Insegnamento
|
CFU
|
SSD
|
Ore Lezione
|
Ore Eserc.
|
Ore Lab
|
Ore Studio
|
Attività
|
Lingua
|
10589547 -
LABORATORIO DI DESIGN PER IL PRODOTTO
(obiettivi)
Obiettivo generale del Corso integrato Laboratorio di design per il Prodotto (Design per il Prodotto 1 e Laboratorio di design per il Prodotto 1), è la comprensione e gestione autonoma dell’iter progettuale di un prodotto industriale di media complessità nei suoi diversi passaggi che vanno dall’ideazione, alla produzione, alla dismissione del prodotto industriale.
Saperi necessari per il raggiungimento degli obiettivi: In accordo con i Descrittori di Dublino gli obiettivi del Corso sono: - conoscere e comprendere gli aspetti culturali, i cambiamenti sociali, lo sviluppo tecnologico, le dinamiche economiche e di consumo che definiscono il contesto di riferimento del progetto; - saper organizzare in maniera autonoma il processo progettuale; - saper sviluppare un modello realistico del proprio concept progettuale; - sviluppare un’attitudine progettuale all’innovazione e alla ricerca sperimentale che includa nel progetto anche gli aspetti più immateriali, di linguaggio e semantici, insieme a quelli tecnologico-materici, avvalendosi anche della realizzazione di modelli fisici e virtuali. - capacità di apprendimento per un costante aggiornamento metodologico e contenutistico; - capacità di apprendimento autonomo e in continuità con le proprie conoscenze e competenze, anche individuando percorsi autonomi di studi e successivi (Master di 1° livello, Magistrali).
Sequenza delle diverse fasi dell’attività formativa: Per il raggiungimento di tali risultati il corso è articolato in lezioni frontali, seminari ed esercitazioni approntate in relazione ai diversi argomenti di natura teorica, metodologica, tecnica ed operativa. In particolare il corso sarà caratterizzato dalla continua relazione e rispondenza tra il momento analitico-conoscitivo e quello sperimentale.
Modalità di verifica dell’apprendimento: L'apprendimento viene verificato attraverso esercitazioni continue in cui lo studente applica le conoscenze che di volta in volta vengono trasmesse attraverso le lezioni frontali e le attività d’aula. In sede di esame sarà valutato il complesso delle esercitazioni prodotte e verificata l'effettiva conoscenza e padronanza dei principali argomenti trattati e affrontati durante il corso. L’esame del Corso integrato è comune ai 2 moduli (voto unico).
|
|
-
LABORATORIO DI DESIGN PER IL PRODOTTO 1
(obiettivi)
Il modulo di Laboratorio Design per il Prodotto 1, ha come obiettivo specifico quello di supportare il modulo principale, offrendo gli strumenti operativi utili a sperimentare e autonomamente organizzare la di un prodotto industriale di media complessità gestendone gli aspetti funzionali, formali e le tecniche.
Canale: 1
-
DI LUCCHIO LOREDANA
( programma)
Il Modulo di DESIGN PER IL PRODOTTO 1 e il modulo LABORATORIO DI DESIGN PER IL PRODOTTO 1 sono integrati nell'insegnamento LABORATORIO DI DESIGN PER IL PRODOTTO e il programma, le modalità di svolgimento, le modalità di valutazione i testi adottati e la bibliografia di riferimento, sono riferibili ai due moduli congiunti. L' insegnamento LABORATORIO DI DESIGN PER IL PRODOTTO intende fornire una preparazione di tipo sperimentale nel settore del Product Design. In coerenza con gli obiettivi formativi, il focus sperimentale sarà rivolto alla acquisizione di conoscenze e competenze progettuali in grado di immaginare e gestire lo sviluppo di un nuovo prodotto come risultato virtuoso tra la capacità creativa del progettista e le potenzialità realizzative della produzione. Il percorso formativo è strutturato in 3 step didattici corrispondenti ai seguenti obiettivi formativi: - conoscere _ i fattori tecnico-economici della produzione e quelli-socioculturali del consumo; - comprendere _ la relazione tra innovazione di prodotto – nelle sue diverse componenti tecnologica, funzionale, semantica – e opportunità di mercato; - saper fare _ la sintesi progettuale che rende compatibili e sostenibili le necessità produttive con i bisogni e di desideri della società contemporanea.
- Alessi, C., Design senza designer, Roma-Bari: Laterza, 2016 - Di Lucchio, L., Territori e Valori per il Design Italiano, RDesign Press, 2014 - Thackara, J., Ambiente, economia e sostenibilità: Progettare oggi il mondo di domani, Postmedia Books, 2017
Canale: 2
-
MALAKUCZI VIKTOR
( programma)
Il corso intende fornire una preparazione di tipo sperimentale nel settore del Product Design. In coerenza con gli obiettivi formativi del Corso, il focus sperimentale sarà rivolto alla acquisizione di conoscenze e competenze progettuali in grado di immaginare e gestire lo sviluppo di un nuovo prodotto come risultato virtuoso tra la capacità creativa del progettista e le potenzialità realizzative della produzione. Il percorso formativo è strutturato in 3 step didattici corrispondenti ai seguenti obiettivi formativi: - conoscere _ i fattori tecnico-economici della produzione e quelli-socioculturali del consumo; - comprendere _ la relazione tra innovazione di prodotto – nelle sue diverse componenti tecnologica, funzionale, semantica – e opportunità di mercato; - saper fare _ la sintesi progettuale che rende compatibili e sostenibili le necessità produttive con i bisogni e di desideri della società contemporanea.
Il tema progettuale scelto per questo a.a. riflette su una delle più urgenti richieste che la società, la produzione, l’economia e l’ambiente, sta richiedendo al mondo del progetto: ripensare in maniera più consapevole e virtuosa l’uso dei materiali plastici. Il tema del “Design Plastic Free” che verrà affrontato in questo Laboratorio secondo un approccio sistemico per sviluppare una capacità progettuale consapevole dove la convergenza tra funzione, forma, usabilità dei prodotti è validata dalla più corretta scelta del materiale e dei processi di lavorazione. Il canale Y affronterà il tema “BUYING IN BULK”, partendo dalla consapevolezza che gli imballaggi dei prodotti sono allo stesso tempo il primo settore industriale per uso di materiali plastici e la prima causa della produzione di rifiuti plastici. Il design, con un approccio sistemico, può trovare soluzioni che, incidendo sui comportamenti, possono contribuire alla riduzione dell’uso di packaging. Verrà studiato come fare agevolmente la spesa alla spina; il progetto consisterà nell’ideazione e nello sviluppo di un sistema di prodotti utili all’acquisto, al trasporto, all’uso ed alla conservazione in casa di merci sfuse. Verrà richiesto di analizzare i luoghi della vendita dello sfuso; di individuare gli utenti di riferimento dei progetti per studiarne le abitudini e focalizzare i problemi da risolvere; di studiare i prodotti attualmente in vendita senza packaging e come vengono gestiti durante il trasporto ed in casa.
I tre step sono: 1) “documentare” (Marzo 2021) E’ dedicato alla comprensione dello specifico ambito di sperimentazione, mappando quelle famiglie di prodotti più emblematici, per i quali la plastica ne è materiale principale, indagando anche i comportamenti delle persone in relazione ad essi. Il risultato atteso sarà lo sviluppo di una dossier della ricerca fatta, delineando gli obiettivi in termini di persone da prendere come riferimento, contesto specifico da affrontare, tipologia di oggetto da progettare, costituendo così il brief effettivo del progetto. 2) “immaginare” (Aprile 2021) A partire dalle conoscenze acquisite nel primo step, sarà sviluppato un concept di prodotto (o sistema di prodotti) in grado di rispondere efficacemente al problema individuato. Il risultato atteso di questo step è la definizione del concept: il livello di innovazione, il sistema prodotti, delineando la soluzione in termini di ergonomia, materiali, tecnologie principali. 3) “fabbricare” (Maggio2021) In questo step verrà sviluppato in dettaglio il prodotto o sistema di prodotti ipotizzati, approfondendo maggiormente anche questioni morfologici e semantici, nonché le questioni tecniche di fattibilità. Il risultato atteso è la verifica e documentazione del progetto attraverso gli strumenti consueti della progettazione: schizzi, modelli di studio, disegni tecnici, modelli 3d, rendering ed eventuali video. Dove possibile, si mira a produrre un prototipo (mock-up) di scala reale, in grado di presentare la forma e funzionalità dell’oggetto. Alla attività laboratoriale si affianca un lavoro di ricerca critica sui temi del design contemporaneo. Gli studenti saranno chiamati a sviluppare un lavoro testuale, su uno specifico argomento che verrà loro assegnato dalla docenza a partire dalla Bibliografia di base.
- Spam. Stop plastica a mare. 30 piccoli gesti per salvare il mondo dalla plastica di Filippo Solibello, ed. Mondadori, 2019 - Politiche del quotidiano, di Ezio Manzini, ed. Edizioni di comunità, 2018
Canale: 3
-
GIAMBATTISTA ANGELA
( programma)
Il corso intende fornire una preparazione di tipo sperimentale nel settore del Product Design. In coerenza con gli obiettivi formativi del Corso, il focus sperimentale sarà rivolto alla acquisizione di conoscenze e competenze progettuali in grado di immaginare e gestire lo sviluppo di un nuovo prodotto come risultato virtuoso tra la capacità creativa del progettista e le potenzialità realizzative della produzione. Il percorso formativo è strutturato in 3 step didattici corrispondenti ai seguenti obiettivi formativi: - conoscere _ i fattori tecnico-economici della produzione e quelli-socioculturali del consumo; - comprendere _ la relazione tra innovazione di prodotto – nelle sue diverse componenti tecnologica, funzionale, semantica – e opportunità di mercato; - saper fare _ la sintesi progettuale che rende compatibili e sostenibili le necessità produttive con i bisogni e di desideri della società contemporanea.
Munari, B. (1981). Da cosa nasce cosa: appunti per una metodologia progettuale. Gius. Laterza & Figli Spa. Lerma, B., De Giorgi, C., & Allione, C. (2011). Design e materiali. Sensorialità_sostenibilità _progetto. Milan: FrancoAngeli.
|
3
|
ICAR/13
|
-
|
-
|
30
|
-
|
Attività formative caratterizzanti
|
ITA |
-
DESIGN PER IL PRODOTTO 1
(obiettivi)
Il modulo di Design per il Prodotto 1, ha come obiettivo specifico quello di offrire gli strumenti metodologici utili a comprendere e sperimentare la progettazione di un prodotto industriale di media complessità gestendone gli aspetti funzionali, formali e le tecniche.
Canale: 1
-
DI LUCCHIO LOREDANA
( programma)
Il Modulo di DESIGN PER IL PRODOTTO 1 e il modulo LABORATORIO DI DESIGN PER IL PRODOTTO 1 sono integrati nell'insegnamento LABORATORIO DI DESIGN PER IL PRODOTTO e il programma, le modalità di svolgimento, le modalità di valutazione i testi adottati e la bibliografia di riferimento, sono riferibili ai due moduli congiunti. L' insegnamento LABORATORIO DI DESIGN PER IL PRODOTTO intende fornire una preparazione di tipo sperimentale nel settore del Product Design. In coerenza con gli obiettivi formativi, il focus sperimentale sarà rivolto alla acquisizione di conoscenze e competenze progettuali in grado di immaginare e gestire lo sviluppo di un nuovo prodotto come risultato virtuoso tra la capacità creativa del progettista e le potenzialità realizzative della produzione. Il percorso formativo è strutturato in 3 step didattici corrispondenti ai seguenti obiettivi formativi: - conoscere _ i fattori tecnico-economici della produzione e quelli-socioculturali del consumo; - comprendere _ la relazione tra innovazione di prodotto – nelle sue diverse componenti tecnologica, funzionale, semantica – e opportunità di mercato; - saper fare _ la sintesi progettuale che rende compatibili e sostenibili le necessità produttive con i bisogni e di desideri della società contemporanea.
- Alessi, C., Design senza designer, Roma-Bari: Laterza, 2016 - Di Lucchio, L., Territori e Valori per il Design Italiano, RDesign Press, 2014 - Thackara, J., Ambiente, economia e sostenibilità: Progettare oggi il mondo di domani, Postmedia Books, 2017
(Date degli appelli d'esame)
Canale: 2
-
Carbonoli Matteo
( programma)
Gli studenti affronteranno le diverse fasi di sviluppo di un progetto di product design, simulando il processo professionale. Il progetto sarà suddiviso in diverse fasi, ognuna corrispondente ad un diverso livello di sviluppo dell’idea: l’inizio sarà dedicato alla ricerca ed all’analisi del target e del contesto d’uso; seguirà la formulazione di uno o più concept innovativi; poi vi sarà una fase dedicata allo sviluppo tecnico, comprensiva di scelta dei materiali e delle tecnologie di produzione appropriati. Particolare attenzione sarà rivolta alla comunicazione del progetto, verrà chiesto agli studenti di realizzare diversi tipi di elaborati, quali ad esempio schizzi, rendering, disegni tecnici, modellini di studio, modello estetico; da presentare in aula al termine di ogni fase, simulando una presentazione professionale. Il titolo del corso è BUYING IN BULK, il progetto consisterà nell’ideazione e nello sviluppo di un sistema di prodotti utili all’acquisto, al trasporto, all’uso ed alla conservazione in casa di merci sfuse; con l’obiettivo di ridurre la quantità di materiali plastici utilizzati nei packaging.
- Ezio Manzini, “Politiche del quotidiano”, Edizioni di comunità - Filippo Solibello, “Stop plastica a mare”, ed. Mondadori
(Date degli appelli d'esame)
Canale: 3
-
D'ARRIGO PAOLO
( programma)
Il tema progettuale scelto riflette su una delle più urgenti richieste che la società, la produzione, l’economia e l’ambiente, sta richiedendo al mondo del progetto: ripensare in maniera più consapevole e virtuosa l’uso dei materiali plastici.
Il tema del “Design Plastic Free” che verrà affrontato in questo Laboratorio secondo un approccio critico/sistemico/semantico per sviluppare una capacità progettuale consapevole dove la convergenza tra funzione, forma, usabilità dei prodotti è validata dalla più corretta scelta del materiale e dei processi di lavorazione.
Il risultato atteso è lo sviluppo di una collezione di prodotti realizzati in collaborazione con laboratori di produzione locali (artigiani, fablab, piccole realtà imprenditoriali).
Nello specifico per il canale Z il corso ha come titolo "THE SOCIALIZATION GAME"
Il corso mira ad esplorare il concetto di gioco nei suoi diversi aspetti, tipologico, semiotico, produttivo, andando a focalizzare l’attenzione sul connotato socializzante dell’oggetto/i ludici. Nel tentativo di riappropriarsi delle relazioni sociali messe a dura prova dalla pandemia, il risultato atteso è lo sviluppo di giochi socializzanti, dalla chiara valenza significativa e dal forte impatto materico progettati per essere necessariamente utilizzati da due o più persone.
Munari B., Da cosa nasce cosa, Roma-Bari, Laterza, 1996 Lerma B. - De Giorgi C. - Allione C., Design e materiali, Milano, FrancoAngeli, 2011
(Date degli appelli d'esame)
|
6
|
ICAR/13
|
60
|
-
|
-
|
-
|
Attività formative caratterizzanti
|
ITA |
10589548 -
LABORATORIO DI DESIGN PER LO SPAZIO PUBBLICO
(obiettivi)
Il Laboratorio di design per lo Spazio Pubblico, è un corso integrato composto da 2 moduli (Design per lo Spazio Pubblico e Laboratorio di design per lo Spazio Pubblico) che hanno in comune organizzazione delle attività laboratoriali e l’esame finale. Obiettivi generali del corso sono favorire la conoscenza e la comprensione dei principi base utili per il progetto di un allestimento di limitata complessità di e per uno spazio pubblico.
Saperi necessari per il raggiungimento degli obiettivi: In accordo con i Descrittori di Dublino gli obiettivi del Corso sono: - conoscere gli elementi di base necessari al controllo spaziale e tecnico-funzionale dell’idea progettuale attraverso un’adeguata padronanza degli strumenti teorici ed operativi, comprendendo tra questi anche gli aspetti immateriali legati alla comunicazione visiva e multimediale e al rapporto tra spazio pubblico, allestimento e percezione; - comprendere le componenti morfologiche, funzionali e materiali di base per la realizzazione di un progetto di allestimento dello spazio pubblico e sviluppare un’attitudine alla ricerca che includa nel progetto sia gli aspetti tecnologico-materiali che quelli immateriali legati alla comunicazione.; - sviluppare e saper comunicare il progetto di allestimento di uno spazio pubblico di limitate dimensioni nelle sue componenti spaziali, funzionali, tecnologiche, materiali e immateriali, con adeguata consapevolezza anche per quel che riguarda l’interpretazione degli aspetti culturali e sociali che definiscono il contesto di riferimento, avvalendosi della realizzazione di modelli fisici e virtuali. - capacità di apprendimento per un costante aggiornamento metodologico e contenutistico; - capacità di apprendimento autonomo e in continuità con le proprie conoscenze e competenze, anche individuando percorsi autonomi di studi e successivi (Master di 1° livello, Magistrali).
Sequenza delle diverse fasi dell’attività formativa: Per il raggiungimento di tali risultati il corso è articolato in lezioni frontali, seminari ed esercitazioni approntate in relazione ai diversi argomenti di natura teorica, metodologica, tecnica ed operativa. In particolare il corso sarà caratterizzato dalla continua relazione e rispondenza tra il momento analitico-conoscitivo e quello sperimentale.
Modalità di verifica dell’apprendimento: L'apprendimento viene verificato attraverso esercitazioni continue in cui lo studente applica le conoscenze che di volta in volta vengono trasmesse attraverso le lezioni frontali e le attività d’aula. In sede di esame sarà valutato il complesso delle esercitazioni prodotte e verificata l'effettiva conoscenza e padronanza dei principali argomenti trattati e affrontati durante il corso, con particolare riferimento al progetto finale. Voto e esame saranno integrati (voto unico).
|
|
-
DESIGN PER LO SPAZIO PUBBLICO
(obiettivi)
Il modulo di Design per lo Spazio Pubblico, ha come obiettivo specifico quello di offrire gli strumenti metodologici utili a comprendere e sperimentare la progettazione di un allestimento di limitata complessità per uno spazio pubblico gestendone gli aspetti funzionali, formali e le tecniche.
Canale: 1
-
DAL FALCO FEDERICA
( programma)
Il Corso di DESIGN PER LO SPAZIO PUBBLICO (6 Cfu Icar/13) e il LABORATORIO DI DESIGN PER LO SPAZIO PUBBLICO (3 Cfu Icar/13) sono considerati come insegnamenti integrati, i cui obiettivi sono: Conoscere, comprendere e sperimentare i principi base per il progetto di un allestimento di limitata complessità, sapendone controllare le componenti spaziali, funzionali, tecnologiche.Saperi necessari per il raggiungimento degli obiettivi- Conoscere gli elementi di base necessari al controllo spaziale e tecnico-funzionale dell’idea progettuale attraverso un’adeguata padronanza degli strumenti teorici ed operativi, comprendendo tra questi anche gli aspetti immateriali legati alla comunicazione visiva e multimediale e al rapporto tra allestimento e percezione.- Comprendere le componenti morfologiche, funzionali e materiali di base per la realizzazione di un progetto di allestimento e sviluppare un’attitudine alla ricerca che includa nel progetto sia gli aspetti tecnologico-materiali che quelli immateriali legati alla comunicazione.- Sviluppare e saper comunicare il progetto di allestimento di uno spazio di limitate dimensioni nelle sue componenti spaziali, funzionali, tecnologiche, materiali e immateriali, con adeguata consapevolezza anche per quel che riguarda l’interpretazione degli aspetti culturali e sociali che definiscono il contesto di riferimento, avvalendosi anche della realizzazione di modelli fisici e virtuali. Sequenza delle diverse fasi dell’attività formativa. Per il raggiungimento di tali risultati il corso è articolato in lezioni frontali, seminari ed esercitazioni approntate in relazione ai diversi argomenti di natura teorica, metodologica, tecnica ed operativa. In particolare il corso sarà caratterizzato dalla continua relazione e rispondenza tra il momento analitico-conoscitivo e quello sperimentale. Modalità di verifica dell’apprendimento: L'apprendimento viene verificato attraverso esercitazioni continue in cui lo studente applica le conoscenze che di volta in volta vengono trasmesse attraverso le lezioni frontali e le attività d’aula. In sede di esame sarà valutato il complesso delle esercitazioni prodotte e verificata l'effettiva conoscenza e padronanza dei principali argomenti trattati e affrontati durante il corso.
In relazione agli obiettivi specifici, Il Corso di DESIGN PER LO SPAZIO PUBBLICO (6 Cfu Icar/13) e il LABORATORIO DI DESIGN PER LO SPAZIO PUBBLICO (3 Cfu Icar/13) propongono temi progettuali dedicati all’outdoor design in relazione alla rigenerazione di aree urbane di piccola dimensione della città di Roma che versano in condizioni di degrado. I contenuti trattati comprendono quindi tematiche legate allo spatial e public design, nel segno della rigenerazione di brani e frammenti di città attraverso la relazione tra persone e identità dei luoghi. L’approccio progettuale è trasversale, funzionale a creare sinergie tra sistemi di oggetti, architettura, paesaggio, servizi, arte pubblica. I risultati progettuali – dall’outdoor design al design delle superfici urbane (pavimentazioni, playground) - nell’avvalersi anche di metodi storici e sociali dovranno condurre ad una nuova identificazione dei luoghi operando una sintesi tra le discipline della cultura del progetto e le esigenze collettive. Le sperimentazioni progettuali prevedono l’elaborazione di un concept e loro successivo sviluppo a partire dal rapporto performativo del corpo con gli spazi esterni includendo attività di tipo sportivo e artistico (danza, performances). Il concept, ideato a partire da ricerche storiche e delle caratteristiche morfologiche, materiali e costruttive dell’area proposta, da un’indagine sulle esigenze dei cittadini residenti, dallo studio di progetti e realizzazioni pertinenti; verrà sviluppato in una prima fase con progetti dedicati all’outdoor, e in una seconda fase con il design degli spazi esterni. L’Atelier IV prevede come tema d’esame finale, un progetto trasversale che riguarda l’urban design, il product e outdoor design, il design di eventi sportivi e performativi e anche il visual design. Il progetto oggetto d'esame dal titolo "PerformativeExperienceDesign. Regenerate urban spaces in Rome" è costituito da un book nel quale sono sistematizzati i seguenti step: la ricerca iniziale: interviste, fotografie, schizzi, riflessioni, moodboard; il concept; il progetto di massima eil progetto esecutivo, le fotografie del modello di studio.
Il raggiungimento del risultato finale si articola nelle seguenti fasi: FASE 1: 24 ore (3 CFU) Lezioni teoriche (16 ore) e attività di approfondimento e laboratoriali (8 ore) La prima fase è dedicata allo studio, alla ricerca e all’elaborazione di linee guida inerenti il tema di progetto che riguarda la riqualificazione urbana di spazi esterni di un’area urbana di piccole dimensioni della città di Roma. Questa fase prevede lezioni teoriche dedicate al design dello spazio pubblico, a sistemi di oggetti outdoor e al design delle superfici. Alla fine della prima fase, gli studenti devono presentare un concept progettuale di un sistema di oggetti outdoor, partendo da una più generale idea di rigenerazione dell’area oggetto di studio. In questa fase, sarà necessario conoscere e comprendere la storia e le caratteristiche urbane del quartiere, delle architetture principali, degli spazi esterni, della circolazione e del verde e dell’arredo urbano; effettuando sopralluoghi e restituzioni fotografiche. Le esigenze dei cittadini residenti potrano essere sondate con interviste. I materiali raccolti saranno restituiti in un diario personale con descrizioni, riflessioni e approfondimenti.
FASE 2: 24 ore (3 CFU) Lezioni teoriche (6 ore) e attività di approfondimento e laboratoriali (18 ore): La seconda fase è dedicata allo sviluppo del progetto di un sistema di prodotti outdoor in relazione al contesto con schizzi, viste quotate, rendering e modellini di studio. Parallelamente gli studenti inizieranno a progettare le superfici dell’area e a collocare gli oggetti. Le lezioni teoriche riguarderanno ulteriori approfondimenti relativi al design degli spazi pubblici.
FASE 3: 24 ore (3 CFU) Attività di approfondimento e laboratoriali (24 ore): La terza fase è dedicata all’elaborazione finale del progetto, alla realizzazione del modello definitivo e alla redazione del book d’esame con indicazioni grafiche fornite dalla docenza. Gli elaborati richiesti per l’esame sono: - Ricerche, studi, documentazione fotografica, disegno della planimetria fornita dalla docenza e mappature significative (layer) inerenti la circolazione, i punti nevralgici, il verde… - Inquadramento del tema proposto - Concept del sistema di prodotti outdoor con schizzi e riferimenti alla cultura visiva e al design - Concept del comunicazione del progetto con schizzi e riferimenti alla cultura visiva e al design - Disegni tecnici: viste e sezioni in scala quotate secondo le regole del disegno tecnico; eventuali abachi - Esploso assonometrico con indicazione degli elementi costituenti il prodotto (montaggio/smontaggio) - Modello reale e modello virtuale-render con fotoinserimenti - Documentazione fotografica dei modelli (fisico e virtuale) - Presentazione powerpoint
Altarelli, L. (2006). Light city. La città in allestimento. Roma: Meltemi editore. Birozzi, C. & Pugliese M. (2007). L’arte pubblica nello spazio urbano. Milano: Mondadori. Clemente, M.(2017) Re-Design dello spazio pubblico. Milano: Franco Angeli Favole, P. (2007). Strade urbane. Architettura e arredo. Milano: Tecniche Nuove. Gehl, J. (2012). Vita in città. Spazio urbano e relazioni sociali. Santarcangelo di Romagna: Maggioli Editore.
(Date degli appelli d'esame)
Canale: 2
-
BRUNI ANGELA
( programma)
L’obbiettivo formativo generale è quello di aiutare lo studente nell’operazione di sviluppo ottimale del progetto del modulo di Design per lo spazio pubblico, fornendo l’apporto teorico e metodologico, necessario per un progetto di allestimento temporaneo di limitata complessità di uno spazio pubblico, attraverso lezioni e analisi di casi studio. I moduli saranno incentrati sul tema dell’architettura effimera e provvisoria come strumento per la modificazione di uno spazio pubblico. Si intende tracciare un percorso di avvicinamento al riuso del patrimonio edilizio o di un vuoto urbano mettendo insieme la scala dell’edificio, la scala della città, con quella dell’oggetto attraverso allestimenti.
Tema del progetto Il tema riguarda la progettazione dello spazio interno della torre medievale di Tor Marancia a Roma e di una porzione di area esterna, spazio pubblico tra le case di un moderno complesso di edilizia popolare, cercando di dare un nuovo significato a una parte della città contemporanea. Il progetto espositivo per la modificazione dell'esistente, il rapporto tra contesto urbano e architettura effimera. Inserimento di elementi reversibili, per ricollegare il parco al contesto. Ci proponiamo di: - progettare lo spazio interno della torre come uno spazio espositivo e una parte dello spazio esterno per richiamare l'ambiente interno attraverso un manifesto o un segno o elementi multimediali.
ALTARELLI LUCIO, Light City. La città in allestimento, Meltemi Editore, Roma 2006
(Date degli appelli d'esame)
Canale: 3
-
Farina Carla
( programma)
I media, la digitalizzazione e le tecnologie della comunicazione in genere, hanno profondamente modificato il comportamento dell’individuo all'interno di uno spazio costruito: l’unione della dimensione fisica con quella digitale ha generato nuovi contesti e modalità di azione (comportamentali) ed una differente percezione degli spazi stessi. Gli edifici e lo spazio vissuto in generale, mediante tali tecnologie, sono diventati attivi, reattivi ed interattivi, facendo sì che l’individuo è sempre più un “utente” virtuale e non più solo abitante o visitatore passivo di quello spazio. All'interno di questo scenario il settore dell’allestimento espositivo, sia museale che non, si amplifica e modifica le sue potenzialità di comunicare il messaggio al grande pubblico. Infatti nei musei e nelle esposizioni in genere “le nuove tecnologie, aprono inediti scenari di competenze, di ruolo e di metodo del design” (F. Irace) che inducono ad un ripensamento del settore e ad un nuovo approccio progettuale. Le competenze e gli strumenti tradizionali non sono più sufficienti, si amplifica il numero degli attori che partecipano all'evento e crollano le barriere tra i diversi settori: allestire una mostra non è più solo competenza del curatore e dell’ architetto. Alla luce di questo cambiamento è dovuta una riflessione sul ruolo del design e del designer nel campo dell'Exhibit. Quali metodologie e strumenti usare per gestire il dualismo generatosi tra il dominio del tangibile – fisico e quello dell’intangibile – virtuale nella ridefinizione degli spazi della comunicazione. La pratica dell’allestire e dell’esibire deve essere inserita all’interno di tale scenario e considerata inoltre una disciplina di confine tra progetto e comunicazione, luogo di incontro di molteplici competenze. In un progetto di Exhibition Design convergono e si confrontano conoscenze di architettura e di design, di lighting e media digitali, di ingegneria audiovisiva, di sociologia e psicologia, di comunicazione e grafica. Un complesso insieme di saperi che attraverso il linguaggio della luce, dei colori, delle forme e dei suoni, comunicano un messaggio al visitatore offrendogli una esperienza tridimensionale e multisensoriale vissuta in uno spazio. Apparati concettuali e apparati fisici, volti alla comunicazione intesa nelle sue accezioni più ampie, concorrono a comunicare e creare un evento esperienziale in un ambiente definito e reale che si trasforma di volta in volta. L’insieme di apparati fisici per un allestimento o per una installazione, diventano una interfaccia che media spazio e utente, ed in rapporto a queste due entità vanno pensati e progettati.
Sergio Polano, I luoghi dell’Esporre, ebook; Sergio Polano, Mostrare‐ L’allestimento in Italia dagli anni Venti agli anni Ottanta (Exhibition design in Italy Pam Locker, Exhibition Design, Basics Interior design 02, ava academia, 2011; David Dernie, Exhibition Design, W.W. Norton & Company, New York London, 2006;
(Date degli appelli d'esame)
|
6
|
ICAR/13
|
60
|
-
|
-
|
-
|
Attività formative caratterizzanti
|
ITA |
-
LABORATORIO DI DESIGN PER LO SPAZIO PUBBLICO
(obiettivi)
Il modulo di Laboratorio di Design per lo Spazio Pubblico, ha come obiettivo specifico quello di supportare il modulo principale, offrendo gli strumenti operativi utili a sperimentare e autonomamente organizzare un allestimento di limitata complessità per uno spazio pubblico gestendone gli aspetti funzionali, formali e le tecniche.
Canale: 1
-
DAL FALCO FEDERICA
( programma)
Il Corso di DESIGN PER LO SPAZIO PUBBLICO (6 Cfu Icar/13) e il LABORATORIO DI DESIGN PER LO SPAZIO PUBBLICO (3 Cfu Icar/13) sono considerati come insegnamenti integrati, i cui obiettivi sono: Conoscere, comprendere e sperimentare i principi base per il progetto di un allestimento di limitata complessità, sapendone controllare le componenti spaziali, funzionali, tecnologiche.Saperi necessari per il raggiungimento degli obiettivi- Conoscere gli elementi di base necessari al controllo spaziale e tecnico-funzionale dell’idea progettuale attraverso un’adeguata padronanza degli strumenti teorici ed operativi, comprendendo tra questi anche gli aspetti immateriali legati alla comunicazione visiva e multimediale e al rapporto tra allestimento e percezione.- Comprendere le componenti morfologiche, funzionali e materiali di base per la realizzazione di un progetto di allestimento e sviluppare un’attitudine alla ricerca che includa nel progetto sia gli aspetti tecnologico-materiali che quelli immateriali legati alla comunicazione.- Sviluppare e saper comunicare il progetto di allestimento di uno spazio di limitate dimensioni nelle sue componenti spaziali, funzionali, tecnologiche, materiali e immateriali, con adeguata consapevolezza anche per quel che riguarda l’interpretazione degli aspetti culturali e sociali che definiscono il contesto di riferimento, avvalendosi anche della realizzazione di modelli fisici e virtuali. Sequenza delle diverse fasi dell’attività formativaPer il raggiungimento di tali risultati il corso è articolato in lezioni frontali, seminari ed esercitazioni approntate in relazione ai diversi argomenti di natura teorica, metodologica, tecnica ed operativa. In particolare il corso sarà caratterizzato dalla continua relazione e rispondenza tra il momento analitico-conoscitivo e quello sperimentale. Modalità di verifica dell’apprendimento: L'apprendimento viene verificato attraverso esercitazioni continue in cui lo studente applica le conoscenze che di volta in volta vengono trasmesse attraverso le lezioni frontali e le attività d’aula. In sede di esame sarà valutato il complesso delle esercitazioni prodotte e verificata l'effettiva conoscenza e padronanza dei principali argomenti trattati e affrontati durante il corso.
Programma dell’insegnamento In relazione agli obiettivi specifici, Il Corso di DESIGN PER LO SPAZIO PUBBLICO (6 Cfu Icar/13) e il LABORATORIO DI DESIGN PER LO SPAZIO PUBBLICO (3 Cfu Icar/13) propongono temi progettuali dedicati all’outdoor design in relazione alla rigenerazione di aree urbane di piccola dimensione della città di Roma che versano in condizioni di degrado. I contenuti trattati comprendono quindi tematiche legate allo spatial e public design, nel segno della rigenerazione di brani e frammenti di città attraverso la relazione tra persone e identità dei luoghi. L’approccio progettuale è trasversale, funzionale a creare sinergie tra sistemi di oggetti, architettura, paesaggio, servizi, arte pubblica. I risultati progettuali – dall’outdoor design al design delle superfici urbane (pavimentazioni, playground) - nell’avvalersi anche di metodi storici e sociali dovranno condurre ad una nuova identificazione dei luoghi operando una sintesi tra le discipline della cultura del progetto e le esigenze collettive. Le sperimentazioni progettuali prevedono l’elaborazione di un concept e loro successivo sviluppo a partire dal rapporto performativo del corpo con gli spazi esterni includendo attività di tipo sportivo e artistico (danza, performances). Il concept, ideato a partire da ricerche storiche e delle caratteristiche morfologiche, materiali e costruttive dell’area proposta, da un’indagine sulle esigenze dei cittadini residenti, dallo studio di progetti e realizzazioni pertinenti; verrà sviluppato in una prima fase con progetti dedicati all’outdoor, e in una seconda fase con il design degli spazi esterni. L’Atelier IV prevede come tema d’esame finale, un progetto trasversale che riguarda l’urban design, il product e outdoor design, il design di eventi sportivi e performativi e anche il visual design. Il progetto oggetto d'esame dal titolo "PerformativeExperienceDesign. Regenerate urban spaces in Rome" è costituito da un book nel quale sono sistematizzati i seguenti step: la ricerca iniziale: interviste, fotografie, schizzi, riflessioni, moodboard; il concept; il progetto di massima eil progetto esecutivo, le fotografie del modello di studio.
Il raggiungimento del risultato finale si articola nelle seguenti fasi: FASE 1: 24 ore (3 CFU) Lezioni teoriche (16 ore) e attività di approfondimento e laboratoriali (8 ore) La prima fase è dedicata allo studio, alla ricerca e all’elaborazione di linee guida inerenti il tema di progetto che riguarda la riqualificazione urbana di spazi esterni di un’area urbana di piccole dimensioni della città di Roma. Questa fase prevede lezioni teoriche dedicate al design dello spazio pubblico, a sistemi di oggetti outdoor e al design delle superfici. Alla fine della prima fase, gli studenti devono presentare un concept progettuale di un sistema di oggetti outdoor, partendo da una più generale idea di rigenerazione dell’area oggetto di studio. In questa fase, sarà necessario conoscere e comprendere la storia e le caratteristiche urbane del quartiere, delle architetture principali, degli spazi esterni, della circolazione e del verde e dell’arredo urbano; effettuando sopralluoghi e restituzioni fotografiche. Le esigenze dei cittadini residenti potrano essere sondate con interviste. I materiali raccolti saranno restituiti in un diario personale con descrizioni, riflessioni e approfondimenti.
FASE 2: 24 ore (3 CFU) Lezioni teoriche (6 ore) e attività di approfondimento e laboratoriali (18 ore): La seconda fase è dedicata allo sviluppo del progetto di un sistema di prodotti outdoor in relazione al contesto con schizzi, viste quotate, rendering e modellini di studio. Parallelamente gli studenti inizieranno a progettare le superfici dell’area e a collocare gli oggetti. Le lezioni teoriche riguarderanno ulteriori approfondimenti relativi al design degli spazi pubblici.
FASE 3: 24 ore (3 CFU) Attività di approfondimento e laboratoriali (24 ore): La terza fase è dedicata all’elaborazione finale del progetto, alla realizzazione del modello definitivo e alla redazione del book d’esame con indicazioni grafiche fornite dalla docenza. Gli elaborati richiesti per l’esame sono: - Ricerche, studi, documentazione fotografica, disegno della planimetria fornita dalla docenza e mappature significative (layer) inerenti la circolazione, i punti nevralgici, il verde… - Inquadramento del tema proposto - Concept del sistema di prodotti outdoor con schizzi e riferimenti alla cultura visiva e al design - Concept del comunicazione del progetto con schizzi e riferimenti alla cultura visiva e al design - Disegni tecnici: viste e sezioni in scala quotate secondo le regole del disegno tecnico; eventuali abachi - Esploso assonometrico con indicazione degli elementi costituenti il prodotto (montaggio/smontaggio) - Modello reale e modello virtuale-render con fotoinserimenti - Documentazione fotografica dei modelli (fisico e virtuale) - Presentazione powerpoint
Altarelli, L. (2006). Light city. La città in allestimento. Roma: Meltemi editore. Birozzi, C. & Pugliese M. (2007). L’arte pubblica nello spazio urbano. Milano: Mondadori. Clemente, M.(2017) Re-Design dello spazio pubblico. Milano: Franco Angeli Favole, P. (2007). Strade urbane. Architettura e arredo. Milano: Tecniche Nuove. Gehl, J. (2012). Vita in città. Spazio urbano e relazioni sociali. Santarcangelo di Romagna: Maggioli Editore.
Canale: 2
-
Petreni Ilaria
( programma)
L’obbiettivo formativo generale è quello di aiutare lo studente nell’operazione di sviluppo ottimale del progetto del modulo di Design per lo spazio pubblico, fornendo l’apporto teorico e metodologico, necessario per un progetto di allestimento temporaneo di limitata complessità di uno spazio pubblico, attraverso lezioni e analisi di casi studio. I moduli saranno incentrati sul tema dell’architettura effimera e provvisoria come strumento per la modificazione di uno spazio pubblico.
FRANCO ALBINI: I MUSEI E GLI ALLESTIMENTI ( VOLUME1) – FEDERICO BUCCI E AUGUSTO ROSSARI IL DESIGN E GLI INTERNI (VOLUME 2) – GIAMPIERO BOSONI E FEDERICO BUCCI, EDIZIONI DOCUMENTI, ELECTA ARCHITETTURA 999 CONTEMPORARY- BIG CITY LIFE : TORMARANCIA , EDIZIONI: CASTELVECCHI 2014
Canale: 3
-
Farina Carla
( programma)
I media, la digitalizzazione e le tecnologie della comunicazione in genere, hanno profondamente modificato il comportamento dell’individuo all'interno di uno spazio costruito: l’unione della dimensione fisica con quella digitale ha generato nuovi contesti e modalità di azione (comportamentali) ed una differente percezione degli spazi stessi. Gli edifici e lo spazio vissuto in generale, mediante tali tecnologie, sono diventati attivi, reattivi ed interattivi, facendo sì che l’individuo è sempre più un “utente” virtuale e non più solo abitante o visitatore passivo di quello spazio. All'interno di questo scenario il settore dell’allestimento espositivo, sia museale che non, si amplifica e modifica le sue potenzialità di comunicare il messaggio al grande pubblico. Infatti nei musei e nelle esposizioni in genere “le nuove tecnologie, aprono inediti scenari di competenze, di ruolo e di metodo del design” (F. Irace) che inducono ad un ripensamento del settore e ad un nuovo approccio progettuale. Le competenze e gli strumenti tradizionali non sono più sufficienti, si amplifica il numero degli attori che partecipano all'evento e crollano le barriere tra i diversi settori: allestire una mostra non è più solo competenza del curatore e dell’ architetto. Alla luce di questo cambiamento è dovuta una riflessione sul ruolo del design e del designer nel campo dell'Exhibit. Quali metodologie e strumenti usare per gestire il dualismo generatosi tra il dominio del tangibile – fisico e quello dell’intangibile – virtuale nella ridefinizione degli spazi della comunicazione. La pratica dell’allestire e dell’esibire deve essere inserita all’interno di tale scenario e considerata inoltre una disciplina di confine tra progetto e comunicazione, luogo di incontro di molteplici competenze. In un progetto di Exhibition Design convergono e si confrontano conoscenze di architettura e di design, di lighting e media digitali, di ingegneria audiovisiva, di sociologia e psicologia, di comunicazione e grafica. Un complesso insieme di saperi che attraverso il linguaggio della luce, dei colori, delle forme e dei suoni, comunicano un messaggio al visitatore offrendogli una esperienza tridimensionale e multisensoriale vissuta in uno spazio. Apparati concettuali e apparati fisici, volti alla comunicazione intesa nelle sue accezioni più ampie, concorrono a comunicare e creare un evento esperienziale in un ambiente definito e reale che si trasforma di volta in volta. L’insieme di apparati fisici per un allestimento o per una installazione, diventano una interfaccia che media spazio e utente, ed in rapporto a queste due entità vanno pensati e progettati.
Sergio Polano, I luoghi dell’Esporre, ebook; Sergio Polano, Mostrare‐ L’allestimento in Italia dagli anni Venti agli anni Ottanta (Exhibition design in Italy Pam Locker, Exhibition Design, Basics Interior design 02, ava academia, 2011; David Dernie, Exhibition Design, W.W. Norton & Company, New York London, 2006;
|
3
|
ICAR/13
|
-
|
-
|
30
|
-
|
Attività formative caratterizzanti
|
ITA |
10589549 -
PROGETTAZIONE STRUTTURALE PER IL DESIGN
(obiettivi)
Il corso integrato (Principi di Meccanica Strutturale per il Design e Progettazione Strutturale degli artefatti industriali), fornisce un’introduzione ai concetti fondamentali della meccanica e dell’analisi strutturale e si concretizza in un’esperienza progettuale finalizzata ad evidenziare il ruolo che i requisiti di carattere meccanico possono svolgere all’interno del processo di progettazione di artefatti industriali. Ogni oggetto, infatti, per svolgere le funzioni per le quali è concepito, deve necessariamente essere in grado di acquisire e mantenere la sua forma, nonostante le azioni ambientali tendano a farla variare. L’analisi strutturale consente di prevedere gli effetti che le cause di movimento imposte dall’ambiente possono provocare sugli oggetti. Con l’avvento delle geometrie complesse e dei materiali innovativi, un’accurata progettazione strutturale può portare a una forma meglio ottimizzata e più economica se non, in alcuni casi, a guidare la definizione della forma stessa.
Saperi necessari per il raggiungimento degli obiettivi: In accordo con i Descrittori di Dublino gli obiettivi del Corso sono: - acquisire le conoscenze di base della meccanica strutturale; - comprende il ruolo che l’analisi strutturale può svolgere all’interno del processo di progettazione di artefatti industriali; - saper utilizzare programmi di calcolo strutturale per eseguire simulazioni del comportamento meccanico di oggetti industriali; - sviluppare un’autonomia di giudizio in relazione alla progettazione strutturale per il design.
Sequenza delle diverse fasi dell’attività formativa: Per il raggiungimento di tali risultati il corso è articolato in lezioni frontali, seminari ed esercitazioni approntate in relazione ai diversi argomenti di natura teorica, metodologica, tecnica ed operativa. In particolare il corso sarà caratterizzato dalla continua relazione e rispondenza tra il momento analitico-conoscitivo e quello sperimentale.
Modalità di verifica dell’apprendimento: L'apprendimento viene verificato attraverso esercitazioni continue in cui lo studente applica le conoscenze che di volta in volta vengono trasmesse attraverso le lezioni frontali e le attività d’aula. In sede di esame sarà valutato il complesso delle esercitazioni prodotte e verificata l'effettiva conoscenza e padronanza dei principali argomenti trattati e affrontati durante il corso. L’esame del Corso integrato è comune ai 2 moduli (voto unico).
|
|
-
PROGETTAZIONE STRUTTURALE PER GLI ARTEFATTI INDUSTRIALI
(obiettivi)
Nel secondo modulo del Corso Integrato di Progettazione strutturale per il design, si esegue la progettazione di un oggetto industriale guidata da simulazioni meccaniche. I diversi aspetti della progettazione saranno spunto per ulteriori approfondimenti della materia, Dopo la definizione del concept e della forma iniziale, l’oggetto viene sottoposto a verifica strutturale (analisi delle tensioni delle deformazioni e degli spostamenti, verifica del peso e analisi delle condizioni di ribaltamento) e successivamente modificata, ottimizzata e riprogettata più volte fino al raggiungimento di prestazioni meccaniche ottimali. Il focus dell’esperienza progettuale consiste nell’evidenziare il ruolo di guida e controllo che i requisiti di carattere meccanico possono esercitare sulla normale attività di design.
Canale: 1
-
BERNARDINI DAVIDE
( programma)
Ogni oggetto, per svolgere le funzioni per le quali è concepito, deve necessariamente essere in grado di acquisire e mantenere la sua forma, nonostante le azioni ambientali tendano a farla variare. L’analisi strutturale consente di prevedere gli effetti che le cause di movimento imposte dall’ambiente possono provocare sugli oggetti. Con l’avvento delle geometrie complesse e dei materiali innovativi, un’accurata progettazione strutturale può portare a una forma meglio ottimizzata e più economica se non, in alcuni casi, a guidare la definizione della forma stessa. Il corso fornisce un’introduzione ai concetti fondamentali della meccanica e dell’analisi strutturale e si concretizza in un’esperienza progettuale finalizzata ad evidenziare il ruolo che i requisiti di carattere meccanico possono svolgere all’interno del processo di progettazione di artefatti industriali.
Principali obiettivi dell’attività formativa sono: - acquisire le conoscenze di base della meccanica strutturale; - comprendere il ruolo che l’analisi strutturale può svolgere all’interno del processo di progettazione di artefatti industriali; - imparare ad utilizzare programmi di calcolo strutturale per eseguire simulazioni del comportamento meccanico di oggetti industriali.
L’attività didattica si articola per il 33% in lezioni di tipo frontale e per il 67% in esercitazioni progettuali.
Nel primo modulo di Fondamenti di Meccanica Strutturale per il Design (3 cfu/24 ore) si espongono, tramite lezioni frontali, le basi della progettazione strutturale (concetti fondamentali della meccanica, proprietà meccaniche dei materiali, problema strutturale, verifiche strutturali, cenni al metodo agli elementi finiti per la soluzione di problemi meccanici).
Nel secondo modulo di Progettazione Strutturale di Artefatti Industriali (6 cfu/48 ore) si esegue la progettazione di un oggetto industriale guidata da simulazioni meccaniche. Dopo la definizione del concept e della forma iniziale, l’oggetto viene sottoposto a verifica strutturale (analisi delle tensioni delle deformazioni e degli spostamenti, verifica del peso e analisi delle condizioni di ribaltamento) e successivamente modificata, ottimizzata e riprogettata più volte fino al raggiungimento di prestazioni meccaniche ottimali. Il focus dell’esperienza progettuale consiste nell’evidenziare il ruolo di guida e controllo che i requisiti di carattere meccanico possono esercitare sulla normale attività di design.
Davide Bernardini “Introduzione alla meccanica delle strutture. Teoria ed esercizi” Città Studi Edizioni, 2012
(Date degli appelli d'esame)
|
6
|
ICAR/08
|
60
|
-
|
-
|
-
|
Attività formative affini ed integrative
|
ITA |
-
PRINCIPI DI MECCANICA STRUTTURALE PER IL DESIGN
(obiettivi)
Nel primo dei 2 moduli dell'insegnamento integrato di Progettazione strutturale per il design, si espongono le basi della progettazione strutturale (concetti fondamentali della meccanica, proprietà meccaniche dei materiali, problema strutturale, verifiche strutturali, cenni al metodo agli elementi finiti per la soluzione di problemi meccanici).
Canale: 1
-
BERNARDINI DAVIDE
( programma)
Ogni oggetto, per svolgere le funzioni per le quali è concepito, deve necessariamente essere in grado di acquisire e mantenere la sua forma, nonostante le azioni ambientali tendano a farla variare. L’analisi strutturale consente di prevedere gli effetti che le cause di movimento imposte dall’ambiente possono provocare sugli oggetti. Con l’avvento delle geometrie complesse e dei materiali innovativi, un’accurata progettazione strutturale può portare a una forma meglio ottimizzata e più economica se non, in alcuni casi, a guidare la definizione della forma stessa. Il corso fornisce un’introduzione ai concetti fondamentali della meccanica e dell’analisi strutturale e si concretizza in un’esperienza progettuale finalizzata ad evidenziare il ruolo che i requisiti di carattere meccanico possono svolgere all’interno del processo di progettazione di artefatti industriali.
Principali obiettivi dell’attività formativa sono: - acquisire le conoscenze di base della meccanica strutturale; - comprendere il ruolo che l’analisi strutturale può svolgere all’interno del processo di progettazione di artefatti industriali; - imparare ad utilizzare programmi di calcolo strutturale per eseguire simulazioni del comportamento meccanico di oggetti industriali.
L’attività didattica si articola per il 33% in lezioni di tipo frontale e per il 67% in esercitazioni progettuali.
Nel primo modulo di Fondamenti di Meccanica Strutturale per il Design (3 cfu/24 ore) si espongono, tramite lezioni frontali, le basi della progettazione strutturale (concetti fondamentali della meccanica, proprietà meccaniche dei materiali, problema strutturale, verifiche strutturali, cenni al metodo agli elementi finiti per la soluzione di problemi meccanici).
Nel secondo modulo di Progettazione Strutturale di Artefatti Industriali (6 cfu/48 ore) si esegue la progettazione di un oggetto industriale guidata da simulazioni meccaniche. Dopo la definizione del concept e della forma iniziale, l’oggetto viene sottoposto a verifica strutturale (analisi delle tensioni delle deformazioni e degli spostamenti, verifica del peso e analisi delle condizioni di ribaltamento) e successivamente modificata, ottimizzata e riprogettata più volte fino al raggiungimento di prestazioni meccaniche ottimali. Il focus dell’esperienza progettuale consiste nell’evidenziare il ruolo di guida e controllo che i requisiti di carattere meccanico possono esercitare sulla normale attività di design.
Davide Bernardini “Introduzione alla meccanica delle strutture. Teoria ed esercizi” Città Studi Edizioni, 2012
|
3
|
ICAR/08
|
30
|
-
|
-
|
-
|
Attività formative di base
|
ITA |