Gruppo opzionale:
GRUPPO OPZIONALE OMOGENEO GEO/05 - (visualizza)
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1034908 -
GEOLOGIA APPLICATA ALLE COSTRUZIONI
(obiettivi)
Obiettivi formativi: Capacità di sistematizzare e indirizzare le conoscenze geologico-tecniche verso le applicazioni in campo ingegneristico.
Risultati dell’apprendimento: Acquisizione di conoscenze di base sulla interazione terreno-strutture per le principali tipologie di costruzioni; sviluppo della capacità di applicazione di conoscenze geologiche, geomorfologiche, idrogeologiche, geomeccaniche e geotecniche quale fondamentale contributo alla progettazione, realizzazione e monitoraggio di opere di ingegneria
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BOZZANO FRANCESCA
( programma)
Approccio geologico-tecnico alle costruzioni secondo il dettato delle norme tecniche delle costruzioni. Criteri di progettazione e realizzazione di campagne geognostiche in relazione agli obiettivi progettuali.Indagini geognostiche: sondaggi, piezometri, campionamenti, prove in sito. Propagazione dei sovra-carichi verticali nel sottosuolo: dalla teoria di Boussinesq agli abachi per diverse geometrie di carico. Stima dei tempi di consolidazione: Teoria della consolidazione. Spinta dell’acqua su diverse tipologie di opere e in diverse condizioni di flusso. Fondazioni superficiali e fondazioni profonde: stima della capacità portante con diversi approcci di calcolo e previsione dei cedimenti totali e differenziali indotti e dei tempi di consolidazione (teoria della consolidazione). Muri di sostegno a gravità: calcolo delle spinte del terreno per il dimensionamento dell’opera. Geologia applicata alle grandi opere in sotterraneo (gallerie) e alle opere di sbarramento di corsi fluviali (dighe): problematiche geologico-tecniche in fase di progettazione, realizzazione e post-realizzazione. Approccio alla valutazione della azione sismica.
Sono previste alcune esercitazioni numeriche sui seguenti argomenti: interpretazione di prove in sito ed utilizzo di correlazioni empiriche; variazioni di tensioni verticali indotte da sovraccarichi; stima dei tempi di consolidazione primaria; valutazione spinta dell’acqua; capacità portante di fondazione superficiali e profonde; calcolo di cedimenti primari e secondari indotti da fondazioni superficiali e dei tempi di consolidazione; verifiche su muri di sostegno. Infine, sarà valutata la possibilità di visite a cantieri operanti in relazione alle disponibilità specifiche
L.I. GONZALES DE VALLEJO (2005), Geoingegneria, Ed. Pearson LANCELLOTTA (2004) , Geotecnica, Ed. Zanichelli. C. VALORE (1997), Meccanica dei terreni, Dario Flaccovio Editore Files Power Point del docente (distribuiti attraverso portale).
(Date degli appelli d'esame)
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GEO/05
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12
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Attività formative caratterizzanti
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ITA |
1038208 -
STABILITA' DEI VERSANTI
(obiettivi)
Obiettivi formativi: Obiettivo del corso è fornire elementi basilari per l’impostazione di analisi delle condizioni di stabilità di versanti naturali o artificiali a partire da una corretta definizione del modello geologico di rottura e del cinematismo di frana. Durante il corso verranno presentati esempi e casi di studio riferiti a diverse tipologie di meccanismi di frana con associate analisi di stabilità, affinché gli strumenti di analisi introdotti trovino concreti casi di applicazione nell’ottica della pianificazione territoriale e degli interventi di consolidamento o bonifica.
Risultati dell’apprendimento: Capacità di applicare la modellazione geologico-tecnica alla descrizione di versanti di frana, capacità di discriminare ed attribuire ai fenomeni di frana specifici meccanismi di rottura ed associati stati e stili di attività, capacità di applicare metodi di analisi di stabilità per via analitica e/o numerica.
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MARTINO SALVATORE
( programma)
Criteri di classificazione geologico-tecnica delle frane. Modello geologico di rottura e sistema di versante. Cinematismi di frana ed indicatori cinematici. Analisi di stabilità all’equilibrio limite globale per frane a cinematismo traslazionale: pendio infinito. Analisi di stabilità all’equilibrio limite globale per frane a cinematismo rototraslazionale: metodo del cerchio di attrito di Taylor, metodo delle strisce di Fellenius, metodi di Bishop e Janbu. Costruzione ed utilizzo di carte di stabilità. Equilibrio limite globale e forze di interazione interne alla massa di frana ed analisi di stabilità mediante il metodo a blocchi. Analisi di stabilità sotto l’azione di sollecitazioni dinamiche: analisi pseudodinamica mediante il metodo di Newmark. Analisi di stabilità di versanti in roccia: test di Markland, traslazione di blocchi, metodo di Hoek-Bray, ribaltamenti. Introduzione all’analisi di stabilità mediante metodi numerici tenso-deformativi, in condizioni statiche e dinamiche. Esempi di studio di versanti in frana mediante back analysis e analisi previsionali di sensibilità e parametriche.
Soil Mechanics and Foundations, Muni Buddhu – Wiley; Meccanica dei Terreni T.W. Lambe, R.V. Whitman – Dario Flaccovio Ed.;Geologia Applicata all’ambiente P. Canuti, U. Crescenti, V. Francani – casa Editrice Ambrosiana; Geoingegneria Gonzalez De Vallejo – Pearson; Analisi di stabilità dei pendi: i metodi all’equilibrio limite globale; Camillo Airò Farulla – Hevelius; Rock Slope Engineering, Duncan C. Wyllie & Christopher W. Mah – Spon Press. Dispense distribuite dal docente durante il corso.
(Date degli appelli d'esame)
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9
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GEO/05
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48
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Attività formative caratterizzanti
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ITA |
10592956 -
TELERILEVAMENTO E APPLICAZIONI GEOMORFOLOGICHE
(obiettivi)
Obiettivi formativi: Scopo del corso è quello di fornire gli elementi conoscitivi basilari per l’acquisizione, la gestione e l’elaborazione di dati relativi al territorio con le tecniche più moderne del telerilevamento, sia per la modellazione digitale delle forme del territorio, sia per il monitoraggio dei processi deformativi connessi con processi geomorfologici di dissesto. Il corso si pone inoltre l’obiettivo di fornire agli studenti le conoscenze in merito ai principi di base e alle tecniche più innovative per la gestione e l’analisi dei modelli digitali del terreno, a diversa risoluzione, per la descrizione quantitativa dei processi geomorfologici.
Risultati dell’apprendimento: Gli studenti potranno inoltre acquisire esperienza e capacità relative alla gestione, elaborazione ed interpretazione di dati telerilevati, anche tramite esercitazioni con pacchetti software specifici. Al termine del corso gli studenti saranno in grado, anche attraverso l’uso di specifiche tools in ambiente GIS, di condurre le più moderne tecniche di analisi quantitativa dei processi geomorfologici.
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TROIANI FRANCESCO
( programma)
Che cos'è il telerilevamento. Onde elettromagnetiche: principi di base. I sensori per il telerilevamento: sensori attivi e passivi; le piattaforme (terrestre, satellitare, aereo, ecc). Differenza tra il telerilevamento qualitativo e quantitativo; Telerilevamento Ottico: Principi base; fotogrammetria; principali applicazioni nel campo della geologia. Telerilevamento Termico: principi di base; principali applicazioni nel campo della geologia; Telerilevamento Lidar: principi base; principali applicazioni nel campo della geologia. Telerilevamento Radar: Principi base; Interferometria SAR; Principali applicazioni nel campo della geologia. Telerilevamento delle variazioni di forma e spostamento: principali tecniche di rilievo (Sistemi Laser Terrestri e aerei, Sistemi GPS, Sistemi Ottici satellitari, aerei e terrestri, Sistemi Radar satellitari, aerei e terrestri); Principali applicazioni nel campo della geologia.
Modulo di Applicazioni geomorfologiche - Il Modello Digitale di Elevazione (DEM) e della Superfice (DSM). - Principi, tecniche e metodi per la generazione di un DEM e di una DSM. - Modelli a scala globale a bassa risoluzione (es. SRTM, ASTER, ALOS). - DEM locali ad alta risoluzione (LiDAR). - Geomorfometria e produzione di cartografia tematica in ambiente GIS (es. carte di pendenza, curvatura, esposizione, rugosità). - Analisi idrologica da DEM e analisi quantitativa dei profili longitudinali dei corsi d’acqua. - Grafici Area-pendenza per l’individuazione delle zone a processi dominanti all’interno dei bacini idrografici. - Analisi ipsometrica dei bacini idrografici e applicazioni alle ricostruzioni morfoevolutive sul medio-lungo termine. - Automatic detection di forme e processi a partire da immagini telerilevate.
Le lezioni teoriche saranno arricchite da numerosi esempi pratici di applicazioni delle analisi geomorfologiche da DEM e immagini telerilavate ai campi dell’ingegneria, dell’analisi dei rischi geologici e dello sfruttamento/gestione delle georisorse.
- Gomarasca M. A., 2009. Basics of Geomatics. Springer Netherlands, 978-1-4020-9013-4.
- Campbell J.B. and Wynne R.H., 2011. Introduction to remote sensing (5th edition). The Guilford Press, New York. - Dainelli N., 2011. Telerilevamento: Manuale teorico-pratico per l'elaborazione delle immagini digitali. Dario Flaccovio Editore.
- Hengl T and Reuter H.I., 2009. Geomorphometry: Concepts, Software, Applications. Elsevier.
- Materiale fornito dal docente.
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MAZZANTI PAOLO
( programma)
MODULO DI TELERILEVAMENTO Che cos'è il telerilevamento. Onde elettromagnetiche: principi di base. I sensori per il telerilevamento: sensori attivi e passivi; le piattaforme (terrestre, satellitare, aereo, ecc). Differenza tra il telerilevamento qualitativo e quantitativo; Telerilevamento Ottico: Principi base; fotogrammetria; principali applicazioni nel campo della geologia. Telerilevamento Termico: principi di base; principali applicazioni nel campo della geologia; Telerilevamento Lidar: principi base; principali applicazioni nel campo della geologia. Telerilevamento Radar: Principi base; Interferometria SAR; Principali applicazioni nel campo della geologia. Telerilevamento delle variazioni di forma e spostamento: principali tecniche di rilievo (Sistemi Laser Terrestri e aerei, Sistemi GPS, Sistemi Ottici satellitari, aerei e terrestri, Sistemi Radar satellitari, aerei e terrestri); Principali applicazioni nel campo della geologia.
MODULO DI APPLICAZIONI GEOMORFOLOGICHE Il Modello Digitale del Terreno (DEM). Principi, tecniche e metodi per la generazione di un DEM. Modelli a scala globale a bassa risoluzione (es. SRTM, ASTER GDEM, TINItaly), DEM locali ad alta risoluzione (LiDAR) e loro risorse web. Strumenti e tecniche per l’analisi morfometrica del territorio e per la produzione della relativa cartografia tematica in ambiente GIS (es. carte di pendenza, curvatura, esposizione, rugosità). Teoria, tecniche e algoritmi per l’analisi idrologica da DEM. Analisi quantitativa dei profili longitudinali dei corsi d’acqua (indici: SL, Ks). Grafici Slope-Area per l’individuazione delle zone a processi dominanti all’interno dei bacini idrografici. Analisi ipsometrica tradizionale e tempo-dipendente R/Sr. Esempi di applicazioni geomorfologiche nel campo dell’ingegneria e nell’analisi dei rischi geologici.
- Gomarasca M. A., 2009. Basics of Geomatics. Springer Netherlands, 978-1-4020-9013-4. - Campbell J.B. and Wynne R.H., 2011. Introduction to remote sensing (5th edition). The Guilford Press, New York. - Dainelli N., 2011. Telerilevamento: Manuale teorico-pratico per l'elaborazione delle immagini digitali. Dario Flaccovio Editore. - Wilson & Gallant, 2000. Terrain Analysis: Principles and Applications. Wiley. - Zhilin Li, Christopher Zhu, Chris Gold, 2004. Digital Terrain Modeling: Principles and Methodology. CRC Press. + Materiale fornito dal docente.
(Date degli appelli d'esame)
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9
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GEO/05
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72
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Attività formative caratterizzanti
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ITA |
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Gruppo opzionale:
GRUPPO OPZIONALE ETEROGENEO SECONDO ANNO - (visualizza)
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1047901 -
ENERGIE RINNOVABILI DA FONTI GEOLOGICHE
(obiettivi)
Obiettivi formativi: Criteri e metodi per l’identificazione e la classificazione di sistemi geotermici e la determinazione dei parametri termici. Vengono forniti gli elementi necessari per il calcolo del flusso di calore e la ricostruzione della geometrie del potenziale serbatoio. Vengono forniti gli elementi per conoscere le tecnologie utilizzabili per lo sfruttamento della risorsa.
Risultati dell’apprendimento: Gli studenti che abbiano superato l’esame saranno in grado di individuare e classificare sistemi geotermici oltre ad analizzare dati e parametri termici relativi , con riferimento ad un probabile sfruttamento della risorsa geotermica.
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1019361 -
IDROGEOLOGIA APPLICATA
(obiettivi)
Obiettivi formativi: Questo insegnamento è finalizzato all’acquisizione di aspetti normativi ed applicativi delle tematiche relative all’uso compatibile delle risorse idriche sotterranee, alla loro gestione, monitoraggio e protezione. Vengono impartite le modalità di progettazione, realizzazione e gestione di pozzi per acqua.
Risultati dell’apprendimento: gli studenti che abbiano superato l’esame saranno in grado di valutare il grado di funzionamento di un pozzo per acqua, di determinare quali elementi siano necessari per la progettazione di un pozzo, nonché di utilizzare cartografia tematica relativa alla gestione e protezione della risorsa idrica sotterranea. Essi inoltre avranno acquisito conoscenze di base sulle cause e tipologie di inquinanti, e sulla loro propagazione in mezzo non saturo e in falda, nonché sulle principali metodologie utilizzabili per la caratterizzazione idrodinamica e per la bonifica degli acquiferi contaminati.
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PETITTA MARCO
( programma)
La valutazione del prelievo compatibile di acque sotterranee si fonda sulla determinazione preliminare del modello concettuale dell’acquifero interessato, desunto dal rilevamento idrogeologico di campo, integrato dall’analisi di opportune prove di emungimento. Impostazione e sviluppo del modello concettuale. Costruzione di pozzi per acqua. Elementi di tecnica di perforazione nei diversi tipi di roccia. Elementi necessari per la progettazione di un pozzo per acqua. Profondità e diametro dei pozzi. Assistenza alla perforazione e documentazione idrogeologica. Dimensionamento dei filtri. Sviluppo del pozzo. Tipi di pompe e loro caratteristiche. Scelta della pompa in relazione alle caratteristiche del pozzo e dell’acquifero. Progettazione di un campo pozzi. Redazione della relazione idrogeologica per progettazione di pozzi, esecuzione delle successive prove di portata e messa in esercizio dei pozzi. Efficacia ed efficienza di un campo pozzi. Concetto di minimo deflusso vitale. Captazioni di sorgenti: dall’analisi delle curve di esaurimento alla realizzazione delle opere di presa. Progettazione e realizzazione di piezometri: loro utilizzo, reti di monitoraggio, strumentazione per il monitoraggio in continuo e/o in remoto. Sistemi di previsione e controllo. Tecniche di misura dei parametri idrodinamici in foro: slug-test e prove analoghe. Parametrizzazione e regionalizzazione delle variabili idrogeologiche: metodi per interpolazione dati. Rappresentatività dei dati in funzione della scala e approccio multiscala. Tecniche di monitoraggio della falda: progettazione e realizzazione di piezometri, reti di monitoraggio piezometrico, piezometri multilivello.Uso dei traccianti: traccianti naturali e artificiali, traccianti isotopici. Cenni sull’uso degli isotopi ambientali per la valutazione dell’idrodinamica sotterranea. Concetto di vulnerabilità degli acquiferi all’inquinamento: Metodi per la valutazione della vulnerabilità, quali DRASTIC e SINTACS. Normativa per la salvaguardia delle risorse idriche a scopo idropotabile e non: zone di tutela assoluta, di rispetto, di protezione. Concetto di protezione dinamica e ad efficacia limitata. Cause e tipi di inquinamento. Propagazione dell’inquinamento. Tipologia e modalità di trasporto degli inquinanti nel mezzo non saturo e in falda. Autodepurazione dell’acquifero. Ruolo degli studi idrogeologici per la bonifica dei siti inquinati: normativa, attività di terreno, rappresentazione dei dati e interazione con altre figure professionali.
C. W. FETTER (1994) - Applied hydrogeology. Ed. MacMillan. P. CELICO (1996) – Prospezioni idrogeologiche (vol .I e II). Ed. Liguori, Napoli. M. CIVITA (2005) – Idrogeologia applicata e ambientale. Ed. Ambrosiana, Milano
(Date degli appelli d'esame)
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GEO/05
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40
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Attività formative affini ed integrative
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ITA |
1038159 -
MODELLISTICA IDROGEOLOGICA
(obiettivi)
Obiettivi formativi: - Capacità di inquadrare problemi di tipo idrogeologico da un punto vista quantitativo alle diverse scale (dalla scala di sito alla scala di bacino) - Comprensione e trattazione matematica delle diverse equazioni di tipo differenziale utilizzate per descrivere il flusso idrico e il trasporto di contaminanti negli acquiferi Risultati dell’apprendimento: Sviluppo, calibrazione e validazione di modelli di flusso e trasporto
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BATTAGLIA MAURIZIO
( programma)
Sezione 1. Fondamenti di modellistica Capitolo 1 introduzione 1.1. Motivazione per la modellazione 1.2. Cos'è un modello? 1.3. Scopo della modellazione 1.4. Limitazioni dei modelli 1.5. Etica modellistica 1.6. Flusso di lavoro di modellazione 1.7. Errori di modellazione comuni Capitolo 2. Scopo della modellistica e modello concettuale 2.1. Scopo della modellazione 2.2. Modello concettuale: definizione e caratteristiche generali 2.3. Componenti di un modello concettuale 2.4. Incertezza nel modello concettuale 2.5. Errori di modellazione comuni Capitolo 3. Matematica di base e codice del computer 3.1. introduzione 3.2. Equazione applicabile per il flusso delle acque sotterranee 3.3. Condizioni al contorno 3.4. Modelli analitici 3.5. Modelli numerici 3.6. Selezione del codice 3.7. Esecuzione del codice 3.8. Errori di modellazione comuni
Sezione 2. Progettazione del modello numerico Capitolo 4. Dimensionalità del modello e impostazione dei confini 4.1. Dimensioni spaziali 4.2. Selezione dei confini 4.3. Implementazione dei confini in un modello numerico 4.4. Estrazione delle condizioni al contorno locali da un modello regionale 4.5. Simulazione della falda freatica 4.6. Errori di modellazione comuni Capitolo 5. Discretizzazione spaziale e assegnazione dei parametri 5.1. Discretizzare lo spazio 5.2. Spaziatura nodale orizzontale 5.3. Livelli del modello 5.4. parametri 5.5. Parametrizzazione 5.6. Incertezza dei parametri 5.7. Errori di modellazione comuni Capitolo 6. Altre informazioni su fonti e pozzi 6.1. introduzione 6.2. Pozzi di pompaggio e iniezione 6.3. Sorgenti e lavandini distribuiti in area 6.4. Scarichi e molle 6.5. I flussi 6.6. Laghi 6.7. Le zone umide 6.8. Errori di modellazione comuni Capitolo 7. Simulazioni allo stato stazionario e transitorio 7.1. Simulazioni allo stato stazionario 7.2. Stato stazionario o transitorio? 7.3. Simulazioni transitorie 7.4. Condizioni iniziali 7.5. Condizioni al contorno perimetrale per simulazioni transitorie 7.6. Discretizzare il tempo 7.7. Caratterizzazione delle condizioni transitorie 7.8. Errori di modellazione comuni
Sezione 3. Analisi di calibrazione, previsione e incertezza Capitolo 9. Calibrazione del modello: valutazione delle prestazioni 9.1. introduzione 9.2. Limitazioni della corrispondenza cronologica 9.3. Target di calibrazione 9.4. Corrispondenza cronologica manuale 9.5. Stima dei parametri: corrispondenza automatica della cronologia di prova ed errore 9.6. Calibrazione del modello altamente parametrizzata con inversione regolarizzata 9.7. Un flusso di lavoro per la calibrazione e la valutazione delle prestazioni del modello 9.8. Errori di modellazione comuni Capitolo 10. Analisi di previsione e incertezza 10.1. introduzione 10.2. Incertezza caratterizzante 10.3. Affrontare l'incertezza 10.4. Analisi di incertezza di base 10.5. Analisi avanzata dell'incertezza 10.6. Incertezza sulla previsione dei rapporti 10.7. Previsioni di valutazione: Postaudits 10.8. Errori di modellazione comuni
Dispense del docente
Anderson, M. P., Woessner, W. W., & Hunt, R. J. (2015). Applied groundwater modeling: simulation of flow and advective transport. Academic press.
(Date degli appelli d'esame)
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6
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GEO/05
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24
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36
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Attività formative affini ed integrative
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ITA |
1048093 -
LO STOCCAGGIO GEOLOGICO
(obiettivi)
Obiettivi formativi: Il corso intende offrire agli studenti un quadro sintetico ed integrato delle tecniche di stoccaggio geologico, e, in particolare, degli aspetti di competenza dei geologi: caratterizzazione del sito e monitoraggio.
Risultati dell’apprendimento: Conoscenze acquisite: lo studente conoscerà quali sono le procedure di studio utilizzate nello stoccaggio.
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BIGI SABINA
( programma)
Descrizione del programma Introduzione allo stoccaggio geologico: tecnologie, siti e aspetti socio-economici. Tipi di stoccaggio geologico: gas metano, CO2, scarti radioattivi. Lo stoccaggio di CO2 (CCS). Il concetto di laboratorio naturale: esempi in Italia e in Europa. Caratterizzazione geologica di un sito per lo stoccaggio. Stima della capacità di stoccaggio di un sito, approccio a larga scala. Modellazione numerica (cenni) per il CCS: ricostruzione/simulazione della migrazione dei fluidi nel reservoir e nella copertura. Esempi da siti dimostrativi e pilota. Modellazione degli aspetti geochimici interazioni fluido roccia nel reservoir. Reservoirs fratturati: implicazione per lo stoccaggio. La fase di iniezione: implicazioni idrogeologiche e geomeccaniche. Esempio di esperimenti di iniezione in Europa. Monitoraggio: geochimico e geofisico. Gestione del rischio. Stoccaggio e società: la percezione pubblica
Esercitazioni: sono previste esercitazioni in aula, all’interno delle lezioni.
CARBON DIOXIDE CAPTURE AND STORAGE - Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) Special Report http://www.ipcc.ch/pdf/special-reports/srccs/srccs_wholereport.pdf Materiale fornito dal docente.
(Date degli appelli d'esame)
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6
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GEO/03
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48
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Attività formative affini ed integrative
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ITA |
1021492 -
RISCHIO VULCANICO
(obiettivi)
Conoscenza dei diversi stili eruttivi e valutazione della pericolosità associata ai fenomeni vulcanici. Capacità di revisione critica della letteratura scientifica vulcanologica, con particolare riferimento ai dati petrologici, geocronologici e tefrostratigrafici, ai fini della valutazione della pericolosità vulcanica. Interpretazione dei dati geofisici e geochimici derivanti dalle reti monitoraggio vulcanico. Aquisizione delle competenze necessarie ad elaborare e pianificare azioni finalizzate alla mitigazione dei disastri vulcanici.
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SOTTILI GIANLUCA
( programma)
l corso sarà articolato in quattro parti:
PARTE I Introduzione. Gli ambienti di formazione, la risalita e lo stoccaggio dei magmi. Le serie magmatiche. Proprietà fisiche dei magmi. Solubilità dei volatili nei magmi. Dinamica delle eruzioni effusive ed esplosive. Gli stili eruttivi e le classificazioni delle eruzioni. Parametrizzazione delle eruzioni.
PARTE II I precursori delle eruzioni vulcaniche. Le reti di monitoraggio. Il monitoraggio geochimico e geofisico. I precursori e la predizione delle eruzioni vulcaniche a breve e lungo termine. Frequenza e dimensioni delle eruzioni. La tefrostratigrafia e la geocronologia nella ricostruzione della storia eruttiva dei vulcani. Definizione degli scenari eruttivi attesi. Elementi di statistica applicata all’analisi delle serie temporali di singoli apparati vulcanici e dell’attività vulcanica planetaria.
PARTE III La grandi eruzioni in epoca storica. Storia delle osservazioni vulcanologiche ed evoluzione dei sistemi di sorveglianza vulcanica. La valutazione della pericolosità vulcanica e le carte di rischio vulcanico. Il rischio vulcanico e i piani di emergenza vulcanica nel quadro normativo italiano ed europeo. La percezione del rischio vulcanico in Italia. Misure di carattere sociale per la riduzione degli effetti delle eruzioni.
PARTE IV Vulcani e clima. Gli effetti dell’attività vulcanica sul clima terrestre: fonti storiche, dati osservativi, archivi paleoclimatici e modelli numerici. I cambiamenti climatici prodotti dalle grandi eruzioni del passato: l’impatto sulle società umane.
Sarà messo a disposizione dello studente il materiale utilizzato durante le lezioni sulla piattaforma elearning
(Date degli appelli d'esame)
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6
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GEO/08
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48
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Attività formative affini ed integrative
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ITA |
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