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1021513 -
SISTEMI DEPOSIZIONALI E STRATIGRAFIA SEQUENZIALE
(obiettivi)
Obiettivi formativi e risultati di apprendimento attesi (conoscenze, competenze e abilità)
Obiettivi formativi: questo insegnamento si propone di dare agli studenti gli elementi fondamentali per interpretare, da un punto di vista ambientale, le diverse successioni sedimentarie fossili e definirne le loro caratteristiche stratigrafico-fisiche per arrivare a una loro interpretazione stratigrafico-sequenziale. L’obiettivo è di far acquisire allo studente una capacità critica e di analisi, da utilizzare sia in un contesto lavorativo professionale, sia in un contesto di ricerca, atta a risolvere problemi, a formulare giudizi, a comunicare le conoscenze acquisite e a impostare in modo autonomo la propria attività. Gli strumenti usati per esplorare questi temi includono, oltre alle lezioni frontali, esercitazioni in laboratorio e in aula, interpretando e correlando log di pozzi e di sezione stratigrafiche misurate durante escursioni di terreno dove vengono esaminate successioni sedimentarie deposte in ambienti continentali e marini.
Risultati dell’apprendimento: Gli studenti che superano con profitto questo insegnamento, partendo dalle conoscenze di base sui sedimenti e sui processi che operano nei sistemi deposizionali attuali e di come sono registrati nei sistemi fossili, acquisiscono gli elementi fondamentali per interpretare le successioni sedimentarie del passato, i metodi di correlazione delle stesse e come questi possono essere utilizzati ai fini della interpretazione stratigrafico-sequenziale. Concorrono a questo scopo le esercitazioni in aula su logs stratigrafici e la loro misura in campagna nel corso delle escursioni di terreno. Gli studenti sono sollecitati a esporre quanto discusso al fine di acquisire un linguaggio tecnico che consenta lo scambio di idee con altri; quanto acquisito inoltre dovrebbe mettere nelle condizioni il singolo studente di proseguire in modo autonomo nell’affrontare problemi di descrizione e interpretazione di successioni sedimentarie fossili. Un risultato atteso è la capacità di applicazione di queste metodologie allo studio dei sistemi petroliferi e/o a tutti quei sistemi che prevedono l’analisi delle geometrie e delle proprietà fisiche dei corpi rocciosi che potrebbero costituire dei potenziali reservoirs.
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MILLI SALVATORE
( programma)
Sistemi Deposizionali e Stratigrafia Sequenziale
A.A. 2019/2020
Docente: Prof. Salvatore Milli, Dipartimento di Scienze della Terra, piano I, stanza 208 Tel: 06 49914157 e-mail: salvatore.milli@uniroma1.it Studenti target: primo anno, primo semestre Livello dell’Unità: introduttivo/avanzato Pre-requisiti: conoscenze di base dei corsi di fisica (idrodinamica), geologia, geomorfologia, geografia fisica, paleontologia, geochimica. Crediti (CFU): 12 Modalità di erogazione: tradizionale, con laboratori e attività di terreno. Frequenza: Facoltativa
Descrizione del programma
Il programma dell’insegnamento prevede di descrivere l’architettura deposizionale delle successioni sedimentarie, partendo dai principi base della sedimentologia e della stratigrafia fisica, per arrivare alla fine a definirne l’impalcatura stratigrafico-sequenziale. L’insegnamento è così articolato: gli elementi di base che controllano la sedimentazione (apporto sedimentario, clima, tettonica, subsidenza e cambiamenti del livello marino; definizione, descrizione e interpretazione dei caratteri composizionali e tessiturali dei sedimenti (analisi granulometriche; parametri statistici e loro interpretazione idraulica; forma, arrotondamento e sfericità delle particelle sedimentarie; implicazioni ambientali sul trasporto dei granuli; porosità e permeabilità dei sedimenti); trasporto dei sedimenti e strutture sedimentarie (flussi fluidi; numeri di Reynolds e di Froude; turbolenza; fluidi e particelle; legge di Stokes; trasporto in massa; flussi gravitativi subaerei e subacquei; classificazione delle strutture sedimentarie; strutture trattive/forme di fondo prodotte da flussi unidirezionali, oscillatori e combinati in condizioni subcritiche e supercritiche; stratificazione prodotta dalla migrazione delle forme di fondo; strutture sedimentarie erosive e strutture deformative fisiche e prodotte dall’attività degli organismi); le unità stratigrafico-deposizionali: la stratificazione (natura e significato, principali forme di accrezione); la gerarchia delle unità stratigrafico-deposizionali nelle successioni sedimentarie; i sistemi deposizionali attuali e la loro registrazione fossile: sistemi deposizionali terrigeni silicoclastici (fluviale, eolico, lacustre, costiero a dominio ondoso e tidale, deltizio, di piattaforma, di acque profonde) carbonatici (sistemi di piattaforme aperte, orlate e a rampa) e misti e loro relazioni spazio-temporali; concetti e principi di stratigrafia sequenziale; i processi e i fattori di controllo che stanno alla base della stratigrafia sequenziale; le sequenze deposizionali: definizioni, formazione e organizzazione interna (systems tracts e parasequenze) nei sistemi terrigeni silicoclastici e carbonatici; attributi delle superfici chiave e loro riconoscimento; utilizzo pratico dei concetti di stratigrafia sequenziale e applicazione ai sistemi deposizionali; esercitazioni riguardanti la raccolta, l’analisi dei dati e i metodi di correlazione stratigrafico-fisici, la descrizione, interpretazione e correlazione di logs stratigrafici, sia per la definizione dei sistemi deposizionali, sia per la loro interpretazione in termini di stratigrafia sequenziale; didattica assistita agli studenti sugli argomenti trattati nell’insegnamento; 6 giorni di escursione di terreno.
 Testi consigliati I testi consigliati seguono l’ordine degli argomenti che vengono trattati nel corso dell’insegnamento: Bosellini A., Mutti E., Ricci Lucchi F. (1989) - Rocce e Successioni Sedimentarie, Utet. Bridge J.S., Demicco R.V. (2008) - Earth Surface Processes, Landforms and Sediment Deposits. Cambridge University Press. Collison J., Mountney N., Thompson D. (2006) - Sedimentary Structures, third edition, Terra. Nichols G. (2009) - Sedimentology and Stratigraphy. Second Edition, Wiley-Blackwell Ricci Lucchi F. (1992) - Sedimentografia, seconda edizione, Zanichelli. Galloway W.E., Hobday D.K. (1996) - Terrigenous Clastic Depositional Systems, Springer-Verlag. Reading H.G. (1996) - Sedimentary environments, third edition, Blackwell Science. Bosellini A. (1991) - Rocce Carbonatiche, Italo Bovolenta Editore. Tucker M., Wright (1990) - Carbonate Sedimentology, Blackwell. Coe A.L. (2003) - The Sedimentary Record of Sea-Level Change. Thev Open University, Cambridge University Press. Emery D., Myers K.J. (1996) - Sequence stratigraphy. Ed. Blackwell.
Singoli articoli relativi ad argomenti specifici trattati durante il corso d’insegnamento verranno direttamente messi a disposizione degli studenti da parte del docente.
(Date degli appelli d'esame)
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12
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GEO/02
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72
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12
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Attività formative caratterizzanti
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ITA |
Gruppo opzionale:
Tabella I - Ogni anno, scegliere insegnamenti del gruppo per un totale di rispettivamente 18 CFU (I anno) e 6 CFU (II anno) - (visualizza)
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24
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1022174 -
METODI DI ESPLORAZIONE DEI FONDALI MARINI
(obiettivi)
Obiettivi formativi e risultati di apprendimento attesi (conoscenze, competenze e abilità)
Obiettivi formativi: Allo studente vengono fornite le basi teoriche e gli strumenti (anche informativi) per l’interpretazione delle principali metodologie geofisiche per lo studio dei fondali marini. Vengono altresì trattati i metodi di campionamento e i mezzi per l’acquisizione di dati a mare.
Risultati dell’apprendimento: Conoscenza dei principi geofisici per prospezioni di geologia marina Conoscenza delle strumentazioni e delle tecniche di campionamento del fondo e sottofondo marino Capacità di progettare campagne di rilievo in funzione degli obiettivi scientifici Conoscenze dei principi di elaborazione di dati sismici e sonar Capacità di interpretare dati geofisici e di campionamento dei fondali marini
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CHIOCCI FRANCESCO LATINO
( programma)
Descrizione del programma 1. Parte generale: Mezzi marittimi: I mezzi navali per la ricerca marina navi oceaniche e artiche, mezzi costieri, sommergibili, R.O.V. e A.U.V. Sistemi di posizionamento range-range, loran, GPS, DGPS. 2. Metodi di campionamento diretto del fondo marino: Carotaggi a gravità e a vibrazione, benne e box corer, perforazioni petrolifere ed ODP, analisi non distruttive (sensorlogging), apertura e studio di carote. 3. Metodi geofisici a potenziale: Prospezioni magnetometriche, prospezioni gravimetriche 4. Onde elastiche: Raggi sismici e fronti d’onda. Frequenza, ampiezza, lunghezza d’onda. Trasformata di Fourier e forme d’onda. Onde di volume e di superficie, velocità sismica, moduli elastici, velocità delle onde P nei diversi tipi di roccia, Riflessione e rifrazione, leggi di Snell, angolo di rifrazione critica,sismogrammi e shot-gather, riconoscimento dei diversi tipi di onde (diretta, riflessa, rifratta e ground-roll) nello shot-gather. 5. Principi di sismica a riflessione: Sismica 2D, pseudo 3D e 3D a terra e a mare. Tipi di rappresentazione (wiggle, area e densità variabile). Impedenza acustica, coefficiente di riflessione e di trasmissione, sezioni sismiche, Teorema e procedura della convoluzione. Conversione analogico/digitale (intervallo di campionamento, frequenza di Nyquist, alliasing). 6. Modalità di acquisizione e di elaborazione sismica a riflessione multicanale. Modalità di realizzazione di rilievi sismici a mare, sorgenti sismiche risonanti e impulsive e idrofoni. Elaborazioni pre- e post-stack Demultiplexing, correzionistatiche, muting, Common Mid Point, Common Depth Point. CDP-CMP, shot, common offset gathers. NormalMove Out ed equazione dell’iperbole di NMO, analisi di velocità e pannelli di semblance, velocità quadratica media e velocità intervallare (equazione di Dix). Stack, elaborazioni post-stack (sismica mono e multicanale): Filtraggi in frequenza e amplificazioni per recupero delle ampiezze (TVG, AGC). Deconvoluzionespiking e predittiva; migrazione, ray-tracing. Risoluzione sismica verticale e orizzontale, zona di Fresnel. 7. Effetti acustici e distorsioni sui profili sismici: Esagerazione verticale, onda diretta, ringing, riflessioni multiple, iperboli di diffrazione, pull-up e push-down, effetti di elaborazione. 8. Sismica 3D: Principi, modalità di acquisizione ed interpretazione, sismica 4D. 9. Sonar a scansione laterale: Principio di funzionamento (diffrazione, backscatter, lobi di emissione). Risoluzione dei sonogrammi (alongtrack e acrosstrack), calcolo dell’altezza degli oggetti. Elaborazioni geometriche (anamorfosi e correzione di slant-range). Correzioni radiometriche (TVG e correzione di shading). Mosaicatura dei sonogrammi. 10. Multibeam (ecoscandaglio multifascio): Principio di funzionamento e modalità d’acquisizione (posizionamento, sensori di assetto, sonda di velocità). Footprint, risoluzione, accuratezza e precisione. Elaborazione dei dati: calibrazione (applicazione della curva di velocità e della marea, calibrazione per pitch, roll, heave e time-delay), eliminazione rumore (filtri automatici, pulizia manuale).
 Testi consigliati E.J.W. Jones: Marine Geophysics, Wiley & Sons, Ltd Mussett Khan: Esplorazione del Sottosuolo, Zanichelli
(Date degli appelli d'esame)
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6
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GEO/02
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40
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12
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Attività formative affini ed integrative
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ITA |
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101679 -
GEOLOGIA STRUTTURALE DEL FRAGILE
(obiettivi)
Obiettivi formativi e risultati di apprendimento attesi (conoscenze, competenze e abilità)
Obiettivi formativi: Il corso si propone di fornire un’ampia conoscenza teorica dei processi di deformazione della crosta superiore, e una metodologia di riconoscimento e di indagine pratica di sistemi di faglie e fratture a diverse scale di lavoro.
Risultati dell’apprendimento: Lo studente sarà in grado di affrontare l’analisi di strutture geologiche fragili complesse.
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Billi Andrea
( programma)
Approfondimenti e temi di riflessioni tra i seguenti: Architettura di una zona di faglia, permeabilità, ruolo dei fluidi nella fagliazione e nello sviluppo delle strutture. Classificazione delle fratture. Criterio di rottura e comportamento fragile delle rocce. Le faglie dalla superficie in profondità, il punto di vista geofisico. La propagazione delle fratture. Fratture, faglie e circolazione dei fluidi. Deformazione lungo le faglie in presenza di fluidi e reazioni mineralogiche. Caratteri reologici di una faglia sismogenetica. Il ciclo sismico. Neotettonica e paleo-sismologia. Localizzazione della deformazione in sistemi di faglie. Propagazione interazione e linkage in sistemi di faglie normali, cenni sui sistemi frattali. I sistemi attivi in Appennino. Analisi a scala regionale e meso-strutturale. Analisi in campagna. Il ruolo dei processi superficiali nell’evoluzione delle faglie. Fratturazione in risposta al piegamento/thrusting. Utilizzare i modelli cinematici per predire la distribuzione della fratturazione. I prismi di accrezione Caratteri generali, distribuzione dello stress e dello strain, la distribuzione dei terremoti. Caratteri della deformazione dei sedimenti. Analisi di una fold-and-thrust belt. Deformazioni non-tettoniche. Costruzione sezioni geologiche a varie scale. Comprensione di articoli scientifici di geologia strutturale in Inglese.
 Testi consigliati - Fossen, H., Structural Geology, Cambridge University Press. - Davis, G.H., et alii, Structural Geology of Rocks and Regions, Wiley. - Gudmundsson, A., Rock fractures in geological processes, Cambridge University Press. - Twiss, R.J., Moores, E.M., Structural Geology, W. H. Freeman. - van der Pluijm, B., Marshak, S., Processes in Structural Geology and Tectonics, WW Norton Publishers.
(Date degli appelli d'esame)
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6
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GEO/03
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32
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24
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Attività formative affini ed integrative
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ITA |
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1018674 -
GEOLOGIA E PALEONTOLOGIA DEL QUATERNARIO
(obiettivi)
Obiettivi di apprendimento
Sviluppare un approccio multidisciplinare che permetta di attivare le numerose connessioni tra i diversi settori disciplinari delle Scienze della Terra coinvolti nello studio del Quaternario. Sviluppare la conoscenza della storia naturale recente del territorio e comprendere i meccanismi alla base dei cambiamenti ambientali e climatici.
Descrittori di Dublino
Sviluppare la conoscenza della storia naturale recente del territorio, delle sue trasformazioni negli ultimi tre milioni di anni, delle risposte degli organismi alle oscillazioni climatiche che hanno caratterizzato questo intervallo cronologico. Sviluppare un approccio multidisciplinare che permetta di attivare le numerose connessioni tra i diversi settori disciplinari delle Scienze della Terra coinvolti nello studio del Quaternario.
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6
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GEO/01
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48
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Attività formative affini ed integrative
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ITA |
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1038346 -
MICROPALEONTOLOGIA
(obiettivi)
Obiettivi formativi e risultati di apprendimento attesi (conoscenze, competenze e abilità)
Obiettivi formativi: Conoscenza ed utilizzo delle associazioni a microorganismi marini e continentali, fossili e recenti, finalizzata agli studi di base nei vari settori delle ricerche e delle applicazioni geologiche. Metodi per lo studio biostratigrafico e paleoecologico di successioni marine per la ricostruzione dell’evoluzione dei bacini sedimentari nello spazio e nel tempo.
Risultati dell’apprendimento: Conoscenze acquisite: Gli studenti che abbiano superato l’esame avranno acquisito conoscenze di base sui gruppi sistematici principali e approfondimenti su foraminiferi, calpionellidi e alghe calcaree, al fine di illustrare gli aspetti sistematici, evolutivi, ecologici e biostratigrafici trattati nel corso. Competenze acquisite: Gli studenti che abbiano superato l’esame saranno in grado di applicare nel contesto geologico nozioni tramite i gruppi principali di microfossili nella ricostruzione bio-, cronostratigrafica e paleoambientale del record sedimentario marino e degli ambienti transizionali; disporre di elementi di base validi per applicare sistemi di classificazione, per sviluppare e trasmettere conoscenze a carattere paleoecologico e biostratigrafico. Inoltre, alla fine del corso, lo studente sarà in grado di identificare i principali gruppi di microfossili esaminati durante il corso in sezione sottile, in esemplari isolati e su roccia.
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PIGNATTI JOHANNES
( programma)
Descrizione del programma Biologia ed evoluzione dei microrganismi planctonici e bentonici. Ecologia e paleoecologia: analisi dei fattori ecologici ed interpretazione dei paleoambienti e delle facies. Distribuzione dei microrganismi nell’ambiente marino e di transizione. Trattamento di materiali coerenti e incoerenti. Microscopia ottica ed elettronica. Metodologie per lo studio di associazioni a microfossili: analisi qualitativa e quantitativa; la scheda CARG. Microstruttura e morfologia dei gusci. Sistematica dei principali gruppi di microfossili calcarei (foraminiferi, calpionellidi, alghe calcaree, nannofossili, ostracodi, conodonti) e silicei (radiolari, diatomee). Metazoi e loro parti scheletriche in sezioni sottili e residui di lavaggio. Distribuzione stratigrafica dei microfossili marini con particolare riguardo al riconoscimento dei markers e ai taxa presenti nelle successioni di bacino e di piattaforma dell’area mediterranea. Studio di associazioni a foraminiferi con determinazione dell’età, dell’ambiente deposizionale ed inserimento negli schemi bio-cronostratigrafici. Micropaleontologia applicata ed ambientale. Microfossili come indicatori paleoambientali e paleoclimatici; proxies e transfer functions. Associazioni a foraminiferi in ambienti soggetti a stress naturale (metano, sorgenti idrotermali) e antropico. Micropaleontologia industriale: analisi di pozzi, cuttings e cores, relazioni di analisi micropaleontologica.
Modulo 1 (36 ore di lezioni frontali + 18 ore di esercitazioni): Elementi generali introduttivi. Trattamento di materiali coerenti e incoerenti. Microscopia ottica. Metodologie per lo studio di associazioni a microfossili: analisi qualitativa e quantitativa; la scheda CARG. Parte sistematica: introduzione ai foraminiferi, foraminiferi planktonici del Mesozoico e del Paleogene, fusulinidi; macroforaminiferi meso-cenozoici, macroalghe calcaree, calpionellidi; metazoi e loro parti scheletriche, in particolare briozoi e conodonti. Studio di taxa e associazioni a microfossili del Paleozoico, Mesozoico e Cenozoico, principalmente attraverso analisi in sezione sottile, con determinazione dell’età, dell’ambiente deposizionale e attribuzione a schemi biostratigrafici. Indicatori e proxies nei taxa analizzati. Micropaleontologia industriale: analisi di pozzi, cuttings e cores, relazioni di analisi micropaleontologica.
Modulo 2 (36 ore di lezioni frontali + 18 ore di esercitazioni): Microscopia elettronica. Metodologie per lo studio di associazioni a microfossili: analisi qualitativa e quantitativa con applicazioni a casi reali e di letteratura. Sistematica dei foraminiferi, con particolare riferimento ai microforaminiferi meso-cenozoici, foraminiferi planktonici del Neogene-Olocene, ostracodi e altri artropodi, microfossili silicei, nannofossili. Studio di taxa e associazioni a microfossili del Cenozoico, principalmente attraverso analisi di residui di lavaggio, con determinazione dell’età, dell’ambiente deposizionale e attribuzione a schemi biostratigrafici. Micropaleontologia applicata ed ambientale. Microfossili come indicatori paleoclimatici. Indicatori, proxies e transfer functions nei taxa analizzati. Associazioni a foraminiferi in ambienti soggetti a stress naturale (metano, sorgenti idrotermali) e antropico. Micropaleontologia applicata: analisi micropaleontologica di residui di lavaggio, relazioni di analisi micropaleontologica.
 Appunti delle lezioni e materiali didattici distribuiti durante lo svolgimento del corso. Materiali digitali sulla piattaforma e-learning: https://elearning2.uniroma1.it/course/view.php?id=5568
(Date degli appelli d'esame)
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DI BELLA LETIZIA
( programma)
MICROPALEONTOLOGIA
A.A. 2018/2019
Docenti: Modulo 1: Prof. Pignatti Johannes, Dipartimento di Scienze della Terra, piano I, stanza 221, tel.: 06-49914799; e-mail: johannes.pignatti@uniroma1.it Modulo 2: Prof. Letizia Di Bella, Dipartimento di Scienze della Terra, piano I, stanza 226, tel.: 06-49914786; e-mail: letizia.dibella@uniroma1.it Studenti target: Primo anno, primo semestre Livello dell’Unità: avanzato Pre-requisiti: nessuno Crediti: 12 (due moduli da 6 CFU ciascuno) Modalità di erogazione: tradizionale Frequenza: facoltativa, ma consigliata
Descrizione del programma Biologia ed evoluzione dei microrganismi planctonici e bentonici. Ecologia e paleoecologia: analisi dei fattori ecologici ed interpretazione dei paleoambienti e delle facies. Distribuzione dei microrganismi nell’ambiente marino e di transizione. Trattamento di materiali coerenti e incoerenti. Microscopia ottica ed elettronica. Metodologie per lo studio di associazioni a microfossili: analisi qualitativa e quantitativa; la scheda CARG. Microstruttura e morfologia dei gusci. Sistematica dei principali gruppi di microfossili calcarei (foraminiferi, calpionellidi, alghe calcaree, nannofossili, ostracodi, conodonti) e silicei (radiolari, diatomee). Metazoi e loro parti scheletriche in sezioni sottili e residui di lavaggio. Distribuzione stratigrafica dei microfossili marini con particolare riguardo al riconoscimento dei markers e ai taxa presenti nelle successioni di bacino e di piattaforma dell’area mediterranea. Studio di associazioni a foraminiferi con determinazione dell’età, dell’ambiente deposizionale ed inserimento negli schemi bio-cronostratigrafici. Micropaleontologia applicata ed ambientale. Microfossili come indicatori paleoambientali e paleoclimatici; proxies e transfer functions. Associazioni a foraminiferi in ambienti soggetti a stress naturale (metano, sorgenti idrotermali) e antropico. Micropaleontologia industriale: analisi di pozzi, cuttings e cores, relazioni di analisi micropaleontologica.
Modulo 1 (36 ore di lezioni frontali + 18 ore di esercitazioni): Elementi generali introduttivi. Trattamento di materiali coerenti e incoerenti. Microscopia ottica. Metodologie per lo studio di associazioni a microfossili: analisi qualitativa e quantitativa; la scheda CARG. Parte sistematica: introduzione ai foraminiferi, foraminiferi planktonici del Mesozoico e del Paleogene, fusulinidi; macroforaminiferi meso-cenozoici, macroalghe calcaree, calpionellidi; metazoi e loro parti scheletriche, in particolare briozoi e conodonti. Studio di taxa e associazioni a microfossili del Paleozoico, Mesozoico e Cenozoico, principalmente attraverso analisi in sezione sottile, con determinazione dell’età, dell’ambiente deposizionale e attribuzione a schemi biostratigrafici. Indicatori e proxies nei taxa analizzati. Micropaleontologia industriale: analisi di pozzi, cuttings e cores, relazioni di analisi micropaleontologica.
Modulo 2 (36 ore di lezioni frontali + 18 ore di esercitazioni): Microscopia elettronica. Metodologie per lo studio di associazioni a microfossili: analisi qualitativa e quantitativa con applicazioni a casi reali e di letteratura. Sistematica dei foraminiferi, con particolare riferimento ai microforaminiferi meso-cenozoici, foraminiferi planktonici del Neogene-Olocene, ostracodi e altri artropodi, microfossili silicei, nannofossili. Studio di taxa e associazioni a microfossili del Cenozoico, principalmente attraverso analisi di residui di lavaggio, con determinazione dell’età, dell’ambiente deposizionale e attribuzione a schemi biostratigrafici. Micropaleontologia applicata ed ambientale. Microfossili come indicatori paleoclimatici. Indicatori, proxies e transfer functions nei taxa analizzati. Associazioni a foraminiferi in ambienti soggetti a stress naturale (metano, sorgenti idrotermali) e antropico. Micropaleontologia applicata: analisi micropaleontologica di residui di lavaggio, relazioni di analisi micropaleontologica.
 Testi consigliati Appunti delle lezioni e materiali didattici distribuiti durante lo svolgimento del corso. Materiali digitali sulla piattaforma e-learning: https://elearning2.uniroma1.it/course/view.php?id=5568 Haq BU. & Boersma A. (eds.) (1984), Introduction to Marine Micropaleontology. Ed. Elsevier Biomedical. Sen Gupta B.K. (ed.) (1999), Modern Foraminifera. Kluwer Academic Publishers.
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12
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GEO/01
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64
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48
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Attività formative affini ed integrative
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ITA |
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10589732 -
GEOLOGY OF DIAMONDS
(obiettivi)
Obiettivi formativi e risultati di apprendimento attesi (conoscenze, competenze e abilità)
Obiettivi formativi: lo scopo del corso è quello di fornire le conoscenze fondamentali riguardo l’origine, distribuzione, età, estrazione ed utilizzo dei diamanti attraverso le nozioni di petrologia sperimentale (classica e moderna) applicata allo studio dell’interno della Terra.
Risultati dell’apprendimento: conoscenza dei più importanti apparati sperimentali e delle strumentazioni analitiche utilizzati nella petrologia sperimentale e nella caratterizzazione dei diamanti sintetici e naturali. Capacità di risolvere problemi petrologici riguardanti l’origine e trasporto dei diamanti dal mantello alla superficie terrestre. Acquisizione delle nozioni richieste per la preparazione e stesura di un curriculum competitivo per job-search nel campo dell’estrazione diamantifera ed analisi gemmologiche, lettura e stesura di articoli scientifici e progetti di ricerca in lingua inglese.
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STAGNO VINCENZO
( programma)
I diamanti: loro distribuzione sulla Terra, origine ed età, classificazione (diamanti litosferici, super profondi, alluvionali, metamorfici di alta pressione, di impatto). Messa in posto dei depositi diamantiferi e tipi di rocce reservoir: le kimberliti e gli xenoliti mantellici (diamanti tipo P ed E), la regola di Clifford. Forme dei diamanti: policristallini, monocristallini, rivestiti. Studio delle inclusioni di minerali e fluidi: inclusioni singenetiche, protogenetiche ed epigenetiche; le paragenesi (tipo P ed E) incluse nei diamanti come strumento di conoscenza della mineralogia dell’interno del pianeta Terra. Impurità nei diamanti (N, B, H, O), effetti sulle proprietà fisiche e schemi classificativi (diamanti di tipo I e II). Principali tecniche sperimentali per la sintesi dei diamanti e lo studio della stabilità ed equilibri tra i minerali nel mantello terrestre. Strumentazioni analitiche utilizzate nelle Geoscienze per lo studio dei diamanti (FIB, TEM, Raman, FTIR, XRD, Mössbauer, SEM/EBSD, SIMS). Determinazione delle pressioni, temperature e condizioni redox alle quali si originano i diamanti: utilizzo degli oxi-termobarometri in rocce peridotitiche ed eclogitiche, stato di aggregazione dell’azoto, processi di redox melting/freezing. I diamanti come gemme: le 4C. I diamanti come geomateriali e potenziali applicazioni industriali. Principali compagnie estrattive nel mondo.
Attività in laboratorio - Utilizzo di apparati sperimentali per la sintesi dei minerali di alte P e T: piston cylinder, pressa multianvil, le celle a diamante. Utilizzo di strumentazioni analitiche per lo studio tessiturale (SEM), composizionale (EPMA) e strutturale (XRD, Raman) dei minerali sintetici e naturali. Esercizi di calcolo per la determinazione della pressione, temperatura e fugacità d’ossigeno per l’identificazione di rocce diamantifere.
 Dispense, presentazioni in Power Point delle lezioni, articoli scientifici. Seminari da parte di ricercatori di fama internazionale.
(Date degli appelli d'esame)
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6
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GEO/07
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24
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36
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Attività formative affini ed integrative
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ITA |
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10589739 -
FLUIDI ROCCE E RADIOATTIVITA' AMBIENTALE
(obiettivi)
Competenze da sviluppare e risultati di apprendimento attesi
Il corso ha lo scopo di sviluppare competenze tecnologico e scientifiche che possono essere utilizzate come strumenti di indagine delle principali proprietà chimico-fisiche delle rocce e dei fluidi in contesti naturali ed ambientali influenzati da processi petrologici, geotermici e radioattivi. Il principale obiettivo del corso è quello di fornire una conoscenza approfondita dei principali meccanismi crostali che influenzano le proprietà chimico-fisiche delle rocce e dei fluidi (liquidi, gas e magmi) durante la loro genesi ed evoluzione nei diversi ambienti geologici, con particolare riferimento all’impatto che questi cambiamenti possono avere sulle attività antropiche da un punto di vista energetico, economico e di salvaguardia per la salute e la vita dell’uomo.
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MOLLO SILVIO
( programma)
Sommario dei contenuti: (1) processi di laboratorio per la caratterizzazione delle proprietà chimico-fisiche delle rocce e dei fluidi, (2) interazioni fluido-roccia, trasporto e accumulo di speci chimiche importanti per la green economy e i materiali high-tech, (3) metodologie di sintesi di prodotti vetro-ceramici a basso costo per l’industria, (4) sfruttamento di energia geotermica in ambienti naturali ad alta entalpia, (5) fenomeni di alterazione ed instabilità dei substrati rocciosi in aree tettonicamente e vulcanicamente attive, e loro effetti sui segnali precursori di terremoti ed eruzioni vulcaniche, (6) studio della radioattività di origine naturale ed antropica, della mobilità degli elementi radioattivi e radiogenici, e del loro impatto sulla salute dell’uomo (rischio Radon, centrali nucleari e uranio impoverito).
 Testi consigliati: Appunti delle lezioni in formato MS Power Point. Articoli scientifici e capitoli di libri.
(Date degli appelli d'esame)
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6
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GEO/07
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24
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36
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Attività formative affini ed integrative
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ITA |
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1041864 -
GEOFISICA APPLICATA
(obiettivi)
Obiettivi formativi e risultati di apprendimento attesi (conoscenze, competenze e abilità)
Obiettivi formativi: Il corso ha come obiettivo l’acquisizione da parte dello studente delle conoscenze inerenti i metodi di indagine della geofisica applicata attualmente in uso per la risoluzione di problematiche ambientali, territoriali e più specificamente di near surface.
Risultati dell’apprendimento: Lo studente verrà messo in condizione di potere analizzare ed interpretare in prima approssimazione i dati geofisici per le diverse problematiche ambientali, territoriali e di near surface.
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6
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GEO/11
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40
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12
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Attività formative affini ed integrative
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ITA |
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1021351 -
Cristallografia
(obiettivi)
Obiettivi formativi e risultati di apprendimento attesi (conoscenze, competenze e abilità)
Obiettivi formativi: Il corso si prefigge di fornire allo studente le competenze necessarie alla comprensione degli elementi di base della cristallografia strutturale con particolare riguardo per la caratterizzazione di minerali, nano minerali e materiali a basso grado di ordine sia in condizioni ambienti che non; di fornire le basi teoriche per interpretare e modellizzare le modifiche strutturali che avvengono nei minerali in funzione della pressione e della temperatura e la capacità di progettare esperimenti utili all’investigazione di tali tematiche. Il corso si basa su lezioni teoriche, su esercitazioni numeriche e sull’assidua frequenza di laboratori di analisi del Dipartimento di Scienze della Terra.
Risultati dell’apprendimento: Gli studenti che abbiano superato l’esame saranno in grado di comprendere le problematiche connesse all’interazione tra raggi X e materia. Dati sperimentali di diffrazione RX su polveri in condizioni non ambienti saranno acquisiti dagli studenti su campioni di quarzo e gesso allo scopo di impadronirsi operativamente dei concetti di espansione termica, transizione di fase, e cinetica di trasformazione. Saranno inoltre in grado di valutare numericamente la dipendenza della struttura da P e T e di applicare tali conoscenze a contesti geologici. Gli studenti che abbiano superato l’esame avranno acquisito una capacità operativa di progettare, effettuare e interpretare le analisi necessarie ad una corretta caratterizzazione strutturale di minerali, nano minerali e materiali a basso grado di ordine in condizioni ambienti e non-ambienti; avranno sviluppato una sufficiente capacità gestionale di un laboratorio di analisi diffrattometriche; avranno acquisito la capacità di descrivere e modellizzare la stabilità termica e barica dei minerali utilizzando modelli cinetici standard; saranno in grado di effettuare analisi quantitative su semplici miscele binarie.
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BALLIRANO PAOLO
( programma)
Operazioni di simmetria puntuale, sistemi cristallini, reticoli Bravaisiani, gruppi puntuali cristallografici, sviluppo dei gruppi spaziali, lettura delle Tabelle Internazionali, esempi di calcoli cristallografici. Reticolo reciproco, condizioni di diffrazione, tecniche sperimentali, intensità dei raggi diffratti, fattore di struttura, determinazione e affinamento di una struttura cristallina, rappresentazione grafica della struttura e valutazione della sua correttezza. Diffrazione dei raggi X da cristallo singolo, da polveri e da materiali a basso grado di ordine: teoria e tecniche sperimentali. Modifiche strutturali in funzione della temperatura e della pressione: espansione termica, compressibilità, equazioni di stato (EOS), cinetiche di transizioni di fase. Teoria e tecniche sperimentali. Esperimenti di diffrazione dei raggi X da polveri in alta temperatura.
 Appunti in formato ipertestuale prodotti e distribuiti dal docente.
(Date degli appelli d'esame)
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6
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GEO/06
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32
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24
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Attività formative affini ed integrative
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ITA |
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