Gruppo opzionale:
TAB. 2 - UN INSEGNAMENTO A SCELTA DELLO STUDENTE - (visualizza)
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6
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1016357 -
Entomologia
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BIO/05
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40
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Attività formative affini ed integrative
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ITA |
1041381 -
FITOGEOGRAFIA
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PARDUCCI LAURA
( programma)
La biogeografia delle piante (fitogeografia) è una disciplina molto ampia nel suo contenuto, che usa e cerca di sintetizzare discipline tra loro diverse: • Sistematica - classificazione e nomenclatura delle piante basata su un approccio filogenetico-sistematico (cladistico)• Ecologia vegetale• Evoluzione• Biologia riproduttiva delle piante (importanti per l’insediamento e la dispersione) • Genetica: le regole di base• Geologia e storia della Terra• Paleoecologia • Climatologia • Geografia.
ARGOMENTI delle LEZIONI (l’ordine degli argomenti potrà variare) • Introduzione al corso e alla disciplina della Biogeografia • Clima e vegetazione nel mondo • Biomi principali: habitat mediterranei, tropici, savane, deserti, foreste temperate, foreste pluviali temperate, foreste boreali e tundra, praterie temperate • Tempi geologici e tettonica delle placche • Tree-thinking • Evoluzione • Vicarianza, disgiunzione, dispersione, endemismi ed estinzione • Modelli di distribuzione e principali disgiunzioni • Conservazione delle specie/aree.
Nessuno obbligatorio, ma tre ottimi riferimenti ai principi generali della biogeografia che si possono consultare sono: • Lomolino, Riddle, Whittaker 2017 Biogeography: biological diversity across space and time’ 5th edition, Sinauer Associates. • Cox, Moore, Ladle 2016 ‘Biogeography: An ecological and Evolutionary Approach’ 9th edition, Wiley Blackwell. • Zunino, Zullini, 2004 ‘Biogeografia. La dimensione spaziale dell’evoluzione’, Casa Editrice Ambrosiana, Zanichelli.
(Date degli appelli d'esame)
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6
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BIO/02
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32
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24
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Attività formative affini ed integrative
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ITA |
1016362 -
Zoogeografia
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MANCINI EMILIANO
( programma)
STORIA DELLA ZOOGEOGRAFIA e INTRODUZIONE ALLE PROBLEMATICHE (4 ore) - Introduzione alla Zoogeografia - Obiettivi della zoogeografia, relazione con le altre discipline scientifiche, filosofia e principi di base, biogeografia storica ed ecologica; Storia della zoogeografia - Origine delle problematiche zoogeografiche, biogeografia pre-darwiniana, Wallace, Darwin e la biogeografia moderna, la rivoluzione concettuale del ventesimo secolo; I FATTORI DETERMINANTI DELLE DISTRIBUZIONI ANIMALI (6 ore) - La distribuzione delle specie - Concetto biologico di specie, mappare e misurare il range, il concetto di nicchia, meta-popolazione e sotto-popolazione, distribuzione e abbondanza, limiti all’areale, disturbance, interazioni inter-specifiche; Dispersione e immigrazione - Definizione di “dispersal”, dispersal ed espansione del range, meccanismi di movimento, le barriere fisiche ed ecologiche, corridoi e filtri biologici; I PROCESSI EVOLUTIVI (4 ore) - Speciazione ed estinzione - Definizione di specie, meccanismi di speciazione, speciazione allopatrica, simpatrica e parapatrica, concetti di endemismo e cosmopolitismo, distribuzioni disgiunte, radiazione adattativa, estinzione, macroevoluzione; L'EVOLUZIONE DEL PIANETA, I BIOMI E LE REGIONI BIOGEOGRAFICHE (18 ore) - La teoria del “Continental Drift”, la Tettonica delle Placche, Storia della tettonica e della vita animale sulla Terra, tettonica marina e delle isole; Le glaciazioni. Le glaciazioni del Pleistocene e il loro effetto sulle aree non-glaciali, i rifugi pleistocenici con particolare attenzione agli effetti sulla fauna europea; I biomi. I biomi terrestri: foreste, boschi, savane, praterie, deserti, tundra; Comunità marine, Comunità di acque dolci; i biomi a confronto; Le regioni biogeografiche (1). la regione paleartica con digressione sulla biogeografia della fauna europea ed effetti della crisi di salinità e delle glaciazioni sulla fauna d’Italia nel Pliocene e Pleistocene; Le regioni biogeografiche (2). Neartica, Afrotropicale, Malgascia, Orientale, Neotropicale, Australiana, Oceanica. I popolamenti animali delle aree artiche ed antartiche. Confini, suddivisioni e distribuzione dei biomi al loro interno. Analisi degli elementi faunistici significativi (endemiti, vicarianti), con esempi basati sui principali gruppi tassonomici animali. Zone di transizione fra regioni zoogeografiche: Sonorana, Sahariano-Sindica, Cinese, Wallacea (linee di Wallace, Weber e di Lydekker); RICOSTRUIRE LA STORIA BIOGIOGRAFICA DEI 'LINEAGES' ANIMALI (4 ore) - Sistematica, fenetica, filogenesi, sistematica molecolare, i record fossili e le datazioni molecolari; La ricostruzione della storia geografica dei lineages animali e dei biota. Centri di origine, dispersal e vicarianza, la filogeografia, casi di studio esemplificativi; BIOGEOGRAFIA INSULARE (4 ore) - Studio dei popolamenti insulari (in termini sia geografici che ecologici); Isole continentali ed oceaniche; Faune insulari ed evoluzione; La teoria dell'equilibrio insulare di Mac Arthur e Wilson.
Il programma prevede inoltre altre 8 ore dedicate alla discussione aperta con gli studenti su tematiche da loro scelte, e 12 ore destinate sia ad attività pratiche (analisi dati in filogeografia, etc.), sia a seminari di approfondimento.
Testi di riferimento: ‘Biogeography: biological diversity across space and time’ fifth edition, Lomolino, Riddle, Whittaker 2017, Sinauer Associates. ‘Biogeography: An ecological and Evolutionary Approach’ ninth edition, Cox, Moore, Ladle 2016, Wiley Blackwell.
Altri testi: ‘Biogeografia. La dimensione spaziale dell’evoluzione’, Zunino, Zullini, 2004, Casa Editrice Ambrosiana. ‘Biogeography: An ecological and Evolutionary Approach’ ninth edition, Cox, Moore, Ladle 2016, Wiley Blackwell.
(Date degli appelli d'esame)
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6
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BIO/05
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32
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24
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Attività formative affini ed integrative
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ITA |
1023616 -
DIDATTICA DELLA MATEMATICA
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6
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MAT/04
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48
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Attività formative affini ed integrative
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ITA |
10596290 -
INVASIONI BIOLOGICHE E CAMBIAMENTI GLOBALI
(obiettivi)
Obiettivo generale: Fornire conoscenze specialistiche sulle invasioni biologiche come componenti dei cambiamenti globali
Altri obiettivi: Conoscere e saper comprendere i fenomeni invasivi e il ruolo delle invasioni biologiche come componente dei cambiamenti globali, inclusa la perdita della biodiversità e i cambiamenti climatici.
Saper applicare le conoscenze e le capacità apprese sui fenomeni invasivi
Avere la capacità di valutare i rischi delle invasioni e di formulare ipotesi sugli strumenti per la loro gestione
Saper comunicare in maniera efficace le informazioni conosciute tramite presentazioni orali
Avere la capacità di attingere a diverse fonti di informazione tra cui libri di testo, bibliografia scientifica, documenti tecnici e normativi, banche date in rete sia in italiano sia in inglese.
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CELESTI LAURA
( programma)
1 Invasioni biologiche e global change. Introduzione. Double trouble: le specie invasive come componente dei cambiamenti globali; gli effetti dei cambiamenti globali sulle invasioni.
1.1 Invasioni biologiche e biodiversità. Il paradosso della biodiversità: aumento di specie a scala locale e perdita di biodiversità a scala globale. Invasioni e omogeneizzazione biotica: biodiversità non è solo numero di specie. Interazioni biotiche, facilitazione tra specie invasive (invasional meltdown). Teoria della resistenza biotica (diversity resistance). Minaccia alla conservazione di taxa rari ed endemici, estinzione di specie. L’esempio dei mammiferi predatori invasivi. Time lags e debito di invasione.
1.2 Vulnerabilità dei sistemi insulari. Invasioni e minaccia alla biodiversità nelle isole. L’esempio del Mediterraneo. Invasioni di specie nelle piccole isole italiane.
1.3 Specie invasive e cambiamenti climatici. Temperatura e distribuzione delle specie a scala globale e in Europa. L’espansione delle piante invasive termofile in Italia, strategie adattative delle piante: l’avanzata delle sempreverdi nella regione dei laghi insubrici, delle legnose azotofissatrici e delle succulente nel Mediterraneo.
1.4 Dalla scala globale a quella locale. Durante il corso saranno selezionati casi di studio di particolare attualità.
2 Il processo di invasione. Dall’introduzione all’invasione. Recente accelerazione del processo e flussi di specie alloctone a scala globale; scambio tra continenti, donatori e accettori di specie.
3 Habitat invasi. Ambienti terrestri, ripariali acquatici; naturali e antropizzati. Le aree urbane come centri di introduzione e naturalizzazione delle specie invasive.
4 Impatti delle specie invasive. Aspetti generali e casi di studio.
4.1 Impatti ecologici. La classificazione IUCN EICAT (Environmental Impact Classification for Alien Taxa). Applicazioni e casi di studio.
4.2 Impatti socio-economici. Il modello SEICAT (Socio‐economic Impact Classification of Alien Taxa). Impatti sanitari, esempi di specie dannose alla salute dell’uomo. Impatti sulle attività produttive, coltivazioni, allevamento. Il biodeterioramento dei beni archeologici e storici. Il caso di Ailanthus altissima a Roma, in Italia e nel mondo.
5 Gestione delle invasioni. Prevenzione, controllo, eradicazione, comunicazione.
5.1 Strumenti di gestione delle specie alloctone. Enti competenti. Prioritizzazione e analisi del rischio. La normativa sulle specie invasive. La normativa internazionale, nazionale e regionale. Linee guida strategiche. Il Regolamento dell’Unione Europea 1143/2014 sulle specie invasive. Le specie di rilevanza Unionale, le principali specie animali e vegetali presenti in Italia. L’European Alien Species Information Network (EASIN). Citizen Science. Codici di condotta volontari: animali da compagnia, florovivaismo e verde ornamentale, giardini zoologici, acquari, orti botanici.
5.2 Tecniche gestionali post-introduzione. Controllo meccanico, chimico e biologico delle piante invasive. Cenni generali, metodi a confronto. Il programma LIFE. I progetti LIFE sulla gestione delle specie invasive in Italia. Il controllo delle invasioni nelle isole come elemento chiave per la conservazione della biodiversità. Eradicazione del ratto e di altre specie animali e vegetali per la conservazione degli habitat, degli uccelli marini e di altre specie di flora e fauna. I progetti LIFE in Italia. Il progetto Ponderat sulle isole Ponziane.
6. Fonti di informazioni sulle invasioni biologiche, orientarsi dai musei al social networking. Letteratura scientifica: banche dati citazionali (Web of Science, Scopus, Google Scholar), piattaforme di social network (ResearchGate and Academia.edu), codici bibliometrici (DOI, ISBN) e identificativi degli autori (ORCID); banche dati, siti web, report tecnici, normativa; biblioteche, musei, erbari e orti botanici.
Durante il corso verranno forniti agli studenti articoli scientifici, testi, siti internet, banche dati, documenti tecnici e normativi, ed altro materiale didattico per la preparazione dell’esame. Il materiale viene caricato sulla piattaforma e-learning Sapienza.
(Date degli appelli d'esame)
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6
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BIO/03
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24
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36
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Attività formative affini ed integrative
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ITA |
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Gruppo opzionale:
TAB. 3 - UN INSEGNAMENTO A SCELTA DELLO STUDENTE - (visualizza)
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6
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1047794 -
BIODIVERSITA' VEGETAZIONE E VALORIZZAZIONE DEI SISTEMI RURALI
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DE SANCTIS MICHELE
( programma)
• Biodiversità Teoria: Introduzione al corso. Storia del termine. Origine della biodiversità: breve storia della vita. I driver della biodiversità: speciazione ed estinzione (evoluzione). Livelli di organizzazione della biodiversità (genetico, specifico, ecosistemico). Scale di analisi (α-β-γ diversità). Tipologie (diversità tassonomica, funzionale, filogenetica, strutturale). Pattern di distribuzione geografica della biodiversità: teoria biogeografica delle isole, gradiente latitudinale, altitudinale, hot-spot di biodiversità. Ipotesi che spiegano questi pattern: ipotesi ecologica (clima-ricchezza di specie); modelli nulli (costrizioni geometriche e “mid-domain effect”); ipotesi storica (tropical niche conservatism; estinzioni di massa); ipotesi evolutiva (variazione del tasso di diversificazione (speciazione-estinzione) con la latitudine). Metodologie di raccolta dati e di analisi. Esercitazioni: Casi studio nella letteratura internazionale, analisi di progetti svolti in ambito nazionale e internazionale, raccolta dati in micro-plot di vegetazione assegnati a ciascun studente, analisi dei dati utilizzando QGIS e R softwares.
• Agrobiodiversità Teoria: Sviluppo del concetto e sue interpretazioni. Principali componenti. Pattern di distribuzione: sviluppo dell’agricoltura, centri di diversità, processi di domesticazione, il movimento delle cultivar nel mondo. In Italia: distribuzione dei progenitori delle piante coltivate, caratteristiche ecologiche, domesticazione. Agricoltura intensiva, Agroecologia, Sovranità alimentare, “clean” food. Seminari di esperti dell'ARSIAL: legislazione internazionale, nazionale e regionale, programmi di sviluppo di agricoltura sostenibile e conservazione di cultivar tradizionali. Metodologie di raccolta dati e di analisi. Esercitazioni: Casi studio nella letteratura internazionale, analisi di progetti svolti in ambito nazionale e internazionale, metodi di analisi utilizzando dati forniti nell’ambito del corso e/o scaricati da database open-access. Visita ad aziende dimostrative dell’ARSIAL che conservano cultivar antiche a rischio di erosione genetica.
• Vegetazione, paesaggio e Agroecosistemi Teoria: Esistono le comunità di piante? Analisi del dibattito Clements-Gleason e del suo sviluppo; cenni di ecologia delle comunità. Fitosociologia: background teorico, metodi di campionamento (rilievo fitosociologico)e di analisi (tecniche di analisi multivariata per la classificazione, ordinamento e identificazione delle specie caratteristiche delle comunità di piante). Il paesaggio rurale nel dibattito scientifico e nelle politiche per l’ambiente. Agroecosistemi: componenti abiotici (clima, suolo, disturbi), biotici patogeni, parassiti, organismi del suolo, impollinatori, biodiversità naturale). Elementi di agroecologia. Seminario di esperta dell’ICEA relativi all’agricoltura biologica. Seminario di esperto di rilevamento e analisi fitosociologiche. Metodologie di raccolta dati e di analisi. Esercitazioni: Casi studio nella letteratura internazionale, analisi di progetti svolti in ambito nazionale e internazionale, rilevamenti fitosociologici in campo (attività formative sul terreno), analisi di dati raccolti in campo con R, Juice, Turboveg, Qgis softwares.
• Conservazione della biodiversità e agrobiodiversità Teoria: Principali minacce: la sesta estinzione di massa e l’Antropocene (land degradation, cambiamenti climatici, specie “aliene”, frammentazione), agricoltura e allevamento intensivi. Strategie di conservazione della biodiversità nelle direttive nazionali e internazionali per la sua conservazione (CBD, Direttiva Habitat…..). Seminario di esperti della Regione Lazio sulla legislazione e i programmi di conservazione della natura regionali e nazionali. Fallimento del Piano Strategico per la Biodiversità 2010-2020: siamo ancora in tempo? Metodologie di raccolta dati e di analisi. Esercitazioni: Casi studio nella letteratura internazionale, analisi di progetti svolti in ambito nazionale e internazionale.
Testi adottati ISPRA, Manuali e linee guida 47, 2008. Indicatori di Biodiversità per la sostenibilità in Agricoltura. (http://www.isprambiente.gov.it/contentfiles/00003400/3453-mlg-47-2008-biodiversita-agric.pdf/view) ISPRA, Rapporti 128, 2010. Multifunzionalità dell'azienda agricola e sostenibilità ambientale. http://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/multifinzionalita-dellazienda-agricola-e ISPRA, Manuali e linee guida 62, 2010. Aree agricole ad alto valore naturale: dall'individuazione alla gestione.http://www.isprambiente.gov.it/it/temi/biodiversita/lispra-e-la-biodiversita/attivita-e-progetti/aree-agricole-ad-alto-valore-naturale-dallindividuazione-alla-gestione Lomolino, Riddle, Whittaker, 2016. Biogeography. Fifth Edition pag. 556-519 Miitelbach, McGill, 2012. Community ecology. Oxford University Press, Second Edition. Cap. 2 “Patterns of Biological Diversity”, Cap. 3 “Biodiversity and Ecosystem functioning”, Cap. 12 “Community assembly and species traits” Schulze, Beck, Buchmann, Clemens, Müller-Hohenstein, Scherer-Lorenzen 2019. Plant Ecology. Springer, Second Edition, Cap. 20: “Biodiversity” e le pagine 674-684; 696-714; 744-827 Thompson 2020. Plant Evolution in the Mediterranean: Insights for Conservation. Oxford University Press, Cap. 1 “A Mediterranean history”, Cap. 4 “The evolution of a cultural heritage” Kent 2012. “Vegetation Description and analysis”. Wiley Blackwell, Second Edition. Cap. 2 “Environmental gradients, plant communities and vegetation dynamics”; Cap. 7 “Phytosociology and the Phytosociology and the Z¨urich-Montpellier (Braun-Blanquet) school of subjective classification”
(Date degli appelli d'esame)
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6
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BIO/03
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40
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-
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Attività formative affini ed integrative
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ITA |
1023620 -
ECOLOGIA UMANA E STORIA NATURALE DEI PRIMATI
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6
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BIO/08
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40
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12
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Attività formative affini ed integrative
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ITA |
1055500 -
CONSERVAZIONE DELLE RISORSE FORESTALI
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BURRASCANO SABINA
( programma)
1. Concetti generali (Lezioni 1-2) Definizioni: Bosco/foresta, albero/arbusto, soprassuolo/sottobosco. Altre terre boscate. Implicazioni gestionali e politiche della definizione di bosco Concetti di individuo, popolazione, comunità negli ecosistemi forestali
2. Ecologia dei sistemi forestali (Lezioni 3-4-5) Composizione (Biodiversità forestale) Struttura (stratificazione verticale e tessitura) Funzione (Funzioni ecosistemiche delle foreste) Competizione, Stress e Disturbo negli ecosistemi forestali Relazioni tra pattern e processi
3. Indicatori di gestione forestale sostenibile (Lezioni 6-7-8) Area forestale a livello globale. Significato locale e globale delle variazioni di area forestale. Foreste piantate e naturali. Naturalità dei sistemi forestali. Afforestazione. Espansione naturale delle foreste. Riforestazione. Deforestazione. Degradazione delle Foreste. Meccanismi REDD+. Area forestale in Europa. Caratteristiche e tendenza. Stima delle risorse forestali in campo: misurazione di diametri e altezze degli alberi e calcolo di area basimetrica e volume legnoso. Volume legnoso nelle foreste europee. Caratteristiche e tendenza. Età e distribuzione diametrica. Misurazione dell’età degli alberi, del bosco. Dendrocronologia.
4. Tipi forestali a diverse scale (Lezioni 9-10-11) Biomi forestali tropicali, savana, taiga, foreste mediterranee, foreste temperate Tipi Forestali in Europa Tipi forestali in Italia
5. Elementi di selvicoltura (Lezioni 12-13-14-15) Forme di governo a scala globale Principali forme di governo e trattamenti in Italia Foreste non gestite: eterogeneità strutturale e continuità ecologica.
6. Pianificazione Forestale (Lezioni 16-17) Sostenibilità e multifunzionalità. Strategia forestale nell’Unione Europea. Pianificazione nazionale (Testo unico forestale). Pianificazione regionale. Ecologia del fuoco, incendi e conservazione delle risorse forestali.
7. Le foreste europee e la conservazione della biodiversità (Lezioni 18-19-20) Direttiva Habitat Rete Natura2000 Stato di conservazione degli habitat forestali Pressioni e minacce
Corona et al. (2011) Pianificazione ecologica dei sistemi forestali. Compagnia delle Foreste, Arezzo.
(Date degli appelli d'esame)
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6
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BIO/03
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40
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-
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-
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Attività formative affini ed integrative
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ITA |
1052320 -
PEDAGOGIA SPERIMENTALE CORSO AVANZATO
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6
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M-PED/04
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48
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-
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Attività formative affini ed integrative
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ITA |
10595971 -
MICROPALEONTOLOGIA APPLICATA AI CAMBIAMENTI CLIMATICI
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6
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GEO/01
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48
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Attività formative affini ed integrative
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ITA |
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1047805 -
CONSERVAZIONE E GESTIONE DELLA VEGETAZIONE E DEL PAESAGGIO
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RICOTTA CARLO
( programma)
CORSO DI STUDIO (CdS) IN: SCIENZE DELLA NATURA
Anno Accademico: 2020/2021
Insegnamento: Conservazione e gestione della vegetazione e del paesaggio
Anno di insegnamento: 2021
Docente: Carlo Ricotta
Dipartimento: Biologia Ambientale (edificio di Botanica)
Piano: I Stanza: 115 Telefono: 06 4991 2504
E-mail: carlo.ricotta@uniroma1.it
Pre-requisiti: Conoscenze naturalistiche ed ecologiche di base
Crediti (CFU): 12
Obiettivi di apprendimento
Sviluppare la capacità di osservazione ed analisi per lo studio della distribuzione degli ecosistemi vegetali e delle loro interazioni con i fattori climatici, fisiografici e geomorfologici. Far acquisire il quadro conoscitivo di riferimento per interventi di conservazione e gestione.
Programma dell’insegnamento
Classificazione e cartografia della vegetazione.
Cenni di Ecologia del paesaggio: obiettivi e principi.
Definizione di paesaggio. Evoluzione del concetto di paesaggio. Il ruolo del naturalista nella definizione e cartografia dei paesaggi.
Analisi del paesaggio: frammentazione, connettività, cambiamento di copertura del suolo, reti ecologiche, servizi ecosistemici.
La cartografia della copertura ed uso del suolo. La classificazione ecologica del territorio: principi, metodi e schemi classificatori.
Qualità ambientale, naturalità e stato di conservazione degli ecosistemi e del paesaggio.
Descrittori di Dublino
1. Conoscenza e comprensione – lo studente acquisirà le conoscenze sulla cartografia vegetale, sui metodi di analisi del paesaggio vegetale e della sua evoluzione spaziale e temporale, sulle relazioni tra uso del suolo e ambiente e sui modelli di classificazione del paesaggio vegetale.
2. Capacità di applicare conoscenza e comprensione – lo studente acquisirà le capacità di utilizzare i metodi di analisi necessari alla pianificazione del paesaggio vegetale ed alla gestione del territorio.
3. Capacità critiche e di giudizio – nel corso delle lezioni e delle esercitazioni lo studente svilupperà capacità critiche e di giudizio relative all’analisi ed alla gestione del paesaggio vegetale.
4. Capacità di comunicare quanto si è appreso – Nel corso delle lezioni e delle esercitazioni gli studenti sono stimolati ad interagire tra loro e con i docenti al fine di acquisire un linguaggio specifico e le necessarie abilità comunicative che gli consentano di interagire con un ampio spettro di professionisti e portatori di interesse.
5. Capacità di apprendimento – le capacità acquisite consentiranno allo studente di continuare in piena autonomia il percorso formativo e professionale.
Bailey R.G. 1996. Ecosystem geography. Springer.
Dramstad W.E., Olson J.D., Forman, R.T.T. 1996. Landscape Ecology Principles in Landscape Architecture and Land-Use Planning, Harvard University Graduate School of Design.
Pedrotti F. 2004. Cartografia Geobotanica. Pitagora Editrice, Bologna.
Pignatti S. 1995. Ecologia vegetale. UTET.
Turner M.G. 2000. Ecologia del Paesaggio, Vivere in un mosaico. In: Dodson S.I., Allen T., Carpenter S.R., Ives A.R., Jeanne R.L., Kitchell J.F., Langston N.E., Turner M.G. Ecologia, Zanichelli, Cap. 3, pag. 77-96. Turner M.G., Gardner R.H., O’Neill R.O. 2001. Landscape ecology in theory and practice. Springer-Verlag.
Ulteriore materiale di studio e di approfondimento potrà essere consigliato e/o distribuito a lezione.
(Date degli appelli d'esame)
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IBERITE MAURO
( programma)
Le escursioni interdisciplinari della laurea magistrale si propongono di avvicinare lo studente alla lettura del territorio in una visione integrata delle diverse componenti ambientali: geologiche, botaniche e zoologiche. L’utilizzo di fonti bibliografiche e carte tematiche del territorio in esame saranno fondamentali nell’analisi ed interpretazione delle diverse componenti ambientali al fine di stimolare la discussione fra gli studenti e il corpo docente.
Verrà fornito il materiale didattico e scientifico relativo al territorio in cui verrà effettuata l’escursione.
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12
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BIO/03
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72
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12
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Attività formative caratterizzanti
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ITA |