Gruppo opzionale:
III ANNO - TEATRO, CINEMA, DIGITALE E DANZA - 3 - (visualizza)
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SCENOGRAFIA VIRTUALE
(obiettivi)
Acquisire la conoscenza di un quadro integrato delle categorie concettuali salienti della disciplina e, nello stesso tempo, di alcune importanti acquisizioni empiriche connesse a tale quadro.
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TEORIE DEL CINEMA
(obiettivi)
Il corso si propone di introdurre gli studenti al concetto chiave della teoria del film che esplora i modi in cui il film convergere nella cultura visiva contemporanea. Inoltre sarà esplorato il rapporto tra schermo, cultura e società, con riferimento particolare alla politica di genere nel cinema e nei media.
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FILM E CULTURA VISUALE
(obiettivi)
Il corso si propone di introdurre gli studenti al concetto chiave della teoria del film che esplora i modi in cui il film convergere nella cultura visiva contemporanea. Inoltre sarà esplorato il rapporto tra schermo, cultura e società, con riferimento particolare alla politica di genere nel cinema e nei media.
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FANARA GIULIA
( programma)
Cinema e Trauma A partire dagli anni Novanta si è sviluppato un crescente interesse intorno alla nozione di trauma, che ha cominciato a godere di forte risonanza e ad avere un notevole impatto anche all’interno degli studi di ambito umanistico, facendo fiorire un intenso dibattito teorico che ha coinvolto molteplici discipline e campi di ricerca. Questa particolare attenzione inizia ad emergere già nel contesto politico e culturale degli anni Ottanta, dal momento che la nozione di trauma acquisisce una prima consolidazione e codificazione con il riconoscimento del disturbo da stress post-traumatico da parte dell’American Psychiatric Association, così come attraverso una serie di pubblicazioni di psicologhe e psicologi che riflettono sui disturbi mentali provocati dalla Guerra in Vietnam e sull’abuso sessuale infantile. La nascita della trauma theory, nella forma elaborata dalla scuola Yale, designata in riferimento alla pubblicazione di tre testi divenuti fondativi: Testimony, Crises of Witnessing in Literature (1992) di Shoshana Felman e Dori Laub, Trauma: Explorations in Memory (1995) e Unclaimed Experience: Trauma, Narrative and History (1996) di Cathy Caruth emerge sulla scia di un discorso, inizialmente estremamente frammentario, che coinvolge diverse prospettive, di natura psichiatrica, neurobiologica, psicoanalitica e sociologica. Nonostante l’Olocausto sia la base di partenza attorno alla quale si inaugurano gli studi sul trauma, nel corso degli anni la nozione è stata pluralizzata subendo riconcettualizzazioni e riconfigurazioni. A conferma di un’intrinseca vocazione interdisciplinare, i trauma studies hanno infatti maturato al loro interno differenti prospettive di ricerca, dall’approccio cognitivista (intrusive memories of trauma) a quello post-coloniale (decolonised trauma), dall’approccio critico-culturologico (critical trauma studies) a quello ecologista (eco-trauma). Il corso si propone di esplorare le differenti, molteplici e diversificate forme e modelli di ri-messa in scena dell’esperienza traumatica nel cinema documentario e di finzione. Nella prima parte si proporrà un’introduzione della trauma theory (disciplina, metodologia, ecc.) e del suo rapporto con i film studies. Nella seconda parte si focalizzerà l’attenzione su alcuni casi di studio che, seppur adottando molteplici e diversificate forme espressive, pongono una riflessione intorno alle modalità di figurazione per rendere conto di eventi traumatici, sviluppando una conoscenza storica post-traumatica.
 Bibliografia: Dispense a cura della docente e il seguente volume: Samuel Antichi, The Black Hole of Meaning. Ri-mettere in scena il trauma nel cinema documentario, Bulzoni, in corso di pubblicazione. Filmografia: La filmografia verrà resa nota a inizio corso
(Date degli appelli d'esame)
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L-ART/06
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Attività formative caratterizzanti
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CINEMA E STUDI DI GENERE
(obiettivi)
Il corso si propone di introdurre gli studenti al concetto chiave della teoria del film che esplora i modi in cui il film convergere nella cultura visiva contemporanea. Inoltre sarà esplorato il rapporto tra schermo, cultura e società, con riferimento particolare alla politica di genere nel cinema e nei media.
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FANARA GIULIA
( programma)
Le teorie femministe e le intensità del melodramma. Il corso si propone di ripercorrere gli snodi principali di una riflessione teorica generata sul cinema a partire dai contributi della Feminist Film Theory anni Settanta sulla Hollywood classica, e dal suo dialogo con la semiotica, il poststrutturalismo e la psicanalisi, per giungere a una mappatura degli studi di genere nelle loro diverse articolazioni. Nella prima e nella seconda parte del corso si mostrerà, proponendo i contributi e i concetti delle studiose e delle pensatrici, come il cinema abbia non solo contribuito a riflettere, consolidare, costruire i generi secondo le norme di una società patriarcale, eterosessuale, capitalista e bianca, ma anche dato voce in modo più o meno esplicito a bisogni, desideri, figure e performance conflittuali rispetto alle stesse, in una tensione che ha attraversato e attraversa l'industria, le narrazioni, lo stardom, i contesti, le audience. Nella terza parte prenderemo in esame, attraverso la scelta di casi di studio, il melodramma hollywoodiano quale genere corporeo la cui forma segnata da intensità ed eccesso si offre come luogo privilegiato e sovversivo dell'iscrizione di soggettività femminili protese tra imprigionamento e desiderio.
 Bibliografia: Materiali in dispensa a cura dalla docente. Le dispense saranno rese disponibili a inizio corso. Filmografia: la filmografia verrà resa nota a inizio corso
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L-ART/06
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Attività formative caratterizzanti
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TEATRO E SCRITTURA
(obiettivi)
Metodologia della critica teatrale
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STORIA DELLE TEORICHE TEATRALI
(obiettivi)
Il corso, Storia delle teorie teatrali, è dedicato all’esplorazione critica del contributo metodologico e concettuale delle teorie teatrali al pensiero moderno del teatro, da Aristotele fino al Naturalismo. Lo scopo del corso è di rintracciare la storia delle teorie teatrali nella convinzione che esse contribuiscano a chiarire il rapporto tra teatro e la teoria che la accompagnava dall'inizio.
Il corso dovrebbe creare una base dei strumenti per gli studenti per poter analizzare i contesti narrativi e i contesti culturali e sociali nei quali nascono le teorie teatrali. Il corso dovrebbe anche aiutare gli studenti a capire il legame e la sinergia che nasce tra la prassi artistica e l' interpretazione teorica nella storia del teatro.
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STORIA DELLE TEORICHE TEATRALI B
(obiettivi)
Il corso, Storia delle teorie teatrali, è dedicato all’esplorazione critica del contributo metodologico e concettuale delle teorie teatrali al pensiero moderno del teatro, da Aristotele fino al Naturalismo. Lo scopo del corso è di rintracciare la storia delle teorie teatrali nella convinzione che esse contribuiscano a chiarire il rapporto tra teatro e la teoria che la accompagnava dall'inizio.
Il corso dovrebbe creare una base dei strumenti per gli studenti per poter analizzare i contesti narrativi e i contesti culturali e sociali nei quali nascono le teorie teatrali. Il corso dovrebbe anche aiutare gli studenti a capire il legame e la sinergia che nasce tra la prassi artistica e l' interpretazione teorica nella storia del teatro.
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JOVICEVIC ALEKSANDRA
( programma)
Storia delle teoriche teatrali B L’eredità di Beckett nel teatro contemporaneo
Samuel Beckett appartiene al movimento del teatro dell’assurdo, termine coniato da Martin Esslin per descrivere le opere teatrali degli scrittori francesi e britannici che apparvero, in parallelo con la neoavanguardia euro-americana, negli anni Cinquanta: Jean Paul Sartre, Albert Camus, Eugene Ionesco, Arthur Adamov, Jean Genet in Francia; Edward Albee, e Harold Pinter in Gran Bretagna, ecc. Il corso inizierà con un’analisi approfondita dell’opera di Beckett, percorsa dall’idea della condizione umana segnata dalla sofferenza e dall’assenza di senso della vita stessa. Il filosofo tedesco, T.W.Adorno trovava nel “pessimismo” beckettiano una puntuale conferma della sua concezione che l’opera d’arte dell’età contemporanea non poteva far altro che dichiarare la negatività del presente e avere una sua positività proprio nella dichiarazione del negativo. Questa generazione è stata sostituita - dagli anni Sessanta in poi - dagli attori-registi e anche scrittori della e sulla scena (Peter Handke, Tadeusz Kantor, Carmelo Bene). Il loro continuo attraversamento dei confini delle discipline artistiche li ha avvicinato a una sorta di Gesamtkunstwerk che include l’interdisciplinarità della scena e coinvolgimentodello spettatore. Dopo qualche decennio di pausa, negli anni Novanta, viene rinnovata la centralità del testo drammaturgico nel movimento britannico In-yer-face, (Sarah Kane, Mark Ravenhill, Martin Crimp, Enda Walsh…), un fenomeno britannico che poi si dilatò in vari paesi europei (Elfride Jelinek, Lucia Calamaro, ecc). I nuovi drammaturghi hanno portato un cambiamento totale della struttura drammaturgica e del linguaggio, grazie ai cambiamenti svolti nello spettacolo contemporaneo e il teatro post-drammatico: con un testo teatrale non più drammatico, si arriva a una “autonomia della lingua” che non appare più come discorso dei personaggi (se ci sono personaggi definiti), ma come l’elemento teatrale indipendente, con interferenze di multimedia, performance e body art, teatro-danza, cultura popolare, teatro ambientale, ecc. Ovviamente, in tutte le tre generazioni, gli autori assumono in carico, all’interno della propria operazione estetica, le valenze ideologiche e il modello di funzionamento semantico del teatro diverso allo sguardo straniato sul nostro mondo. Questo sguardo che hanno ereditato dalle avanguardie storiche, tramite Beckett, ma anche dallo straniamento brechtiano, va a fecondare quel senso d’inadeguatezza dell’uomo contemporaneo, d’angoscia esistenziale data dalla perdita dei valori e dallo smarrirsi del centro e delle finalità dell’esistenza, che costituirà la poetica dell’assurdo da Beckett a Calamaro.
 Testi obbligatori: Samuel Beckett, Teatro, a cura di Paolo Bertinetti, Einaudi 2005; Peter Handke, Insulti al pubblico Tadeusz Kantor, La classe morta Carmelo Bene, Nostra signora dei turchi Sarah Kane, Tutto il teatro, Einaudi 2000; Elfriede Jelinek, Bambiland; Lucia Calamaro, Il ritorno del madre; Giles Deleuze, "Un manifesto di meno" in Carmelo Bene/Gilles Deleuze "Sovrapposizioni", Quodlibet, 2002, pp 85-127.
http://www.samuelbeckett.it
Dispense on line ancora da inserire. Testi raccomandati: Theodor W. Adorno, Il nulla positivo, Gli scritti su Beckett, Roma, L’Orma editore, 2019; Beckett ultimo atto, a cura di Rosy Colombo e Giuseppe Di Giacomo, Milano, Albo Versorio, 2009; Martin Esslin, Il teatro dell'assurdo, Roma : Edizioni Abete, 1980; La terra sonora, il teatro di Peter Handke, a cura di F. Fiorentino, C. Miglio, e V. Valentini, Roma, Istituto italiano di studi germanici, 2017; Kantor, Protagonismo registico e spazio temporale, a cura di Lido Geda, Pisa, Titivillus, 2007; Tadeusz Kantor, il teatro della morte, materiali raccolti e presentati da Denis Bablet, Ubulibri, (1997), 2003; Politica dell’arte, politica della vita: Tadeusz Kantor fra teatro, arti visive e letteratura, a cura di L. Marinelli, V. Valentini e A. Vecchia, Roma, Lithos Editrice, 2018; Bene in cucina, Nicola Savarese intervista Carmelo Bene, Bari, Edizioni di Pagina, 2019; H.T. Lehmann, “Elementi” in Il teatro postdrammatico, Bologna, Cue Press, 2017, pp 164-195. Graham Saunders, Love me or Kill me, Roma, Editoria & Spettacolo, 2005; Alex Sierz, In-yer-Face, Teatro britannico contemporaneo, Roma, Editoria & Spettacolo, 2006; Il ritorno della madre, il teatro di Lucia Calamaro, a cura di Renato Palazzi, Spoleto, Editoria e spettacolo, 2012; V. Valentini, “Storie senza figure” e “Formati” in Teatro contemporaneo, 1989-2019, Roma, Carocci editore, 2020, pp 45-61 e 89-127.
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L-ART/05
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Attività formative caratterizzanti
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STORIA DELLE TEORICHE TEATRALI A
(obiettivi)
Il corso, Storia delle teorie teatrali, è dedicato all’esplorazione critica del contributo metodologico e concettuale delle teorie teatrali al pensiero moderno del teatro, da Aristotele fino al Naturalismo. Lo scopo del corso è di rintracciare la storia delle teorie teatrali nella convinzione che esse contribuiscano a chiarire il rapporto tra teatro e la teoria che la accompagnava dall'inizio.
Il corso dovrebbe creare una base dei strumenti per gli studenti per poter analizzare i contesti narrativi e i contesti culturali e sociali nei quali nascono le teorie teatrali. Il corso dovrebbe anche aiutare gli studenti a capire il legame e la sinergia che nasce tra la prassi artistica e l' interpretazione teorica nella storia del teatro.
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JOVICEVIC ALEKSANDRA
( programma)
Storia delle teoriche teatrali A La prima parte del corso Storia delle teorie di teatro sarà dedicato all’esplorazione critica del contributo metodologico e concettuale delle teoriche teatrali al pensiero moderno durante il Novecento. Anziché un approccio classico-storiografico, studieremo i metodi delle nuove “scienze dello spettacolo”: sociologia, antropologia, teoria della performance, studi culturali, psicoanalisi teorica, post-strutturalismo, post-feminismo e post-colonialismo, etc. L’apertura interdisciplinare contribuirà a mettere a fuoco status e ruolo del paradigma teatrale, dai tempi del primo Novecento alla nostra contemporaneità. 1. Introduzione del corso, metodo di lavoro, metodo di valutazione, bibliografia; 2. L'avanguardie storiche, 1909-1941, (lettura, A. Jarry, Roi Ubu); 3. Il teatro politico-epico di Bertold Brecht e Erwin Piscator (lettura B. Brecht, Madre coraggio); 4. Teatro e dramma dell’assurdo (lettura E. Ionesco, La cantatrice calva oppure Beckett, Aspettando Godot); 5. Meta-teatro, para-teatro, teatro di crudeltà di Antonen Artaud e teatro di laboratorio di Grotovski; 6. Neo-avanguardia Euro-americana, 1950-1980; 7. Interculturalismo e l’antropologia teatrale; 8. Le nuove teorie della performance e gli studi di performance; 9. Post-colonialismo, post-strutturalismo, post-femminismo e gli studi culturali; 10. Il teatro postdrammatico (lettura di Rodrigo Garcia, Ronaldo, paggliacio di McDonald's); 11. La drammaturgia In-Yer-Face, (lettura, S. Kane, Cleansed); 12. Conclusione del corso.
 Testi obbligatori: 1. Alfred Jarry, Ubu re; 2. Luigi Pirandello, Stasera si recita a soggetto; 3. Bertolt Brecht, Madre coraggio; 4. Rodrigo Garcia, Rodrigo Pagliaccio di McDonald’s.
Dispense on line: C. Grazioli. "Dal futurismo a Bauhaus: modello mecanicco e civiltà tecnologica", e Umberto Artioli, "Antonin Artaud e il Teatro di Crudeltà", Il teatro di regia, a cura di Umberto Artioli, Carocci, 2004, pp 111-129 e pp 155-173;
Walter Benjamin, L'opera dell'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica, "Aura e choc", a cura di Andrea Pinotti e Antonio Somaini, PIccola biblioteca Einaudi, 2012, pp 17-50.
B. Brecht, Scritti teatrali.
A. Jovicevic, "Per una nuova storia e metodologia di performance studies, " in Thinking the Theatre: New Theatrology and Performance Studies, Atti del convegno internazionale di studi, Torino, 29-30 maggio 2015; Arti della performance: orizzonti e culture, No, 7, pp 183-191.
A. Jovicevic, "L'eredità di Brecht nel teatro postdrammatico: uso dei media, irruzione del reale e "artivismo", in Brecht e i media, a cura di Francesco Fiorentino, Studi Germanici, 2013, pp 231-245. H.T. Lehmann, "Breve retrospettiva sulle avanguardie storiche" e “Segni teatrali del teatro post-drammatico”, in Il teatro postdrammatico, Cue Press, 2017, pp 62-76; pp 91-115
AM Monteverdi, “Teatro e digitalità”, Nuovi media, nuovo teatro, Teorie e pratiche tra teatro e digitalità, Franco Angeli, 2011; pp 39-41.
R. Schechner, “Punti di contatto fra il pensiero antropologico e il pensiero teatrale”, Magnitudine della performance, Bulzoni 2000, (pp 10-51, la tabella pp 152-155).
R. Schechner, “Punti di contatto revisitati" in Il nuovo terzo mondo di performance studies, Bulzoni 2017, pp 181-211.
Peter Szondi, Tentativi di soluzione in Teoria di Drama Moderno 1880-1950, Einaudi, 2000, pp 87-116.
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