Docente
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CARELLA CANDIDA ASSUNTA
(programma)
‘Or qua te voglio, dolce Mafelina, che sei la musa di Merlin Cocaio’. Bruno e le opere italiane: la lingua, lo stile, le fonti.
Bruno, come molti suoi contemporanei, adottò il vernacolo e il latino a seconda dei contenuti, delle finalità e del pubblico a cui andava destinando i testi che pubblicava. Nella commedia parigina e nei sei dialoghi italiani pubblicati a Londra, Giordano Bruno usò il vernacolo italiano per veicolare sia una visione disincantata della condizione umana, sia un intero sistema filosofico, che proponeva una visione infinitista e vitalistica del cosmo, una metafisica infinitista e immanentista, l’esigenza di una profonda renovatio morale e una gnoseologia erotica ed eroica. Il corso analizzerà alcune peculiarità dello stile e del lessico italiano di Bruno, alcuni registri stilistici adottati nella scrittura prosastica e poetica e le fonti predilette; con particolare riferimento alla letteratura oscena, comica, burlesca, antiaccademica, anticlassicista, antipetrarchista e antiumanista, cui il Nolano attinse in modo significativo nella scrittura filosofica.
Giordano Bruno, Opere italiane, testi critici a cura di Giovanni Aquilecchia, coordinazione di Nuccio Ordine, 2 voll., Utet, 2004. Brani scelti dal Candelaio, da La cena de le ceneri, dalla Cabala del cavallo pegaseo, dagli Eroici furori; qualora l’edizione risulti fuori commercio, sarà possibile fare riferimento ai testi elettronici pubblicati ai seguenti link:
file:///C:/Users/user/Desktop/programma%202020-2021/il%20candelaio%20liber%20liber.pdf
http://lie22.let.uniroma1.it/DirBruno/CC/Bookreader/html/app.html
https://www.liberliber.it/mediateca/libri/b/bruno/cabala_del_cavallo_pegaseo_etc/pdf/cabala_p.pdf
http://prin.iliesi.cnr.it/testi/Bruno_Eroici_Furori_1585_1.pdf
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