’elaborare un modello virtuale e fisico.
4. La struttura del corso 4.1. Il progetto come processo Lo studente dovrà operare attraverso disegni e modelli plastici, modelli virtuali, schizzi, disegni tecnici, seguendo un percorso metodologico complesso, che conduce alla soluzione finale attraverso sperimentazioni, prove ed errori, passando da una forma di rappresentazione ad un’altra.
Da un lato dunque il disegno: selezionando alcuni aspetti esso consente di acquisire nuove conoscenze sull’oggetto immaginato mentre, al tempo stesso, fornisce gli strumenti per poter apportare correttivi. In questo senso il disegno non è mera esposizione grafica dell’idea di progetto, ma è uno strumento di ricerca.
Dall’altra i plastici di studio: lo strumento del modello consente di valutare possibili variabili formali e differenti alternative, prima di approfondire l’idea definitiva di progetto. Il modello come il disegno è, soprattutto nella fase iniziale, uno strumento di indagine e sperimentazione.
Attraverso la dimensione del laboratorio, lo studente dovrà infatti acquisire la consapevolezza della valenza semantica del progetto, per la quale è richiesta correttezza sintattica e coerenza nelle scelte linguistiche relative agli aspetti formali, cromatici, materici e di dettaglio.
4.2. Il processo verso il progetto Il corso prevede le seguenti fasi di lavoro e le seguenti conseguenze immediate.
Ricerca Questa fase consisterà in una indagine analitica su studi di casi utili all'individuazione di temi guida essenziali per lo sviluppo del concept di progetto e nello sviluppo del concept stesso.
Durante la iniziale fase di ricerca ogni gruppo di lavoro dovrà selezionare gli esempi ritenuti più interessanti ed evidenziare le scelte progettuali rispetto ai seguenti argomenti:
- rapporto tra brand / obiettivi di comunicazione / progetto; - layout funzionale; - modalità espositive; - tecniche costruttive ed esecutività dell’intervento.
La fase di ricerca dovrà essere raccontata in max 10 slides. La data di presentazione della ricerca è il 20 ottobre.
Concept di progetto L’elaborazione del concept rappresenta un momento fondamentale del processo progettuale; esso dovrà essere “costruito” a partire dagli obiettivi – in questa fase naturalmente rivestono una grande importanza gli obiettivi di comunicazione del brand connessi alla valorizzazione dei prodotti. Il concept deve essere fondato su riferimenti coerenti con gli obiettivi e dovrà essere tradotto in quello che viene definito “concetto guida” del progetto, ovvero in un disegno ed un plastico capaci di esprimere le idee alla base del concept e al tempo stesso di guidare il successivo sviluppo del progetto. Il concept dovrà essere raccontato in max 10 slides. La data di presentazione del concept è stabilita nei giorni 27 ottobre e 03 novembre. Sviluppo del concept ed elaborazione del progetto definitivo Questa fase prevede lo sviluppo del concept per giungere alla definizione completa del progetto, attraverso le indicazioni delle caratteristiche funzionali, fisiche, percettive, materiche e tecnologiche. Sono richiesti schemi funzionali, elaborati grafici, e modelli di studio.
Il progetto dovrà essere definito e presentato entro la fine del mese di novembre.
Rappresentazione del progetto In questa fase il progetto dovrà essere rappresentato sia attraverso elaborati di carattere generale – piante e sezioni – che attraverso elaborati di scelta tecnica-costruttiva: selezione dei materiali, disegno di dettagli, etc. Piante, prospetti e sezioni in scala 1:50 / 1:20 / 1:10.
5. Elaborati per la valutazione finale Book di progetto Il book deve raccontare il progetto nella sua interezza, ovvero deve raccontare il processo progettuale in modo compiuto: dalla fase di concept, all’individuazione dei riferimenti materiali e immateriali, fino al progetto finale. Il book non è di supporto alle tavole ma è esso stesso un elaborato progettuale, dovrà essere dunque studiato nella composizione grafica, nella struttura dei contenuti e nella loro forma. Questo documento di lavoro è determinante anche ai fini del lavoro finale. Il formato del book sarà quadrato 21X21 cm.
Tavole di progetto Ai fini dell’espletamento della prova d’esame sono richiesti elaborati grafici, redatti in formato A1 orizzontale (cm 84 larghezza x 59,4 altezza), in bianco e nero e/o a colori. Non viene richiesto un numero minimo di elaborati. Le tavole dovranno contenere:
- pianta 1:200 di inquadramento; - pianta 1:50 con indicazione dei prodotti esposti; - pianta 1:50 del soffitto / pavimento (da concordare con la docenza in riferimento al progetto espositivo) - sezioni 1:50; - dettagli costruttivi 1:10 / 1:5
Nell’intestazione di ogni tavola dovranno essere apposte le indicazioni riguardanti, l'università, la facoltà, l'anno accademico, il Laboratorio, il docente, lo studente, il tema dell'esercitazione, il numero della tavola e il suo contenuto. Lo studente consegnerà inoltre una riduzione su carta in formato A3 delle tavole e riprenderà, dopo l'esame, gli elaborati in A1 lasciando le riduzioni al docente insieme ad un supporto informatico (DVD) contenente le tavole in A1 ed in A3 formato .jpg a risoluzione di 300 dpi.
Modelli di studio e modello finale del progetto Grande valore verrà attribuito ai modelli, in sede di esame dovranno essere portati tutti i modelli prodotti, da quelli iniziali a quello finale; la successione dei modelli consente di comprendere lo sviluppo del progetto.
6. Modalità d’esame L'accesso all'esame è subordinato all'ottenimento dell'attestato di frequenza che verrà concesso in relazione: alla presenza dello studente alle attività didattiche contemplate nel corso (presenza superiore al 70% del monte ore complessivo). Nel caso in cui le soglie di superamento delle presenze e del lavoro svolto non vengano raggiunte lo studente dovrà rifrequentare l’A.A. successivo. Qualora invece lo studente sia sopra soglia viene ammesso a sostenere l’esame finale.
L’esame è individuale, anche se il lavoro può essere svolto in gruppo di 2/3 studenti. Tutti gli argomenti trattati nel corso costituiscono oggetto d’esame, così come la valutazione del lavoro svolto in aula e delle consegne intermedie previste.
7. Bibliografia essenziale AYMONINO A., MOSCO V. P., Spazi pubblici contemporanei. Architettura a volume zero, Skira, Milano, 2006; ALTARELLI L., Light City. La città in allestimento, Meltemi, Roma, 2006; BIANCHI R., Small-buildings. Dispositivi costruttivi leggeri per l’architettura, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli (CZ), 2012; BETRON SCWARRZ F., Designing exhibitions / austellungen entwerfen, Birkhäuser - Publisher for Architecture, Basel, Boston, Berlin 2006; BRANZI A., L’allestimento come metafora di una nuova modernità, in Lotus International, n.115, Elemond, Milano, dicembre 2003; BRANZI A., Modernità debole e diffusa. Il mondo del progetto all’inizio del XXI secolo, Skira, Milano, 2006; CLEMENTE M. C., D’ALESSANDRO M., MIRZA S., (a cura di), Designing the Void, n.44, 2010; CLEMENTE M. C., D’ALESSANDRO M., MIRZA S., (a cura di), People as Design Transformer, n.45, 2010; MINISSI F., Il museo negli anni ’80, Edizioni Kappa, Roma, 1983; MINISSI F., RANELLUCCI S., Museografia, Bonsignori editore, Roma 1992; PEREC G., Specie di spazi, vivere è passare da uno spazio all’altro cercando di non farsi troppo male, Bollati Boringhieri, Torino, 1989; POLANO S., Mostrare l’allestimento in Italia dagli anni venti agli anni Ottanta, Lybra immagine, Milano, 2000; ZUMTHOR P, Pensare architettura, Electa, Milano, 2003;
(Date degli appelli d'esame)
Canale: 1
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CLEMENTE MARIA CLAUDIA
( programma)
1. Ambito disciplinare
Il corso si inserisce all’interno di quella disciplina che viene comunemente denominata Public & Exhibit design, area specifica del Design il cui obiettivo non è la progettazione di oggetti bensì la progettazione di luoghi dedicati alla collettività.
La disciplina del Public & Exhibit Design coinvolge dunque la progettazione di nuovi spazi o la trasformazione di spazi dati.
Il campo di applicazione del Public & Exhibit Design è quindi molto vasto andando a comprendere la progettazione di allestimenti espositivi, padiglioni, spazi pubblici, allestimenti temporanei, etc., ovvero tutta quella vasta parte delle costruzioni che non appartengono al mondo dell’architettura, inteso nel senso tradizionale del termine.
Progetti dunque privi di un contesto, effimeri nella durata, leggeri nella concezione, ma tutti rigorosamente pensati e dedicati alla collettività.
Gli studenti si dovranno misurare quindi con la progettazione di uno spazio, in questo senso di una “micro-architettura”. Lo scarto tra l’oggetto di design e la micro-architettura è infatti nel coinvolgimento della dimensione spaziale, nella creazione di un dentro e di un fuori, nel rapporto interno/esterno, nel rapporto con il corpo, nella presenza di requisiti ed esigenze a cui dover fornire una risposta in termini prestazionali, nel comprendere il concetto di individuo e di spazio condiviso.
2. Il progetto
Tema del corso è il progetto di uno stand per Elica all’interno di Eurocucina FTK 2018.
Nata nel 1974, EuroCucina – il Salone Internazionale dei Mobili per Cucina – affianca il Salone Internazionale del Bagno negli anni pari all’interno del quartiere di Fiera Milano a Rho in occasione della Design Week a Milano.
Nata con intenti divulgativi oggi Eurocucina è viceversa il luogo in cui vengono esposte principalmente le cucine di alta qualità; questo in risposta alla sempre più importante e crescente domanda di funzionalità e bellezza. All’interno di Eurocucina la sezione FTK (Technology For the Kitchen) è dedicata agli elettrodomestici da incasso e cappe d’arredo; nei padiglioni FTK viene esposto il meglio della tecnologia applicata al mondo del “cucinare” e del vivere la cucina nell’innovativa dimensione della “connectivity”.
Come tutti i padiglioni fieristici anche i padiglioni in cui si svolge Eurocucina sono suddivisi in lotti, come una micro-città. E come in una città vi sono strade principali e strade secondarie, percorsi di maggiore affluenza e percorsi di servizio. La posizione dello stand all’interno del padiglione definisce quindi il suo ruolo nello spazio: da dove si accede principalmente? da dove arrivano le persone? da dove verrà visto? dove devo mettere il logo?
All’interno di FTK Elica ha a disposizione un lotto di 21x21 metri, in una posizione non baricentrica del padiglione.
3. Gli obiettivi del progetto
Il progetto dello stand Elica deve soddisfare quattro diverse tipologie di obiettivi che, tutti insieme, compongono il brief:
Comunicare i valori del brand Il progetto dello stand Elica per Eurocucina dovrà essere il risultato di una lettura e di una interpretazione dei valori del brand, con uno sguardo rivolto al futuro: futuro della cucina, dell’atto del cucinare, dell’atto del consumare, dei valori espressi dal brand, etc.
La lettura e l’interpretazione dei valori del brand sono ovviamente personali, ma nella lettura e nel racconto la relazione tra valori del brand / interpretazione / progetto dovrà essere chiaro e lineare, come anche la visione del futuro ad essi sottesa. All’interno degli obiettivi di comunicazione vi è anche naturalmente la visibilità del marchio e del logo.
Esporre e valorizzare i prodotti Naturalmente lo stand non ha solo una funzione di comunicazione ma deve anche, e forse soprattutto, mostrare i prodotti Elica, ovvero le cappe i piani cottura. Il principale ruolo dello stand è infatti quello di supportare la commercializzazione dei prodotti, sia attraverso la comunicazione che però anche la mostra e la valorizzazione dei prodoetti. Il percorso di visita, il ruolo delle cappe, dei piani cottura, la loro visibilità deve essere un elemento centrale all’interno del progetto. Sarà fornito un elenco dei prodotti da esporre.
Accogliere il visitatore Lo stand svolge un ruolo importante nel rapporto tra l’azienda e l’utente, un ruolo primario nell’ interfaccia con il visitatore; deve far sentire il visitatore accolto, deve farlo sentire ospite, deve dedicare al suo tempo uno spazio all’interno del mondo Elica: una cucina, uno spazio ristoro ed una zona relax svolgono un ruolo importante all’interno del progetto.
Tutelare la privacy Infine lo stand deve poter accogliere piccole sale riunioni per meeting di lavoro o pranzi privati.
4. Il progetto dello stand
Il progetto deve comporre diversi obiettivi, da quelli immateriali come la comunicazione a quelli più materiali e funzionali come le salette riunioni.
Il progetto deve tenere conto dei flussi dei visitatori all’interno del padiglione e delle relazioni tra i diversi spazi richiesti dal brief di progetto.
Sotto il profilo costruttivo la realizzazione dello stand dovrà necessariamente adottare tecnologie “a secco”, facilmente montabili e smontabili, possibilmente riutilizzabili. E’ molto importante progettare pensando alle modalità costruttive; è auspicabile inoltre che le modalità costruttive siano declinate nell’ottica del design applicato alla costruzione.
5. Elaborati per la valutazione finale
Book di progetto Il book di progetto deve raccontare il progetto nella sua interezza, ovvero deve raccontare il processo progettuale in modo compiuto: dalla fase di concept, all’individuazione dei riferimenti materiali e immateriali, fino al progetto finale. Esso non è di supporto alle tavole ma è esso stesso un elaborato progettuale, dovrà essere dunque studiato nella composizione grafica, nella struttura dei contenuti e nella loro forma. Questo elaborato è importante anche ai fini del lavoro di tesi finale. Il formato del book sarà quadrato 21x21 cm.
Tavole Le tavole saranno in formato A1, non vi è un numero minimo di tavole ma un contenuto minimo: _ pianta 1:200 di inserimento _ pianta 1:50 con indicazione dei prodotti _ pianta 1:50 del soffitto/pavimento (a seconda del progetto) _ sezioni 1:50 _ dettagli costruttivi 1:10/1:5
Modelli di studio e modello finale del progetto Grande valore verrà data ai modelli, in sede di esame dovranno essere portati tutti i modelli prodotti, da quelli iniziali a quello finale; la successione dei modelli consente di comprendere lo sviluppo del progetto.
Bibliografia essenziale
AAVV, Parasite paradise. A manifest for temporary architecture and flexible urbanism, Nai Publishers, 2003.
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Altarelli L., Light City. La città in allestimento, Meltemi, Roma 2006.
Ambasz E. (a cura di). (1972). Italy: The New Domestic Landscape. New York: The Museum of Modern Art. Andrea Branzi, L’allestimento come metafora di una nuova modernità, Lotus 115, dicembre 2003.
Aymonino A. e Mosco Valerio P., Spazi pubblici contemporanei. Architettura a volume zero, Skira, 2006, Milano.
Branzi A., Modernità debole e diffusa. Il mondo del progetto all'inizio del XXI secolo, Skira, 2006
Cecere T., Guida, E., & Mango, R. (1984). L’abitabilità transitoria: la ricerca architettonica per nuove strategie abitative. Napoli: F.lli Fiorentino.
Clemente M. C., D’Alessandro M., Mirza S. (a cura di), Designing the Void, n_44, 2010.
Clemente M. C., D’Alessandro M., Mirza S. (a cura di), People as Design Transformer, n._45, 2010.
Firrone T. (2007). Sistemi abitativi di permanenza temporanea. Roma: Aracne.
Freeman M., Space_Japanese Design Solution for Compact Living, Universe Publishing, 2004.
Gehl J. e Genzoe L., Public space, public life, The Danish Architectural Press, 2004 Copenhagen.
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Gentile S. (1992), “Il Concorso Fantoni, nuove utilizzazioni del pannello MDF” in Guida, E. (a cura di). Sistemi abitativi di soccorso. Ricerche, esperienze didattiche (pp.23-24). Napoli: Officine Grafiche F. Giannini e Figli.
Guida E. (a cura di). (1992). Sistemi abitativi di soccorso. Ricerche, esperienze didattiche. Napoli: Officine Grafiche F. Giannini e Figli.
Jodidio P., Temporary Architecture Now, Taschen, 2011.
Jodidio P., Ten Years Serpentine Pavilions, Taschen, 2011. King, L. (2001). Shigeru Ban. London: Princeton Architectural Press.
Kronenburg R., Portable Architecture. Design and Technology, 2003.
Mango R., & Guida, E. (1988). Abitare l’emergenza. Studi e sperimentazioni progettuali. Napoli: Electa Napoli.
McQuaid M. (2003). Shigeru Ban, New York: Phaidon.
Parente M. (1992), “La risposta al concorso. L’esperienza didattica” in Guida, E. (a cura di). Sistemi abitativi di soccorso. Ricerche, esperienze didattiche (pp.25-48). Napoli: Officine Grafiche F. Giannini e Figli.
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Polano S., Mostrare, l’allestimento in italia dagli anni Venti agli anni Ottanta, Lybra immagine, Milano 2000.
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(Date degli appelli d'esame)
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Attività formative caratterizzanti
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